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CORTE D’APPELLO, SANTACROCE DENUNCIA POCHE RISORSE E AUMENTO CRIMINALITÀ

ROMA – «Solo restituendo credibilità al ruolo del giudice, e affermandone l’affidabilità e le prerogative essenziali di autonomia e di imparzialità si potrà rafforzare la fiducia nella giustizia che, secondo l’ancora attualissima lezione di Piero Calamandrei «è un bene comune, il più prezioso dei beni comuni. E le ansie che lo concernono sono ansie di tutti i cittadini».

Così Giorgio Santacroce, primo presidente della Corte d’Appello di Roma, ha concluso l’ampia relazione sulla situazione della giustizia nel distretto del Lazio e della capitale, fatta sabato mattina nel corso della cerimonia per l’apertura dell’Anno Giudiziario.

La carenza di risorse economiche e di organico, infatti, sta mettendo in crisi anche il settore dei giudici di pace, figura giuridica nata da pochi anni per decongestionare il sistema giudiziario.

Secondo Santacroce, «oggi la categoria ha l’acqua alla gola ed è diventata un settore “ad alto rischio” perché non riesce a svolgere più quel ruolo deflattivo per cui è nata, avendo finito per ammalarsi degli stessi mali che avrebbe dovuto guarire: la lentezza dei processi, i ritardi nel deposito delle motivazioni delle sentenze, il crescente malessere degli utenti».

Dalla relazione è emerso il fatto che «è aumentato in misura apprezzabile l’arretrato, favorito in buona parte da ricorsi spediti per posta (solo a Roma ne vengono inviati 500-600 al giorno). È in crescente aumento la durata dei procedimenti civili (da 552 a 838 giorni). Le risorse a disposizione sono sempre di meno, il personale di cancelleria è ridotto all’osso, mancano computer e fotocopiatrici e quelli in funzione sono vecchi e lenti».

Secondo la relazione sull’amministrazione della giustizia nel distretto di Roma, i nove tribunali del Lazio registrano complessivamente un forte aumento delle pendenze (173.282 contro le 148.294 dell’anno scorso), a causa di un incremento delle sopravvenienze (131.878 contro 120.835) e nonostante l’aumento di procedimenti definiti (106.887 contro 105.885). «La situazione di maggior sofferenza riguarda i procedimenti che si svolgono davanti ai gip/gup, che sono stati costretti a fronteggiare nel periodo di riferimento 83.762 procedimenti contro noti rispetto ai 72.706 dell’anno scorso e, nonostante l’aumento di quelli esauriti (61.460 contro 61.062), le pendenze dei rispettivi uffici sono balzate a 114.120 unità contro le 91.818 dell’anno prima (+24,3%)».

Sull’attività criminale nel distretto della Corte di Appello di Roma, il presidente Giorgio Santacroce ha sottolineato che «sul versante interno le indagini svolte sull’area anarco-insurrezionalista continuano a rivelare una forte coesione operativa-ideologica tra gruppi anarchici presenti nel territorio della provincia di Viterbo impegnati a contestare l’istituzione penitenziaria e a rilanciare la lotta armata. Sullo stesso fronte si indaga a Roma su un tentativo di rilancio della lotta armata di matrice marxista-leninista da parte di nuove formazioni delle Brigate rosse, di difficile collocazione territoriale».

Esaminando le zone in cui è più forte la presenza di criminalità organizzata, il magistrato ha evidenziato come permangano infiltrazioni mafiose per la presenza di alcune «famiglie originate dal soggiorno obbligato di molti esponenti storici».

«Mentre nel sud Pontino – ha rilevato ancora Santacroce – permangono infiltrazioni mafiose, il circondario di Tivoli (in particolare i comuni di Guidonia, Montecelio, Castel Madama, Rignano Flaminio, Morlupo, Castelnuovo di Porto e Campagnano Romano) seguita ad esser luogo privilegiato di incontri tra elementi malavitosi italiani e stranieri dediti al traffico su scala internazionale di sostanze stupefacenti. Tra le persone segnalate figurano alcuni soggetti legati a famiglie della ‘Ndrangheta calabrese sospettate di dedicarsi all’usura e al riciclaggio di denaro sporco nonché al sostegno logistico di latitanti».

Crescono anche «i tentativi di rapina e di estorsione, da collegare al fenomeno del ’bullismo’ al quale vanno riferiti anche molti episodi di lesioni personali (573 rispetto ai 281 del periodo precedente, +103,91%), di violenza privata, di minaccia e di rissa (65 contro 37, +75,68%)».

Infiltrazioni della criminalità organizzata sono possibili anche nel Centro agroalimentare di Roma, situato tra il comune di Roma e quello di Guidonia, mentre cresce in maniera esponenziale il traffico di sostanze stupefacenti. Tra i delitti di più alto allarme sociale, aumentano omicidi, tentativi di omicidio, di rapina e di estorsione.

Crescono anche le morti bianche dovute alla violazione delle norme per la prevenzione degli infortuni sul lavoro, e i casi di responsabilità professionale medica.

Santacroce si è poi soffermato su episodi singoli di maggior efferatezza e richiamo, avvenuti tra l’altro a Guidonia e al Parco della Caffarella, ed ha accennato anche al caso di Rignano Flaminio, dove si sta per concludere l’indagine a carico dei maestri accusati di violenza sui bambini della scuola materna ‘Olga Rovere’.

La relazione ha preso in esame anche il nuovo reato di «stalking», che comprende gli atti persecutori commessi verso le persone, sottolineando che «numerosi sono stati i procedimenti originati dal nuovo reato». «La Procura di Roma fino al 30 giugno scorso ha aperto ben 232 procedimenti. Si tratta di un reato severamente punito e finalmente dà giustizia a persone che per anni hanno dovuto accontentarsi della debole tutela giuridica offerta dal reato di molestie, che è un semplice reato convenzionale. Nulla in confronto ai pericoli di ritorsione cui si esponevano le vittime con la presentazione della denuncia».

Il presidente della Corte di appello ha parlato anche di abusivismo edilizio, un fenomeno vastissimo che interessa sia le zone urbane periferiche, sia quelle verdi di particolare pregio ambientale, gravate da vincoli e comprese nei parchi di Veio, Appia Antica e Pigneto, e nelle riserve regionali. «Il progressivo stravolgimento delle aree interessate – ha aggiunto Santacroce – ha rafforzato sempre più nei cittadini la convinzione di una sostanziale impunità, anche per l’assenza di un’efficace azione di contrasto da parte delle amministrazioni territorialmente competenti». Nel parlare dei reati maggiormente in aumento nel distretto giudiziario, Santacroce ha espresso preoccupazione per la situazione relativa alla criminalità informatica. L’aumento riguarda soprattutto le interferenze illecite nella e i casi di trattamento illecito di dati personali.

(Tratto da Quartieri OnLine)