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Dal formalismo costituzionale al formalismo elettorale

Berlusconi invoca il ritorno alle urne nel caso in cui la maggioranza che sostiene il suo governo venga meno. Ma non si rende conto, il premier, quanto sono gravi e ridicole le sue affermazioni contro la Costituzione, impregnate come sono di retorica e di “formalismo elettorale”

Rifiutando l’ipotesi di eventuali governi tecnici e della ricerca di una maggioranza alternativa all’interno del Parlamento prima che il Presidente della Repubblica sciolga le camere, come prescrive la Costituzione, Berlusconi ha dichiarato: “Noi siamo per il rispetto totale, per il rispetto della sovranità popolare. Quindi, se il governo eletto dal popolo non avesse più dietro di sé una maggioranza coesa e compatta… la strada maestra non può essere che quella di ritornare davanti al giudizio del popolo che è sovrano. Chi dice il contrario, invocando magari dei formalismi costituzionali sa bene, benissimo, di dire una falsità”.Berlusconi non si rende conto (o ci prende tutti per imbecilli) che dopo aver considerato una falsità “l’invocazione dei formalismi costituzionali”, si abbassa ad invocare i formalismi della retorica. Che cos’altro sono se non retorica, espressioni quali: “Rispetto totale…assoluto della sovranità popolare… tornare al giudizio del popolo che è sovrano…” contrapposte dal premier alla falsità dei formalismi costituzionali?

A quale popolo si riferisce? Al popolo che esultava davanti alle esecuzioni capitali dei “nemici del popolo” durante la Rivoluzione Francese? A quello che nel 1924 elesse una camera fascista grazie a un premio di maggioranza che dava i due terzi dei seggi al raggruppamento che prendeva il 25 per cento dei voti? Al popolo che nelle elezioni tedesche del 1932 votò a favore del partito nazional-socialista, formando un parlamento che l’anno successivo concesse a Hitler i pieni poteri ? Oppure a quella parte del popolo italiano che vide con soddisfazione l’esecuzione di quel Mussolini che aveva applaudito? Insomma, che vuol dire per lui la parola “popolo”?

Per tornare al caso nostro, nel 2008 su oltre 47 milioni di iscritti nelle liste elettorali hanno votato per il PDL poco più di 17 milioni. Cioè il popolo “sovrano”, volendo usare la stessa classificazione di Berlusconi, è stato soltanto una fetta molto minore degli aventi diritto al voto.

Grazie al verbo del nostro premier potremmo dire che chi vota per il partito o per la coalizione che ottiene la maggioranza, anche se di un solo voto, entra di diritto a far parte del popolo sovrano.

E gli altri elettori cosa sono? Vermi inesistenti o addirittura nemici del popolo? Così, giudicando con impudenza il rispetto rigoroso della Costituzione un formalismo da respingere, Berlusconi scivola prima nel ridicolo del formalismo retorico e poi nel formalismo elettorale.

Renato Butazzi
(Tratto da Apirle online)