Cerca

Dal Giornale del Molise.L’operazione “Dama Nera 2” della Procura di Roma tocca anche soggetti di questa regione

 

ROMA – Anche l’imprenditore di Isernia Giovanni Spinosa tra le persone tratte in arresto in mattinata dalle Fiamme Gialle della Capitale. Dalle prime ore dell’alba, infatti, oltre 250 Finanzieri del Comando Provinciale di Roma stanno dando esecuzione a 19 ordinanze di custodia cautelare, emesse dal GIP del Tribunale di Roma, nei confronti di dirigenti e funzionari di Anas Spa ed imprenditori titolari di aziende appaltatrici di primarie opere pubbliche. Attualmente la ditta di Giovanni Spinosa sta realizzando, a Campobasso, la nuova sede regionale dell’Anas. L’uomo è stato posto agli arresti domiciliari.

Giovanni Spinosa arresto

Il provvedimento cautelare odierno è stato emesso dal competente Tribunale di Roma sulla scorta delle risultanze delle investigazioni esperite dai finanzieri del Nucleo di Polizia Tributaria di Roma – Gruppo Investigazione Criminalità Organizzata, coordinati dalla Procura della Repubblica di Roma. In particolare, la comparazione degli elementi indiziari scaturenti dalle indagini tecniche e dall’esame del copioso materiale probatorio sequestrato durante le operazioni di polizia effettuate nell’ottobre dello scorso anno – nell’ambito della nota operazione Dama Nera.

Sono 36 gli indagati coinvolti nell’odierna operazione di polizia, convenzionalmente denominata Dama Nera 2, che ha consentito di individuare: – nuovi episodi illeciti, perpetrati dal medesimo sodalizio criminale, disarticolato nel decorso ottobre 2015; – ulteriori dirigenti e funzionari Anas Spa, coinvolti, a vario titolo ed in accordo con importanti imprenditori di caratura nazionale, in fattispecie criminose di corruzione, turbata libertà degli incanti, autoriciclaggio e favoreggiamento personale.

Più nel dettaglio, gli episodi corruttivi individuati sono risultati essere finalizzati a favorire l’aggiudicazione di gare d’appalto a determinate imprese, a velocizzare l’erogazione dei relativi pagamenti, a sbloccare i contenziosi in essere, a consentire la disapplicazione di penali riguardanti l’esecuzione di pubbliche commesse, ad assicurare indebiti indennizzi in relazione a procedure di esproprio, ovvero ad agevolare l’ottenimento di fondi maggiorati illecitamente. Il mercimonio della pubblica funzione e la sistematicità dell’asservimento della medesima sono stati i tratti essenziali che hanno caratterizzato, per anni, l’operato dei pubblici funzionari infedeli oggi arrestati.

In cambio degli illeciti servizi prestati, abusando dei poteri derivanti dall’incarico ricoperto, i dirigenti Anas Spa e gli esponenti politici indagati hanno ottenuto utilità e/o provviste corruttive dai titolari di aziende, affidatarie di commesse di opere pubbliche di interesse nazionale. E’ stata accertata la corresponsione, da parte degli imprenditori, di provviste e/o utilità corruttive, in favore dei dirigenti Anas Spa e dei politici coinvolti, pari a circa 800.000 euro, sottoposti a sequestro con l’operazione odierna.

Le investigazioni hanno consentito di accertare, tra l’altro, come siano stati falsati importanti appalti pubblici: dall’itinerario basentano (compreso il raccordo autostradale Sicignano- Potenza) alla SS 117 Centrale Sicula – quest’ultima cofinanziata dalla Regione Sicilia – entrambi aggiudicati nel 2014, alla SS 96 Barese e alla SS 268 del Vesuvio, arterie stradali aggiudicate nel 2012, arrivando sino a turbare la gara per la realizzazione della nuova sede ANAS di Campobasso, opera aggiudicata nel 2011. In tale articolato illecito contesto, secondo ipotesi investigativa, il politico indagato, in virtù del ruolo istituzionale ricoperto, ha garantito al titolare di un’importante impresa la nomina di un presidente di gara “non ostile”, tant’è che – effettivamente – l’imprenditore si aggiudicava l’importante appalto in Sicilia.