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Cristian Iannuzzi,deputato:”Perché non si utilizzano per i terremotati anche le casette già costruite in occasione dei terremoti precedenti e si investono tanti milioni di euro per costruirne centinaia se non migliaia di nuove tenendo le prime inutilizzate?

Ricordiamoci del Terremoto dei Centri Hab e di Mafia Capitale

CRISTIAN IANNUZZI. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell’interno. — Per sa…pere – premesso che:
nel settembre del 1997 le regioni Umbria e Marche furono colpite da un forte terremoto;
secondo i dati dell’Osservatorio sulla ricostruzione della regione Umbria, nel dicembre 2014, il 97 per cento della popolazione colpita dai danni risultava rientrata nelle case lesionate dal sisma;
dal servizio del programma televisivo «Le Iene», andato in onda il 6 novembre 2016, si apprende che vi sono circa 700 casette di legno inutilizzate e rimovibili di Sellano, Capodacqua e Nocera Umbra, realizzate in occasione del sisma del 1997, mentre, lo Stato ne sta acquistando altre e paga gli alberghi del perugino e del Trasimeno per ospitare parte degli sfollati del terremoto dello scorso ottobre;
in particolare, sembra che più che utilizzare gli alloggi del sisma del ’97 si preferisca un nuovo appalto nazionale per la costruzione di 18 mila casette, disponibili entro l’estate, che costerà allo Stato oltre un miliardo di euro, circa 60-65mila euro a casetta. Inoltre, un addetto alla manutenzione del comune di Foligno, intervistato dal «Le Iene» spiega: «La manutenzione di queste casette di legno viene costantemente fatta, ogni anno con un costo di 160 mila euro»;
la regione Umbria invece, attraverso una nota stampa, fa sapere che «queste strutture, collocate in prevalenza, nei territori di Foligno e Nocera Umbra, sono infisse al suolo e non smontabili, a differenza dei nuovi prototipi di moduli provvisori che saranno montati nelle zone della Valnerina. Quand’anche si volesse procedere ad un loro smontaggio e rimontaggio, i costi sarebbero addirittura superiori a quelli per l’acquisto di nuovi moduli e sarebbe inoltre alquanto complessa la procedura per certificarne l’abitabilità»;
invece, nell’intervista già citata, il consigliere Liberati spiega che «ci hanno detto che non si possono muovere», mentre l’addetto alla manutenzione dice che «si possono spostare, modificando la base, come fu fatto un anno e mezzo fa per destinarle ai pompieri». Anche chi le costruisce, intervistato, ha detto: «Queste case si possono smontare e rimontare»;
San Giuliano di Puglia, comune italiano della provincia di Campobasso, in Molise, il 31 ottobre 2002, fu colpito da un violento terremoto;
da fonti stampa, che risalgono a ottobre 2015, si apprende che San Giuliano di Puglia è stata interamente ricostruita e che il villaggio temporaneo di San Giuliano di Puglia che nel 2002 accolse i terremotati verrà trasformato in centro hub per l’accoglienza di famiglie di immigrati in grado di accogliere, a partire dalla fine del 2016, circa 500 persone;
secondo dati dell’Istat, il Molise accoglie sul proprio territorio 396,8 migranti ogni 100 mila abitanti;
dalle intercettazioni tra Massimo Carminati, Salvatore Buzzi e Luca Odevaine, che figurano nell’inchiesta «Mafia Capitale», si apprende che il clan di Carminati vede il centro temporaneo allestito dopo il sisma del 2002 a San Giuliano di Puglia da riutilizzare per l’accoglienza dei profughi, sino a mille dichiarati, ma in realtà duemila come stimato da Odevaine, come l’oggetto dell’appalto da pilotare –:
se il Governo sia a conoscenza di quanto riportato;
se non si ritenga opportuno destinare urgentemente gli alloggi utilizzati per far fronte al sisma del ’97 e il villaggio di San Giuliano di Puglia all’accoglimento degli sfollati, vittime dei terremoti del centro Italia del 2016, chiarendo se sia effettivamente possibile la rimozione delle casette e il loro trasferimento quanto più vicino alle zone di residenza delle comunità evacuate, provvedendo quindi in tal senso;
se si intendano assumere le iniziative di competenza utili a chiarire la situazione in cui attualmente versa il villaggio di San Giuliano di Puglia, in riferimento agli ospiti e alla gestione, per scongiurare eventuali infiltrazioni mafiose. (5-10000)