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Da “Narcomafie”. Altro comune sotto il tallone della camorra.Quanti se ne salvano ??????

Il Comune? In mano ai casalesi. Sette arresti e sindaco indagato a Villa di Briano

10 lug 2015 | Categoria: news

arresti-carabinieri Nel Comune di Villa di Briano, paese del casertano ad appena un tiro di schioppo da Casal di Principe, funzionava semplicemente: tutto era in mano alla camorra. E, nella fattispecie, a esponenti del o vicini alla fazione Iovine del clan dei casalesi. E nella categoria del “tutto”, rientrano in particolare le attività che producevano soldi. In una parola: gli appalti. Secondo gli inquirenti, che stamattina all’alba hanno fatto scattare le manette ai polsi per sette persone ritenute contigue al clan, a decidere ditte e assegnazione fondi dell’amministrazione comunale era direttamente l’ex boss, adesso collaboratore di giustizia, Antonio Iovine.

O’ Ninno, d’altronde, poteva contare su appoggi solidi all’interno del Comune. In primis, il fratello del sindaco, considerato dai sostituti procuratori della Repubblica Sirignano, Ardituro, D’Amato e Maresca, il “braccio di Iovine” nell’amministrazione. E mentre il primo cittadino, Dionigi Magliulo, figura oggi tra gli indagati, suo fratello è tra i sette arrestati. Con lui, ci sono il cugino dell’ex boss Renato Caterino, titolare di un’impresa dell’alto Casertano; Nicola Coppola, braccio imprenditoriale di Antonio Iovine e altre persone ritenute affiliate al clan.

Stando alla ricostruzione degli inquirenti, Malgiulo ha messo a disposizione uomini e mezzi del Comune per ripulire un mobilificio cui era stato appiccato, anche da uomini del clan, un incendio con l’obiettivo di truffare l’assicurazione. Per questo le accuse, per lui, sono di di peculato e abuso d’ufficio, di cui risponderà insieme al responsabile dell’Ufficio Tecnico Comunale, Arturo Ciccarelli.

Nel frattempo, in attesa di capire l’evoluzione del caso, il Partito Democratico ha deciso di sospendere “ad horas” Magliulo. In una nota diffusa in mattinata e firmata dal segretario della provincia di Caserta, Raffaele Vitale, il partito fa sapere di avere “fiducia nel lavoro della magistratura” e di sperare che “Magliulo riesca a dimostrare la sua totale estraneità da questa vicenda che getta ombre inquietanti sulla gestione della cosa pubblica”, ma di ritenere tuttavia inevitabile il provvedimento per via di una “incompatibilità totale con i valori del Partito democratico che ha tra le sue priorità la lotta senza quartiere alla criminalità organizzata”.