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Cosa si nasconde dietro i roghi a Fondi?

Si attende la relazione ufficiale dei vigili del fuoco per stabilire se la causa del rogo in cui sono andate distrutte delle serre lungo la Flacca, all’altezza della zona costiera di Capratica, nel pomeriggio di domenica, sia dolosa o meno. Le indagini sono condotte dal commissario Massimo Mazio, dirigente la stazione di polizia di Fondi. Intanto va ridimensionato il numero delle strutture serricole andate in fiamme. Sono, infatti, una quindicina le serre completamente distrutte. C’è da dire, poi, che queste erano da tempo abbandonate e non tutte appartengono al 59enne Franco Peppe, commerciante del Mof coinvolto nell’inchiesta “Damasco 2” svolta dalla direzione distrettuale antimafia di Roma. Il pericolo di veder distrutto il raccolto di una stagione, comunque, l’hanno corso gli agricoltori che hanno i loro campi vicini al focolaio di un incendio, che ha richiesto circa sei ore di lavoro dei “Falchi” della protezione civile di Fondi per lo spegnimento. Insomma, sono 2-3 gli ettari bruciati. E sono ettari sui quali, insieme ad altri contigui e appartenenti anche ad altri proprietari, si era formato un consorzio per una lottizzazione edilizia convenzionata. Lottizzazione, va detto, prevista dal vecchio Piano Regolatore di Fondi del 1978. Il consorzio di lottizzatori era comunque arrivato speditamente a regolarizzare tutte le pratiche per gli inizi dei lavori contro i quali si erano opposte le organizzazioni ambientaliste e i partiti di minoranza che temevano una ulteriore e sempre più massiccia colata di cemento nella zona costiera di Fondi. Il progetto, alla fine, è stato vanificato dall’approvazione da parte delle Regione del Piano Territoriale Paesaggistico, che ha dichiarato inedificabile una zona da altissima vocazione agricola, che resta ancora la prima voce dell’economia della Piana di Fondi.

Gaetano Carnevale
(Tratto da Il Messaggero)