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Cos’è cambiato a Fondi? Niente, proprio niente…

Un incontro con i ragazzi della scuola media “Garibaldi-Milani” di Fondi sul problema delle illegalità e delle mafie bello, interessante e partecipato.

Bravi la Dirigente Scolastica Professoressa Maria Civita Paparello, la vicepreside, gli insegnanti e tutti i loro collaboratori.

I ragazzi ed i presenti si sono mostrati interessati in maniera lodevole ed hanno vivacizzato l’incontro con una serie di domande e considerazioni estremamente interessanti.

Assenti del tutto le rappresentanze politiche; della stampa, mentre delle istituzioni hanno partecipato solamente un assessore comunale ed il funzionario dirigente il locale Commissariato della Polizia di Stato.

Assenti, benché annunciati fra i “partecipanti”, i rappresentanti dell’Arma dei Carabinieri, un cui componente, comunque, ha introdotto i lavori e, soprattutto, la Guardia di Finanza.

Queste latitanze, soprattutto a Fondi città, com’è noto, che lamenta una presenza mafiosa asfissiante, non riusciamo a sopportarle in quanto rappresentano la prova lampante, malgrado quello che si è verificato e si verifica, di un disinteresse al fenomeno che noi stiamo denunciando da anni da parte delle istituzioni locali.

E’ inutile cincischiare e girare attorno all’angolo.

Dopo quanto si è verificato, a Fondi uno Stato autorevole e seriamente determinato a combattere le mafie avrebbe dovuto cambiare anche le pietre.

Non è successo e probabilmente non succederà.

Nel silenzio generale!!!

E questo rappresenta il nostro cruccio perché un’antimafia parolaia non serve proprio a niente.

Anzi, essa determina un aggravamento dello stato di sfiducia nelle istituzioni da parte dei cittadini perbene ed un conseguente processo di assuefazione al fenomeno mafioso al punto da eliminare quei pochi anticorpi che sopravvivono, almeno ad oggi, allo sfacelo morale, culturale, sociale, politico ed istituzionale.

Proprio oggi hanno avuto inizio presso il Tribunale di Latina le procedure per il processo relativo all’inchiesta “Damasco 3” che vede coinvolti esponenti politici, ex amministratori, funzionari e così via.

Non riteniamo che questo sia sufficiente per fugare tutte le nebbie esistenti sul territorio perché la morsa delle mafie non è affatto allentata.

Ci sarà ancora da lavorare pesantemente perché fino a quando non si alzerà il tiro e continueranno a volare gli stracci saremo sempre punto ed a capo.

Parlavamo in altre nostre note di un “ qualcosa” che frena, blocca; un “qualcosa” sospeso nell’aria ma che incide, decide, comanda, indirizza, indica i percorsi.

Fino a quando non avremo individuato il cuore di quel “qualcosa”, non avremo risolto alcunché.

Una domanda impertinente ci frulla nel cervello senza darci tregua.

Anzi, due:

-perché non si è riusciti (?) a dare una risposta convincente sulle vere cause che hanno portato al suicidio il Comandante della locale Compagnia della Guardia di Finanza Capitano Fedele Conti?;

-perché, dopo quello che è successo e si è accertato finora, non è stata decisa la costruzione di un nuovo impianto investigativo costituito da persone esperte e altamente capaci, come è stato fatto a Cassino?

Tutto è rimasto come prima, con nemmeno una virgola cambiata.

E’ la solita regola gattopardesca, si cambia l’abito per non cambiare le persone, i ruoli e le situazioni.

Con tanta gente che continua a guardare indifferente, silente ed inerte…