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Così facendo, l’immagine del Paese nel mondo esce sempre più a pezzi! Se la Magistratura chiede l’arresto di un Sottosegretario per mafia, vuol dire che ha le prove

La maggioranza salva Cosentino
Nella giunta per le autorizzazioni a procedere di Montecitorio viene approvata una relazione che respinge la richiesta di arresto per il sottosegretario all’Economia, accusato di concorso esterno in associazione mafiosa. Votano compatti Pdl e Lega, il Pd si esprime contro assieme all’Italia dei Valori. Spaccata l’Udc, astenuto l’esponente dei radicali. L’Aula si dovrà pronunciare entro il dieci dicembre. Il Senato respinge le mozioni di democratici e dipietristi che chiedevano le dimissioni dal governo

La Giunta per le autorizzazioni della Camera ha respinto la richiesta di arresto, avanzata dal gip del tribunale penale di Napoli, nei confronti del sottosegretario all’Economia e coordinatore del Pdl, Nicola Cosentino, per concorso esterno in associazione mafiosa. I no all’arresto sono stati 11 (del Pdl e della Lega, più un deputato dell’Udc). I sì all’arresto sono stati 6 (4 dal Pd, uno dall’Idv, uno dall’Udc). Il radicale eletto nel Pd, Maurizio Turco si è astenuto. La delibera della Giunta ora è attesa in aula entro il 10 dicembre: la documentazione del giudice per le indagini preliminari è stata trasmessa il 10 novembre scorso e il limite per la discussione è di un mese a partire da quel momento. L’ultima parola su Cosentino spetta dunque all’assemblea.

Stamattina in Giunta risultavano assenti al momento del voto il deputato ex Pd (passato con il movimento di Francesco Rutelli) Bruno Cesario, il vicepresidente della Camera Antonio Leone (Pdl), che però ha fatto la sua dichiarazione di voto per il no all’arresto e poi ha dovuto presiedere l’aula, e l’esponente del Pdl, Francesco Paolo Sisto. Il Pd era al completo, e ha votato per il no anche il presidente della Giunta, Pier Luigi Castagnetti. Il radicale Maurizio Turco, che nei giorni scorsi aveva espresso la sua contrarietà all’arresto, oggi si è astenuto per “potere presentare – dice – una mia relazione di minoranza in aula, perché le mie motivazioni al no sono diverse da quelle della maggioranza e se avessi votato contro oggi mi sarei dovuto uniformare alle loro senza avere minuti a disposizione in aula per illustrare le mie idee”.

Da segnalare la divisione dell’Udc al momento del voto. Il partito di Pier Ferdinando Casini in Giunta ha due deputati: Domenico Zinzi e l’ex Pd Pierluigi Mantini. Il primo ha votato come la maggioranza (cioè no all’arresto). Il secondo ha votato sì all’arresto spiegando che “non c’è una disciplina di gruppo, ma che il partito ha lasciato libertà di coscienza”. Mantini aggiunge: “E’ possibile che anche in aula si ricreino degli atteggiamenti diversi di voto. Per me – conclude il deputato centrista- non c’è fumus persecutionis, ma questo non vuol dire che il partito e’ diviso”. In aula, oltre alla relazione di maggioranza di Nino Lo Presti (Pdl), ci saranno quattro relazioni di minoranza: quella di Turco per i radicali, di Marilena Samperi per il Pd, di Federico Palomba per l’Italia dei Valori e la quarta di Mantini.
Il relatore Lo Presti illustra così la sua relazione approvata dalla maggioranza: “C’è un fumus persecutionis oggettivo” e quindi “non va accolta la richiesta di arresto della magistratura napoletana”. Lo Presti aggiunge: “Negli atti non si evidenziano elementi sufficienti per sradicare Cosentino dal rapporto con i suoi elettori. Non ci sono riscontri oggettivi per l’arresto”.

Opposta l’opinione del Pd, che spiega con il presidente della Giunta Castagnetti: “C’è l’obbligo del provvedimento, siamo in presenza di 416 – bis e la custodia cautelare in carcere è un atto obbligatorio. Durante il dibattito in Giunta sono emersi elementi di solidità e di gravità degli indizi a carico di Cosentino che hanno indotto il gip ad assumere questo tipo di provvedimento”. La Samperi, capogruppo dei democratici in Giunta, aggiunge: “Abbiamo letto molto accuratamente l’ordinanza, proprio perché parlare di libertà personale è delicato a maggior ragione in questo caso che va ad intaccare il plenum dell’assemblea”.

All’attacco il leader dell’Idv Antonio Di Pietro: “L’assoluzione dell’onorevole Cosentino da parte del Parlamento è una vergogna per tutti i cittadini italiani”. L’ex pm aggiunge: “La casta si è nuovamente autoassolta. Ed è la conferma di ciò che l’Italia dei valori ripete da tempo: la maggior parte di questo parlamento ritiene che la giustizia non deve essere uguale per tutti”. Per Di Pietro, “il voto di oggi è una beffa nei confronti dei cittadini onesti e un danno per le istituzioni. Un sottosegretario con delega al Cipe, organo economico che gestisce i soldi degli italiani – conclude – non può e non deve rimanere a ricoprire quel ruolo, deve farsi giudicare come viene richiesto a tutti i semplici cittadini. I signori parlamentari che hanno protetto Cosentino si vergognino”.

Indignata anche la sinistra “extraparlamentare”. Il segretario di Rifondazione comunista Paolo Ferrero ritiene “vergognosa ed allarmante la negazione dell’autorizzazione a procedere nei confronti dell’onorevole Cosentino, sia perché mi pare sussistessero tutti i motivi perché l’arresto non apparisse persecutorio, sia perché affrontare con uno spirito di vendetta nei confronti della magistratura la discussione sulla riforma della giustizia significa andare verso uno scontro istituzionale grave”. Sarcastico Claudio Fava di Sinistra e libertà: “La camorra ringrazia. E ringrazia anche Berlusconi. E’ questo è il Parlamento che gli si addice, con una maggioranza obbediente, senza inutili scatti di dignità”.

Se Cosentino sembra essere scampato all’arresto, più a rischio è la sua candidatura alla presidenza della Regione Campania per il centrodestra. Il presidente della Camera Gianfranco Fini ha espresso nei giorni scorso più volte la propria contrarietà. Oggi a ribadire la posizione della componente del Pdl che fa capo a Fini ci pensa la direttrice del “Secolo d’Italia” Flavia Perina: “Cosentino non fa bene a insistere nel candidarsi alla guida della regione Campania. In tutto il centrodestra è opinione diffusa che sarebbe più utile un passo indietro di Nicola Cosentino, che alla fine credo ci sarà”. Meno probabili, invece, le dimissioni dalla carica di sottosegretario all’Economia: l’opposizione (compresa l’Udc) lo chiede con una serie di mozioni, presentate alla Camera e al Senato. Palazzo Madama nel pomeriggio ne ha già respinte due, presentate da Pd e Idv.
Francesco Scommi

(Tratto da AprileOnline)