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DA CASERTACE . A MAZZETTA AL SINDACO AVECONE. Il voto di scambio di Angelo Consoli, il ruolo del maddalonese Sandro Gentile, Claudio Di Biasio e…

A MAZZETTA AL SINDACO AVECONE. Il voto di scambio di Angelo Consoli, il ruolo del maddalonese Sandro Gentile, Claudio Di Biasio e…

Tutte le vicende corruttive, da Pasquale Sommese in giù sui lavori per il museo archeologico di Alife e per il progetto Le porte dei Parchi che prevedeva la ristrutturazione dei castelli di Francolise, Rocca d’Evandro, Calvi Risorta e ancora una volta Alife

CASERTA – Tante contestazioni di reati in concorso, ma un comportamento che, almeno dal punto di vista della sua espressioni delle azioni realizzate e dal modo con cui queste venivano concepite ed eseguite, ha molti elementi di affinità alla tipica manifestazione del reato di associazione a delinquere.

Perchè questo qui era un gruppo compatto imperniato sulla mente ordinatrice e pianificatrice di Guglielmo La Regina e che perseguiva uno schema rigidamente reiterato. I faccendieri che potevano essere la Di Giovanni o Alessandro Zagaria o magari imprese interessate ai lavori, come quelle dell’imprenditore di San Cipriano Mario Martinelli, avvicinavano i politici, le amministrazioni comunali, oppure avvicinavano i dirigenti degli uffici tecnici, oppure ancora avvicinavano entrambe le entità.

Il ragionamento era semplice: l’assessorato regionale di Sommese è a disposizione per finanziare dei progetti e delle opere che rientrano nella sfera di competenza delle deleghe alla cultura e al turismo, ricoperte da Sommese, ma il tutto andava calibrato con una modalità decisa da un gruppo di professionisti che doveva essere indicato proprio da Guglielmo La Regina, il quale, evidentemente era colui che tesseva l’intera tela corruttiva e criminale.

E così, nei 3 casi che presentiamo stamattina, attraverso la pubblicazione in calce di 5 capi di imputazione provvisori, srotoliamo il filo di racconti densi di similitudini.

C’è il nuovo museo archeologico di Alife da costruire? Non c’è problema. Pasquale Sommese è pronto in cambio di una somma di danaro, ma non solo. E’ pronto a far finanziare l’opera, in cambio dell’attribuzione dei lavori alla Thermoimpianti srl di Giuseppe Cristiani.  Dentro all’affare, però deve entrarci anche un’altra impresa, un’impresa locale: la Lidero di Raffaele Zoccolillo.Ovviamente, l’imbroglio va preparato in maniera appropriata, in modo che il tutto appaia come frutto di una procedura regolare. e per questo c’è il dirigente della Regione Domenicantonio Ranauro, Rup del procedimento dell’istruttoria al quale viene garantito un incarico di consulenza a 10 mila euro al figlio Giovanni Ranauro.

All’allora sindaco Avecone viene data una mazzetta da 15 mila euro dall’ati RTP formata dai due La Regina, Guglielmo e Francesco e dall’ingegnere Giancarlo Migliore. Raggruppamento di professionisti che naturalmente dovrà acquisire l’incarico della progettazione e della direzione dei lavori. Al sindaco Avecone viene anche garantito l’inserimento nell’affare della già citato Lidero dell’imprenditore locale Zoccolillo che poi effettivamente entra nella partita insieme alla Thermoimpianti di Cristiani, “gradita” da Pasquale Sommese.

Il solito Carlo Coppola, vero globetrotter delle commissioni di gara, già ammaestrate per determinare l’esito delle stesse, viene garantito una somma di denaro non quantificata e altri incarichi, che come vedremo non mancheranno, come componente di ulteriori commissioni, “modello La Regina”. C’è poi un personaggio di secondo piano il cui nome ricorre spesso anche in altre operazioni come quelle di Riardo. Si tratta di Alessandro Albano, supporto al Rup e segretario verbalizzante della commissione. Per lui, la promessa di altri incarichi.

L’intero impianto accusatorio, con qualche minima variabile, si trasferisce nel reato collegato di turbativa d’asta. Qui entrano in scena sempre con la contestazione di reato in concorso, anche altri personaggi minori: Michele Apicella, progettista collaboratore di La Regina, Antonio De Simone, consulente designato da Archicons, cioè dall’impresa che fa riferimento allo stesso La Regina. Indagato per questo reato anche Giuseppe Venditti, al tempo assessore al comune di Alife, e con anche Claudio Accarino, rup del comune di Alife e che dovrebbe essere il dirigente o il reggente dell’ufficio tecnico anche se questo non viene indicato nella formulazione del capo di imputazione provvisorio.

Per questa vicenda non c’è la contestazione per nessuno degli indagati, dell’aggravante dell’articolo 7 (favori alla camorra).

Altra indagine importante, entrata nel corpo di questa ordinanza è quella riguardante il progetto “Le porte dei Parchi” che, con il comune di Francolise capofila, coinvolse anche quelli di Rocca d’Evandro, Calvi Risorta e Alife. In questo caso, sempre nella riproposizione dello stesso schema, l’alleanza mette insieme Guglielmo La Regina con la sua Archicons, pronta a divorare la progettazione e la direzione dei lavori e il sanciprianese Mario Martinelli, pronto a conquistare l’effettiva esecuzione dei lavori con la sua MM Arch Costruzioni e con il suo Consorzio Stabile per il Mediterrano scarl.

Entrambi, in questo capo di imputazione provvisoria, vengono indagati peri reati di corruzione e turbativa d’asta con l’aggravante dell’articolo 7, cioè per aver favorito il clan dei Casalesi, il gruppo Schiavone Russo a cui Mario Martinelli, per affermazione resa da importanti collaboratori di giustizia, si rapportava.

Il motore della procedura abita nell’ufficio tecnico del comune capofila cioè Francolise, dove operano Mario Stefano D’Amico, che poi sarà il rup della procedura, e Pasquale Merenda, suo sottoposto. I due, per orientare tutto il procedimento in maniera da raggiungere l’obiettivo di attribuire progettazione e direzione dei lavori a La Regina e cantiere a Martinelli, intascano, secondo i magistrati, una mazzetta da 50 mila euro.

In questo capo viene concretizzata la relazione diretta tra l’assessore regionale Pasquale Sommese e i due imprenditori La Regina e Mario Martinelli. Succede quando, formulando la contestazione a carico del primo, viene detto che tutti e 3 insieme avevano concordato l’ammissione a finanziamento del progetto Le Porte dei Parchi.

E veniamo al capitolo delicato riguardante Angelo Consoli, uomo politico della zona, nato a Sparanise ma residente a Francolise, al tempo consigliere regionale dell’UDC, cioè dello stesso partito dell’assessore Pasquale Sommese. Consoli evidentemente svolge un ruolo di sollecitazione o quantomeno occorre anche il suo placet perchè la regione si muova nella direzione desiderata dalla cricca. Per questo, secondo i magistrati ottiene dei vantaggi: voti che Mario Martinelli gli avrebbe raccattato alle elezioni regionali della tarda primavera 2015, un contributo di 5 mila euro per quella campagna elettorale, da parte dello stesso Martinelli, il quale si accollava anche le spese per l’attivazione e il funzionamento del comitato elettorale. Ultima presunta dazione per Angelo Consoli è l’incarico, di cui si sarebbe fatto carico La Regina a un certo ingegnere Messore, per l’impiantistica del progetto.

Messore, Messore….Messore senza nome di battesimo…la cosa va approfondita.

Ovviamente c’è sempre Ranauro che “apparecchia” le carte in Regione quale Rup del procedimento di finanziamento al quale vengono garantiti incarichi di consulenza o di supporto al rup del comune capofila, cioè a Mario Stefano D’Amico. Evidentemente non da esercitare in via diretta ma come nel caso di Alife attraverso un congiunto o un professionista da Ranauro indicato.

Il reato “a specchio” quello di turbativa d’asta viene contestato a tutti gli indagati tranne che a Ranauro che stando a Napoli e non agendo direttamente nel procedimento del comune capofila pur partecipando con il pensiero e con l’emozione non può concorrere al taroccamento della gara. Al contrario di quello che succede al maddalonese Alessandro Gentile che opera dentro la procedura del citato taroccamento, agendo in nome e per conto di Angelo Consoli per il quale svolge la funzione di segretario.

Si aggiungono invece altri nomi per il 353. Sono quelli di Claudio De Biasio, una vecchia conoscenza della politica e di certi affari in questo territorio, Corrado Romano, Daniele Marrama, Sergio Stenti, Vito Cappiello, Aldo Aveta, Antonio Mariniello, Nunzia Coppola e Alessandro Gentile.

Claudio De Biasio entra a far parte di un raggruppamento temporaneo di professionisti locali. Solo lui è indagato perchè gli altri e cioè Gabriella Lanna e Antonio Potito Cirigliano non avrebbero conosciuto, secondo i magistrati, tutte le circostanze di vasta illegalità che avrebbero connotato quei procedimenti.

tornando, invece, agli indagati, Corrado Romano è una sorta di prestanome di mario Martinelli, in quanto formale amministratore del consorzio Stabile del Mediterraneo scarl, Daniele Marrama, altro consulente che viene calato non si sa da dove e a cui viene appiccicata addosso la mansione di consulente giuridico del rup del comune capofila.

Poi, Sergio Stenti, altro nome che ricorre spesso in questa ordinanza, con Vito Cappiello vengono nominato nella commissione che deve aggiudicare la direzione dei lavori ovviamente già apparecchiata per Guglielmo La Regina.

Indagati anche Aldo Aveta e Antonio Mariniello, che entrano, invece, nella commissione per l’aggiudicazione dei lavori, a loro volta già predestinati ad appannaggio del Consorzio Stabile per il Mediterraneo scarl. Il D’Amico cioè il rup faceva esattamente quello che aveva fatto a Casapulla (CLICCA QUI) l’ingegnere di Portico Carlo Antonio Piccirillo: un sorteggio truccato affinchè nelle due commissioni ci andassero per l’appunto Stenti e Cappiello, Aldo Aveta e Antonio Mariniello.

E ancora indagata Nunzia Coppola, non sappiamo se parente o meno dell’altro prezzemolino delle commissioni Carlo Coppola, firmataria ma non si sa fino a che punto effettiva artefice del progetto, uscito dalle meningi non comuni di Guglielmo La Regina.

Ultimo indagato il funzionario regionale di Maddaloni Sandro Gentile, anche lui legato politicamente all’UDC di Sommese e Consoli, il quale, secondo l’accusa, avrebbe assicurato il supporto politico per il finanziamento dei parchi.

Quest’ultimo blocco dei capi di imputazione provvisori riguardanti finanziamenti, giunti dal sistema Sommese, per opere e progetti, realizzati in provincia di Caserta, si chiude con quello che coinvolge l’ex presidente della comunità montana del Matese Fabrizio Pepe, i due notissimi Loredana Di Giovanni e Alessandro Zagaria e infine Antonio Bretto, anche lui imprenditore che partecipa alla spartizione della torta e che, giusto per fare un esempio che non abbiamo approfondito per una questione, diciamo così di competenze territoriali, si aggiudica (si tratta di uno dei diversi appalti che vince) i lavori di restauro della torre civica medievale in località Cerreto vecchio a Cerreto Sannita in provincia di Benevento.

Qui la formulazione del capo di imputazione provvisorio necessita di qualche chiarimento dato che ci sfugge qualche passaggio. Si parla infatti di una turbativa d’asta aggravata dall’articolo 7 per lavori del consorzio Sannio Alifano. Precisamente un’opera di ristrutturazione, telecontrollo e automazione degli impianti irrigui del comprensorio della Valle telesina.

Ora, può darsi che del Consorzio Sannio Alifano facciano parte anche dei comuni della valle Telesina che si trova in provincia di Benevento. Può darsi che ricordiamo male e che sia avvenuta ultimamente una fusione tra i due consorzi. Ma fino a qualche anno fa, questo è certo, in valle telesina esisteva un ente ad hoc, cioè il consorzio di bonifica della Valle Telesina a cui si deve, per esempio, quel “gran capolavoro” che risponde al nome di Fondo Valle Isclero.

Questa contestazione sanziona il rapporto che esisteva tra Alessandro Zagaria e Fabrizio Pepe. D’altronde nell’ordinanza-Di Muro, i due arrivano insieme all’appuntamento con la Di Giovanni che a Zagaria consegna la busta con i 10 mila euro della presunta mazzetta per Biagio Di Muro. E già in quella ordinanza viene fatto cenno all’appalto sul telecontrollo degli impianti irrigui, argomento di discussione tra Fabrizio Pepe e la Di Giovanni quando questi rimangono soli, a pochi metri di distanza dall’Hotel Plaza in area ex Saint Gobain a Caserta, in attesa che Zagaria torni dall’operazione di consegna della mazzetta per Palazzo Teti Maffuccini di Santa Maria Capua Vetere.

Potrebbe essere un elemento casuale, ma visto che stiamo parlando di persone indagate per lo stesso reato dentro alla medesima vicenda, va anche sottolineato che Alessandro Zagaria aveva acceso un conto corrente nella sede Ubi Banca di Caserta, dove lavora Marcellino Pepe, figlio di Fabrizio Pepe.

G.G.

 

 

QUI SOTTO IL TESTO INTEGRALE DELLO STRALCIO DELL’ORDINANZA I CUI CONTENUTI SONO RIASSUNTI NELL’ARTICOLO

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PUBBLICATO IL: 16 marzo 2017 ALLE ORE 19:04 

fonte:www.casertace.net