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Da Il Tirreno.Il suicidio di una Testimone di Giustizia dietro al sequestro dei beni

Prato, il figlio dell’imprenditore sospettato di avere rapporti con la ’ndrangheta è coinvolto nell’inchiesta sulla morte di Maria Concetta Cacciola

‘ndrangheta

Maria Concetta Cacciola, morta nel 2011
PRATO. C’è una storia terribile dietro alla vicenda che oggi, mercoledì 2 aprile, ha portato al sequestro di beni per 4 milioni di euro nei confronti di Sante Pisani, imprenditore di 65 anni fino al 2012 residente a Poggio a Caiano. Vittorio Pisani, figlio di Sante, è stato arrestato nel mese di febbraio con l’accusa di maltrattamenti in famiglia e violenza privata aggravati dall’avere favorito un sodalizio mafioso.
Insieme a Vittorio Pisani sono stati arrestati un altro avvocato, Gregorio Cacciola, e Michele Cacciola, Anna Rosalba Lazzaro e Giuseppe Cacciola, rispettivamente padre, madre e fratello della testimone di giustizia Maria Concetta Cacciola, morta il 28 agosto 2011 dopo avere ingerito acido muriatico. I magistrati calabresi sospettano che i familiari di Maria Concetta Cacciola, insieme ai due avvocati, abbiano messo sotto pressione la donna per costringerla a ritrattare le accuse contro gli affiliati al clan Bellocco di Rosarno, inducendola poi al suicidio.
Secondo quanto ricostruito dai carabinieri del Nucleo investigativo di Reggio Calabria, Sante Pisani avrebbe fatto da mediatore per salvare la vita al figlio Vittorio, che le cosche di Rosarno stavano pensando di uccidere.]