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Dell’Utri a Frosinone

Marcello dell’Utri a Frosinone… ma noi abbiamo in mente un’altra Italia!

“Grazie a tutti. Ringrazio soprattutto quei tanti ragazzi, quelle tante
persone che ho incontrato oggi qui e che vengono da tutte le parti d’Italia.
Sono quei ragazzi che incontro quando vado in giro per l’Italia a gridare la
mia rabbia e a cercare di suscitare nella gente quella indignazione che
ritengo
che tutti dovrebbero avere nel vedere il baratro nel quale stanno facendo
precipitare il nostro Paese.”
Salvatore Borsellino – Roma, Piazza Farnese

Noi apparteniamo a un’altra Italia, quella che tiene a mente le stragi di
Capaci e di via D’Amelio nella quale la mafia eliminò brutalmente i giudici
Falcone e Borsellino assieme agli uomini della scorta.
Son passati oltre sedici anni da quei giorni terribili eppure i misteri sono
ancora tanti nonostante siano stati processati e condannati gli esecutori
materiali. Ostacoli insormontabili, veti, omissioni e complicità hanno
finora
impedito di fare piena luce su quei misfatti e soprattutto di delineare
rapporti definiti tra mafia e potere politico. In verità il tribunale di
Palermo alcune sentenze le ha già pronunciate ma questo non basta ad
impedire
che uomini condannati per reati gravissimi possano ancora sedere sugli
scranni
del parlamento italiano.
Fa bene Salvatore, il fratello del giudice Borsellino a girare per l’Italia
e a raccontare ai giovani di come non può essere definito eroe lo stalliere
condannato per mafia che per alcuni anni ha frequentato la residenza del
presidente del consiglio su suggerimento di un suo fedele collaboratore
nonché
apprezzato bibliofilo.
L’Italia alla quale apparteniamo è capace di avere questa memoria che fa
crescere un desiderio di rinnovamento e di cambiamento della società, e i
servitori dello stato, quelli che sono stati fatti saltare in aria dal
tritolo
sono i nostri veri eroi, sono loro che rappresentano l’integrità e la forza
delle nostre istituzioni democratiche.
Salvatore Borsellino continua a non fidarsi di una politica che ancora oggi
vuole soggiogare quei giudici che hanno tra le mani inchieste pericolose
dove
si intrecciano in un infernale groviglio gli interessi dei mafiosi, assieme
a
quelli di rinati piduisti e di uomini delle istituzioni, ed a questo grido
di
rabbia che si lega il nostro desiderio di avere un’Italia più coraggiosa e
rispettosa dei suoi principi ideali e soprattutto di avere la forza di
isolare
e di condannare quei personaggi che con il loro potere e la loro influenza
politica impediscono di sradicare le varie mafie dalla società.
Il senatore Dell’Utri sarà a Frosinone invitato da un sindaco che ha la
piazza principale del suo paese intestata ai giudici Falcone e Borsellino,
noi
idealmente staremo su quella piazza perché è lì che la nostra storia ha un
senso ed è lì che sono le radici dell’Italia che vogliamo rappresentare,

11 febbraio 2009
Arturo Gnesi