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Covid, la Dna: “Con scarcerazioni boss gravissimi rischi, consentito a centinaia di mafiosi di riallacciare contatti”

Covid, la Dna: “Con scarcerazioni boss gravissimi rischi, consentito a centinaia di mafiosi di riallacciare contatti”

17 Febbraio 2021

“Il sistema penitenziario, già appesantito dalla cronica situazione di sovraffollamento degli istituti penitenziari, non ha retto all’impatto con la grave pandemia che ha colpito il Paese, ne’ le misure emergenziali adottate per contenere il rischio di contagio epidemiologico tra i detenuti e tra gli addetti alla custodia degli stessi si sono rivelate adeguate alla gravissima compromissione degli standard di sicurezza all’interno delle carceri”. E’ quanto si legge nell’ultima relazione annuale della Direzione nazionale antimafia, la quale ricorda come “l’applicazione generalizzata di una interpretazione della disciplina dettata dagli articoli 146 e 147 codice penale, sganciata dalla sussistenza effettiva e attuale dei presupposti normativi, ha determinato la contemporanea scarcerazione e/o detenzione domiciliare di centinaia di detenuti di elevatissima pericolosità, alcuni anche sottoposti al regime del 41 bis, cui ha fatto seguito il concreto rischio di una gravissima compromissione dell’ordine e della sicurezza pubblica”.

Secondo la Dna, “i provvedimenti di accoglimento adottati nei confronti di condannati per gravissimi delitti di criminalità organizzata non hanno nemmeno valutato le conseguenze devastanti di una detenzione domiciliare nella località di origine, dunque, nel territorio di operatività dell’organizzazione mafiosa di appartenenza vanificando totalmente e irrimediabilmente le esigenze di prevenzione che sono alla base dei regime speciale previsto dall’articolo 41 bis e del regime di Alta sicurezza”. Gli accadimenti, si legge ancora nella relazione della Direzione nazionale antimafia, “sono troppo recenti per una valutazione complessiva della vicenda che richiede un’analisi approfondita delle ragioni e delle conseguenze di quanto accaduto nel contesto della pandemia in atto”, ma “certo è che nonostante i provvedimenti governativi che hanno tentato di porre rimedio alla conseguente gravissima situazione di pericolosità e il costante aggiornamento che questo ufficio assicura alle Dda in ordine ai detenuti AS3 e 41bis per i quali non è stata ripristinata la detenzione in carcere”, si rileva nel documento, “ad oggi risultano ancora presenti sul territorio centinaia di ‘mafiosi’, appartenenti alle diverse organizzazioni criminali (cosa nostra, ‘ndrangheta e camorra) ai quale è stato consentito di riallacciare relazioni e contatti che indiscutibilmente rafforzeranno il potere della criminalità”.

Fonte:https://ildispaccio.it/calabria/265534-covid-la-dna-con-scarcerazioni-boss-gravissimi-rischi-consentito-a-centinaia-di-mafiosi-di-riallacciare-contatti