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Da Caserta CE .Iovine ‘o ninno: “Il clan è stato istituzione perchè le istituzioni dello stato ci hanno pienamente riconosciuto”.

L’EDITORIALE. 
Stamattina altre clamorose dichiarazioni di Iovine ‘o ninno: “Il clan è stato istituzione perchè le istituzioni dello stato ci hanno pienamente riconosciuto”. E noi di Casertace diciamo e vi spieghiamo perchè, a questo punto Caserta è stata solo e solamente camorra

Parole pronunciate dal boss pentito durante l’interrogatorio a cui l’ha sottoposto il pm Catello Maresca durante l’udienza del processo sulle presunte minacce targate Michele e Fortunato Zagaria all’ex sindaco di Casapesenna, Giovanni Zara


Sin dai primi giorni della sua collaborazione, Antonio 
Iovine aveva dimostrato un’attitudine che lo portava non solo a rispondere alle domande specifiche che i magistrati gli formulavano su fatti ben definiti, ben individuati, ma anche a esprimere proprie riflessioni sul ruolo che la camorra ha svolto in provincia di Caserta come “fatto acquisito”, anzi come vero e proprio “dato di fatto”, accettato e legittimato dalla cosiddetta classe dirigente, che a volte era classe connivente, altre volte interlocutrice docile e disponibile.

Stamattina, Antonio Iovine, ritornando a testimoniare in videoconferenza in un processo di camorra, precisamente quello che vede imputati il boss Michele Zagaria e l’ex sindaco di Casapesenna Fortunato Zagaria per le presunte minacce ricevute da un altro ex primo cittadino, sempre di Casapesenna, cioè da Giovanni Zara, ha affondato ulteriormente, e in maniera ancor più chirurgica, il coltello nella piaga rispondendo alle domande del pubblico ministero Catello Maresca.

Iovine è andato significativamente al di la delle affermazioni formulate già in passato, quando si era a lungo soffermato sullo stimolo che il mondo dell’imprenditoria casertana, cioè la spina dorsale del settore privato, esprimeva dandosi, un ruolo chiaramente attivo nell’utilizzare la camorra come strumento di sviluppo delle proprie attività, ribaltando lo schema classico che ha sempre visto i gruppi della criminalità organizzata relazionarsi al cosiddetto mondo legale, soggiogato e reso suddito dalle armi della minaccia e della intimidazione violenta.

A noi fa piacere leggere queste dichiarazioni di Iovine, perchè sono una messa in stato di accusa di un intero sistema sociale, politico ed economico. In pratica, Antonio Iovine e Casertace la pensano esattamente alla stessa maniera. Solo che noi, incassando ogni giorno tonnellate di querele e contumerie di ogni genere proprio da quei mondi, che Iovine chiama incorreità, dobbiamo sopportare la fatica dello studio di atti, di documenti e di fatti che ci inducono ad arrivare alle nostre conclusioni, Antonio Iovine ha potuto utilizzare, invece, un osservatorio privilegiatissimo, stando dentro al sistema e manovrandolo dall’alto, per arrivare alle sue conclusioni, che sono le seguenti: “Sin dagli anni 70 ogni sindaco dava conto ai camorristi di turno.”

E ancora: ” Noi casalesi abbiamo messo in piedi un sistema di illegalità organizzato in modo che fino a poco tempo fa avrei definito legale in quanto ormai ci sentivamo una vera e propria istituzione visto che istituzioni stesse ci riconoscevano come tale essendo gli unici in grado di garantire tranquillità e sicurezza nei nostri territori.”

E poi ancora: “La camorra nelle nostre zone si è fatta garante di sicurezza sia per i cittadini che per le amministrazioni comunali.

Iovine, dunque guarda al suo “mondo di fuori” con l’occhio di un interlocutore puro, totalmente intraneo al meccanismo, e ne allarga a dismisura il perimetro che non è delineato più da quell’atteggiamento complice e addirittura fomentatore attivato dal settore privato delle imprese casertane, ma investe e occupa completamente il settore pubblico, quello dei comuni e delle altre istituzioni.

Iovine riconosce una materialità e un’esistenza di questo mondo come proprio interlocutore e come proprio legittimatore, al punto da arrivare a dire che la camorra, in un aberrante paradosso che la camorra a Caserta è stata un’istituzione legale, roba che neppure Luciano Riggio, Buscetta, Riina e compagnia sono arrivati ad affermare pure nei momenti in cui Ciancimino faceva il sindaco di Palermo ed erano loro ad eleggere l’80% della classe politica siciliana.

Noi che, invece, valutiamo queste sue ricostruzioni essendo esterni ad entrambi i mondi, anche a quello delle istituzioni pubbliche da cui non ci sentiamo rappresentati, arriviamo a dire che il combinato tra quello che afferma oggi Iovine e quello che noi abbiamo visto in questi anni porta ad una conclusione che non deve essere liquidata come una mera provocazione: qui a Caserta è esistita solo la camorra, perchè nel momento in cui le istituzioni del diritto pubblico l’hanno riconosciuta come potere costituito hanno automaticamente azzerato loro stesse e tutti i principi costitutivi di una potestà pubblica che opera in uno stato di diritto. Un’evidenza assolutamente palmare.

Gianluigi Guarino

PUBBLICATO IL: 12 gennaio 2016 ALLE ORE 15:31

fonte:www.casertace.net