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Diana De Martino (DNA): vanno aggredito i patrimoni delle mafie”. Noi da tempo stiamo insistendo nel sostenere che l’antimafia della retorica e delle commemorazioni non serve più a niente. Bisogna scoprire gli investimenti mafiosi e le collusioni con i politici e segnalarli a forze dell’ordine e magistratura. Questa è antimafia seria

A Roma c’ è posto per tutte le mafie, nostrane ed estere, dalla nigeriana alla sudamericana, dalla romena all’ albanese. Ma sono la camorra e la ‘ ndrangheta a fare la parte del leone, come dimostrano le inchieste più recenti: tra le 274 indagini aperte dalla Dda della capitale da gennaio 2010, le più rilevanti hanno rivelato i business dei clan campani e calabresi. Organizzazioni che hanno scelto il Lazio per incrementare i propri patrimoni. «Qui non c’ è un controllo armato del territorio – spiega Diana De Martino, sostituto procuratore nazionale antimafia -. C’ è invece la penetrazione nel tessuto commerciale e imprenditoriale». Cosa c’ è di diverso rispetto al passato? «È cambiato il concetto di riciclaggio. A Roma e nel Lazio la criminalità organizzata ha i propri rappresentanti e gestisce in prima persona le imprese. Negli ultimi anni diversi procedimenti hanno evidenziato le infiltrazioni. Tra gli altri, si possono ricordare quelli nei confronti degli Alvaro di Cosoleto, che avevano comprato locali come il Cafè de Paris e il ristorante George’ s; dei De Angelis, capozona dei Casalesi a Cassino, che gestivano concessionarie di auto; dei Tripodo con il mercato ortofrutticolo di Fondi; del clan Mallardo alle porte di Roma, tra Monterotondo e Tivoli». Qual è la risposta a livello investigativo? «È chiaro ormai che la frontiera è l’ aggressione dei patrimoni. Su questo piano, ci sono stati successi notevoli da parte delle Dda di Roma e Napoli. I risultati sono si sono ottenuti anche grazie agli strumenti normativi, che sono diventati più raffinati: le modifiche legislative hanno consentito di applicare in maniera più ampia sia le misure di prevenzione, sia i sequestri preventivi. Così si sono fatti parecchi passi avanti». Qual è l’ organizzazione più solida? «La penetrazione molto forte è della ‘ ndrangheta, ma la camorra è presente quanto meno per ragioni geografiche». C’ è da temere un’ ulteriore espansione dei clan? «Non si devono lanciare allarmi ingiustificati ma nemmeno abbassare la guardia. Bisogna partire dai fatti giudiziari e mantenere la massima attenzione».

Lavinia Di Gianvito

(Tratto dal Corriere della Sera)