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Dirty Glass, l’Antimafia spedisce altri 20 avvisi di garanzia

Dirty Glass, l’Antimafia spedisce altri 20 avvisi di garanzia

scritto da clemente pistilli il 29/01/2021

Inviati dalla Direzione distrettuale antimafia di Roma altri 20 avvisi di garanzia nell’ambito dell’inchiesta “Dirty Glass”.

Dopo aver chiesto e ottenuto un processo con rito immediato per otto degli undici arrestati a settembre, un blitz che ha portato a descrivere un sistema criminale fatto di reati in materia fiscale e tributaria, violazioni della legge fallimentare, estorsione aggravata dal metodo mafioso, intestazione fittizia di beni, falso, corruzione, riciclaggio, accesso abusivo a sistema informatico, rivelazioni di segreto d’ufficio, favoreggiamento reale, turbativa d’asta, sequestro di persona e detenzione e porto d’armi da fuoco, gli inquirenti hanno ora chiuso un secondo filone d’indagine.

I pm Corrado Fasanelli, Luigia Spinelli e Claudio De Lazzaro hanno inviato i 20 avvisi di garanzia all’imprenditore Luciano Iannotta, ritenuto il motore di una serie di reati su cui ha indagato la squadra mobile partendo da una denuncia di intimidazione presentata nel 2017 al commissariato di Terracina e poi considerata falsa, al figlio Thomas Iannotta, all’imprenditore Luigi De Gregoris, tutti di Sonnino, al poliziotto Ivano Stefano Altobelli, anche lui di Sonnino, a Giuseppe Giuliano Cavallo, di Villa di Briano, al fisioterapista Natan Altomare, di Latina, a Michele Tecchia, di Ottaviano, a Pasquale Pirolo, di Curti, a Gaetano Del Vecchio, di San Cipriano d’Aversa, al colonnello dell’Arma Alessandro Sessa, già coinvolto nel caso Consip, a Luigi Di Girolamo, finanziere di Priverno, al romano Fabio Zambelli, a Ermelinda Taiani, ad Adriano Franzese, ad Andrea Caputo, a Franco Pagliaroli, a Elena Del Genio, a Daniele Ruggiero, all’imprenditore Franco Cifra, di Latina, e alla società Italy Glass spa.

Un filone d’inchiesta chiuso dopo che, per le accuse principali, sono già a giudizio sempre Luciano Iannotta, De Gregoris, Altomare, gli imprenditori Antonio e Gennaro Festa, Pio Taiani, lo stesso colonnello Sessa, e il maresciallo dell’Arma, Michele Carfora Lettieri, in un processo che avrà inizio il prossimo 9 febbraio.

Nel secondo procedimento, l’Antimafia si è concentrata sulla falsa denuncia di intimidazione, su un falso che sarebbe stato compiuto a tale scopo a Sabaudia per attivare una scheda telefonica, sulle ipotesi di reati fallimentari relative alla Pagliaroli Vetri srl, sulle manovre attorno alla Taiani Group srl, sui reati tributari con la Pì&Dì srl, sulla promessa di una mazzetta da 25mila euro a un funzionario dell’Agenzia delle entrate per evitare un pignoramento a Iannotta, su ipotesi di autoriciclaggio di denaro, sulla promessa di una tangente da 50mila euro a Zambelli, impiegato della Corte dei Conti, sulle armi, sugli accessi abusivi alla banca dati interforze che avrebbe compiuto il finanziere Di Girolamo, in servizio all’aeroporto di Fiumicino, sulle soffiate relative a un’indagine per droga, su una truffa a Invitalia e sugli affari col clan Di Silvio.

In pratica su tutti gli aspetti oggetto dell’inchiesta per cui gli indagati sono a piede libero.

Ma l’inchiesta “Dirty Glass” non è conclusa e altri accertamenti vanno avanti.

Fonte:https://www.h24notizie.com/