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Dall’inchiesta spuntano collegamenti anche con la malavita del litorale di Ostia

Gli affari di Mokbel con il boss di Ostia. Sequestrato tesoretto di quadri e statue

Gennaro Mokbel, il cervello della frode da 2,2 miliardi che ha coinvolto Fastweb e Telecom, aveva ottenuto l’ok alla sua campagna politica da don Carmine Fasciani, il boss indiscusso della malavita di Ostia. È scritto nell’ordinanza che ha portato in carcere 56 persone. Stamattina la scoperta del “tesoretto” di arte nel quartiere Fleming
di Gabriele Isman e Maria Elena Vincenzi

Non soltanto la ‘ndrangheta calabrese, ma anche la malavita di Ostia: Gennaro Mokbel non si faceva scrupoli pur di raggiungere i suoi obiettivi. A dimostrarlo è la poderosa ordinanza – 1.600 pagine – dell´inchiesta Broker in cui il gip Aldo Morgigni ha ricostruito la maxifrode da 2,2 miliardi di euro che ha coinvolto Fastweb e il gruppo Telecom, senza dimenticare le procedure per iscrivere illegittimamente il senatore Pdl Nicola Di Girolamo nella circoscrizione Estero.

A pagina 108 dell´ordinanza, dedicata alle indagini del Ros dei carabinieri, si legge: «Oltre a risultare confermato il ruolo di leadership assunto da Gennaro Mokbel all´interno dell´organizzazione, le indagini hanno evidenziato la straordinaria capacità dell´organizzazione di proporsi anche nei circuiti legali e istituzionali, ottenendo ascolto e considerazione, a dispetto del coacervo di rapporti con ambienti criminali di primissimo piano a Roma ed altrove». Il Ros ha accertato «i contatti del Mokbel con Carmine Fasciani, noto esponente della criminalità organizzata romana, dal quale ha ricevuto l´assicurazione di poter svolgere in modo indisturbato la campagna politica nella zona di Ostia».

Nella cittadella del lido don Carmine Fasciani è un´autorità. Conta poco che sia in carcere dal 17 febbraio del 2001, quando fu arrestato per droga e gli venne sequestrato un club per scambisti, il Rondò, nei pressi di Casalpalocco. Sei anni dopo, il giorno di San Valentino, finì in carcere anche la figlia Sabrina, che spacciava nelle discoteche del litorale. A ottobre dell´anno scorso toccava al nipote Alessandro, coinvolto a maggio nell´omicidio di Gianfranco Bonavita al Gazometro. A dicembre è stata la volta della moglie, Silvia Bartoli, che gestiva le attività del marito: i carabinieri sequestrarono anche il Village, tra i più noti stabilimenti balneari di Ostia.
Tra le attività affidate a prestanome da Mokbel e sequestrate martedì c´è anche un ristorante, il Filadelfia, in via Giano della Bella. Lui ne parlava al telefono con un´amica. Lei gli chiedeva dove fosse, e lui: «… Al ristorante mio, a Piazza Bologna… Eh bè! L´ho comprato apposta per mangiarci io…». Lei, sorpresa: «… Ti sei comprato un ristorante per cenare?». E Mokbel: «Sì!… perché te spiego, io e lei semo da soli… quella ormai fa un lavoro che sta sempre in giro per tutto il mondo… io sto da solo, che c… faccio?».

La scoperta del “tesoretto”

Migliaia di dipinti, serigrafie, litografie e decine di sculture opere di importanti artisti contemporanei e moderni tra cui spiccano i nomi di De Chirico, Capogrossi, Tamburri, Schifano, Borghese, Palma, Clerici e Messina, sono stati sequestrati oggi dai carabinieri del Ros nella casa di Mokbel e in un deposito nel quartiere Fleming.
E’ il primo tesoretto di Gennaro Mokbel tra cui spiccano diversi dipinti in cui viene ritratto Hitler e un statua di Mussolini.

(Tratto da Repubblica online)