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Del Bene: ”Valore della memoria su stragi e lotta alla mafia è fondamentale”

Del Bene: ”Valore della memoria su stragi e lotta alla mafia è fondamentale”

24 Maggio 2020

Per quanto riguarda lo stato dell’arte sulla lotta alla mafia, Del Bene ha sottolineato che nel corso della storia, nelle varie fasi, nonostante l’impegno da parte delle istituzioni, la lotta alla mafia non è stata parte dell’agenda politica. “Di certo non voglio e non posso credere che ciò avviene perché si crede che Cosa nostra sia stata debellata – ha aggiunto – perché sarebbe un doppio errore. In primo luogo perché non è vero. Se noi guardiamo le ultime operazioni di polizia giudiziaria, che non hanno riguardato Cosa nostro solo, ma soprattutto la ‘Ndrangheta, abbiamo proiezioni in Liguria, in Piemonte, in Lombardia e in Valle d’Aosta. Il fenomeno mafia non ha più una connotazione meridionale, ma una problematica nazionale. In questo l’informazione ha un ruolo determinante e deve offrire ai cittadini le corrette analisi”. Del Bene ha anche lanciato un allarme sul prossimo futuro dove si dovrà affrontare la crisi economica, post lockdown: “Non è semplice perché il piccolo imprenditore che si troverà in difficoltà rischia di rivolgersi a certi sistemi. Sicuramente ci sarà il tentativo della criminalità organizzata di abbattere la democrazia del nostro Stato, accaparrandosi anche sui fondi e le immissioni di denaro che lo Stato si è impegnato a fare. Bisogna fare attenzione perché la crisi esploderà e c’è il rischio di lasciare alcuni aspetti, come quello della lotta alla criminalità organizzata, in secondo piano.
Invece bisogna aumentare la nostra attenzione, perché la criminalità organizzata non è stata battuta, ma ha assunto forme diverse con proiezioni internazionali, imprenditoriali, e finanziarie che cercano modi per riciclare e nascondere denaro, immettendolo nei circuiti legali. Il nostro sforzo deve essere quello di far luce su questi profili”.
Nel suo intervento, infine, Del Bene ha anche ricordato alcuni aneddoti inerenti l’inizio della propria storia in magistratura: “Durante i miei studi fui folgorato da questi episodi gravissimi che riguardavano Cosa nostra, gli omicidi e le stragi del passato, come quella del dottor Chinnici. Cominciai ad approfondire e presi la decisione di diventare magistrato proprio sull’esempio che avevo al tempo di una figura come quella di Giovanni Falcone. Io feci il concorso in magistratura e quando consegnai la mia traccia finale, a Roma, era presente Francesca Morvillo. Per me un privilegio unico, da neo laureato, offrire il mio contributo confrontandomi con una persona che avevo agognato nel corso del tempo. Poi tornai a Napoli e quando al sabato accesi la tv sentii la notizia dell’attentato a Falcone. Un momento tremendo. Al tempo ero fiducioso e pieno di entusiasmo per emulare il marito della dottoressa Morvillo. Poi, da magistrato ho approfondito e avuto modo di sentire tanti collaboratori di giustizia e vedere anche quella che è stata la reazione da parte dello Stato.

FONTE:http://www.antimafiaduemila.com/