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Di fronte al consolidamento continuo delle mafie nel Lazio, occorrono ulteriori sforzi da parte della nostra Associazione e di tutti gli associati. Più azioni e meno parole

Un ennesimo salto di qualità nell’ attività della nostra Associazione pur fra le tante difficoltà costituite soprattutto da un corpo sociale e da istituzioni troppo sonnolente ed anche da una consolidata cultura mafiogena che affligge la nostra regione, il Lazio.

Grazie al patto di collaborazione stipulato con l’ Associazione “ Libere Terre” di Ignazio Cutrò- peraltro nostro Presidente onorario – siamo lieti di annunciare che fra poco daremo vita anche nel Lazio ad uno sportello antiraket.

Stiamo costituendo il team di professionisti incaricati di assistere le vittime del racket che si rivolgeranno allo Sportello.

Il nostro Presidente onorario Ignazio Cutrò, con l’ intera sua famiglia, sono stati ospiti di Formia in un albergo della sua periferia e solo oggi, dopo il loro rientro in Sicilia, possiamo, per ragioni di sicurezza, diffondere la notizia della loro permanenza sui nostri territori.

Una permanenza discreta – consentita da un ammirevole e rigoroso servizio di protezione svolto dai Carabinieri di Formia, con a capo il loro Comandante di compagnia Capitano Saccone, che ringraziamo di cuore- che ci ha dato la possibilità di mettere a punto, insieme, un programma di azione che ratificheremo, sempre con la sua presenza, nella riunione del Consiglio Direttivo dell’ Ass. Caponnetto subito dopo la pausa estiva.

La stesura di tale programma scaturisce da un esame approfondito, a 360 gradi, della situazione in cui attualmente si trovano il Lazio in generale e la sua parte bassa in particolare, situazione che ci sta preoccupando in maniera particolare per il processo in atto di costante consolidamento di un sistema di illegalità e di mafie che sta letteralmente strozzando l’ economia dei nostri territori nell’ intera regione.

Tali nostre forti preoccupazioni scaturiscono soprattutto dalla qualità dell’ azione di contrasto delle organizzazioni mafiose da parte delle Istituzioni in particolare nel Basso Lazio, dove – ad eccezione della provincia di Frosinone, dove, grazie all’ impegno lodevole delle sue Procure e delle sue forze dell’ ordine, finalmente efficienti, sono stati inferti colpi mortali ai clan – non si rilevano segni significativi di un’ inversione di rotta rispetto ad un recente passato estremamente deludente e preoccupante.

Continuano a ronzare nelle nostre orecchie i duri giudizi, espressi in occasione dell’ inchieste Damasco su Fondi, dai PM delle DDA di Roma e Napoli Diana De Martino e Francesco Curcio a proposito di come sono stati rubricati a Latina i reati di natura mafiosa.

Quella della provincia di Latina resta una situazione molto, ma molto allarmante per l’ altissimo livello di inquinamento mafioso che, dopo quello della politica, dell’ economia e della società, sembra corrodere il corpo delle stesse Istituzioni.

Dopo il trasferimento dell’ ex Prefetto Bruno Frattasi avevamo messo in conto una caduta del livello di azione e di attenzione sul piano dell’ azione di contrasto delle mafie politiche ed economiche, ma speravamo in una compensazione derivante da un rinnovato e più robusto impegno da parte della locale Procura della Repubblica dopo la sostituzione dei suoi vertici.

Nel Lazio in generale e in provincia di Latina in particolare – ad esclusione di quello di singoli magistrati- come la Dr. Falcione, la dr. D’ Elia, il dr Miliano e qualche altro loro collega – non vediamo quella speditezza di decisioni, quella rapidità di interventi, quella determinazione che rileviamo nei magistrati inquirenti campani.

Tale situazione ci indurrà ad iniziare un rapido processo di riflessione sulla opportunità di avviare una fase di stretta collaborazione con quei magistrati e con le forze investigative della Campania stante anche la massiccia presenza della camorra nel Lazio e, in particolare, in provincia di Latina.

La presenza e l’ aiuto di Ignazio Cutrò ci consentiranno di avviare, inoltre, processi di collaborazione anche con i magistrati inquirenti di Palermo, qualcuno dei quali – come il Procuratore Aggiunto di Palermo Vittorio Teresi da noi incontrato in un recente convegno nell’ agrigentino promosso appunto da Ignazio Cutrò– ci ha già promesso di partecipare a qualche nostra iniziativa nel Lazio.

Nel Lazio, infatti, c’ è, com’ è noto, anche la presenza di Cosa Nostra.

Con il nostro Presidente onorario abbiamo riflettuto in questi giorni del suo “ ritiro protetto” in terra pontina sulla necessità di “ diversificare” il nostro impegno, aprendo processi di collaborazione con organismi investigativi e giudiziari di varie regioni, a seconda dell’ origine geografica delle varie organizzazioni criminali.

Un salto di qualità, una sorta di inversione di tendenza di due Associazioni come la nostre – la Caponnetto e Libere Terre – che fanno dell’ antimafia un impegno non parolaio, ma, al contrario, sul campo e quotidiano.

Un’ altra proposta che sottoporremo subito agli organismi direttivi delle due Associazioni sarà quella che riguarda la costituzione come parte civile in tutti i processi contro le mafie nel Lazio ed in Sicilia.

Stiamo al riguardo allestendo un servizio legale efficace ed in grado di portare avanti entrambi gli incombenti, quello antimafia in generale ed anche quello specifico antiracket.

Tutti gli amici avvocati disponibili a prestare gratuitamente la loro opera sono pertanto pregati di renderci nota la loro disponibilità.