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Dalla retorica alla denuncia: una nuova e più incisiva antimafia. La sfida dell’Associazione Caponnetto

“DALLA RETORICA ALLA DENUNCIA. UN’ANTIMAFIA SEMPRE PIU’ AGGRESSIVA AL SERVIZIO DELL’ITALIA DEGLI ONESTI”
E’ lo slogan con il quale noi dell’Associazione Caponnetto ci accingiamo ad aprire una nuova stagione dell’antimafia sociale la quale ha il dovere, di fronte alle mutazioni in corso nel Paese, di aggiornarsi, di attrezzarsi meglio e di essere sempre più incisiva e significativa.
Le mafie controllano ormai una parte cospicua della politica, delle istituzioni e della società civile.
“Corruzione e mafie – è scritto nel saggio “Il ritorno del Principe” il cui autore è il Procuratore Generale della Corte di Appello di Palermo Roberto Scarpinato – sembrano essere costitutive del potere… C’è un braccio armato… ci sono i volti impresentabili di Riina, Provenzano, Lo Piccolo e poi c’è la borghesia mafiosa e presentabile che frequenta i salotti buoni e riesce a piazzare i suoi uomini in Parlamento. Ma il potere è lo stesso, la mano è la stessa”.
Le mafie non sono quelle che ci vengono presentate in televisione o sui giornali; le mafie sono, al contrario, una componente importante del potere.
Un potere che ci domina, ci condiziona, ci obbliga, ci impone stili di vita e di pensiero.
Un potere che ci soffoca e ci riduce i nostri spazi di vivibilità civile e democratica.
La mafia è economia, macro e micro; la mafia è moneta, soldi, business.
E con i soldi essa fa tutto: corrompe, compra, investe, aumenta quotidianamente il suo potere, condiziona sempre di più la politica e le istituzioni fino a piegarle ai propri interessi.
Non si può continuare a combatterla con il raccontino della nonnina, della supplica, della commemorazione dei morti di cui essa è l’autrice, la fiaccolata, i “condivido” su Fb.
Non le si fa nemmeno il solletico con queste cose.
C’è, quindi, l’esigenza di impostare ed applicare nuovi modelli di strategia e tattica di contrasto, modelli più moderni, pratici, operativi e meno retorici, modelli più efficaci.
Con le chiacchiere non si va da nessuna parte, non si scalfisce nemmeno di un centimetro il potere mafioso, il potere dello stato-mafia che si contrappone a quello sempre più debole dello Stato-Stato.
Le parole non bastano più.
Bisogna passare alla fase della DENUNCIA, con tanto di nomi e cognomi, aiutando quelle parti sane della Magistratura e delle Forze dell’ordine rimaste fedeli allo Stato-Stato.
Altrimenti è solo bla bla che non serve assolutamente a niente.
Noi ci stiamo.
Le altre associazioni?