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Contributi Covid alla società di Vincenzo Polverino, maxi sequestro al figlio del boss di Marano

Contributi Covid alla società di Vincenzo Polverino, maxi sequestro al figlio del boss di Marano

Di Antonio Mangione

19 Maggio 2022

Era destinatario di due interdittive antimafia Vincenzo Polverino, l’imprenditore indagato dalla Guardia di Finanza per indebita percezione di finanziamenti e contributi pubblici connessi all’emergenza Covid. Le Fiamme Gialle hanno sequestrato beni immobili e mobili, tra cui denaro contante, oggetti d’oro, orologi di pregio, Rolex, penne e monete d’oro, effetti cambiari, polizze assicurative, depositi e titoli bancari per circa 245mila euro

Secondo la DDA di Napoli – che ha coordinato le attività investigative degli specialisti del “Gruppo Tutela Spesa Pubblica” supportati dei colleghi del G.I.C.O. e del comando provinciale – la persona indagata, raggiunta da una interdittiva antimafia, avrebbe beneficiato illecitamente di finanziamenti pubblici messi a disposizione delle piccole imprese per fronteggiare la pandemia omettendo, nella richiesta, informazioni che avrebbero compromesso la concessione del sostegno.

Polverino è il figlio del super boss Giuseppe Polverino, a capo dell’omonimo clan. Il giovane imprenditore avrebbe omesso – all’atto di richiesta dei finanziamenti pubblici – di indicare (come previsto dalle normative vigenti) di essere stato destinatario di ben due interdittive antimafia disposte un paio di anni fa dalla prefettura di Napoli.

Una delle sue attività, una macelleria, era attiva fino a un anno e mezzo fa nel centro di Marano.

Nicola Morra (commissione antimafia)

Quello nella foto è Vincenzo Polverino, figlio del super boss Giuseppe. Oggi è indagato dalla Guardia di Finanza di Napoli per aver preso illecitamente contributi per l’emergenza Covid, ai quali non aveva diritto perché destinatario di un’interdittiva antimafia per l’attività di macelleria a Marano (poi ceduta a terzi). L’indagine ha portato al sequestro a Polverino junior di beni mobili e immobili per un valore di circa 245 mila euro. Vincenzo Polverino è, tra l’altro, attualmente rinviato a giudizio in un procedimento per camorra.

Questo caso dimostra l’efficacia delle interdittive antimafia nel contrasto ai fenomeni criminali di invasività e pervasività nella “res publica”. Un sistema che ha funzionato benissimo fino alla data di entrata in vigore del D.L. 152/91 del 6.11.2021, ovvero quello recante le disposizioni sull’attuazione del PNRR e la “prevenzione” delle infiltrazioni mafiose che ne ha concretamente ridotto le potenzialità di contrasto alla criminalità. A causa di queste modifiche le interdittive oramai non fanno più paura alla mafia. Le prefetture per emettere un provvedimento interdittivo hanno bisogno di tempi biblici.

Si consideri che dal novembre 2021 la prefettura di Napoli nonostante gli sforzi messi in campo dal GIA , ha potuto emettere 9 provvedimenti interdittivi peraltro gravati dal rischio di essere annullati dai tribunali amministrativi a causa delle diffuse e dilatorie incombenze istruttorie introdotte dalla nuova normativa con il “contraddittorio preventivo”, la “prevenzione collaborativa” e l’”agevolazione occasionale”. Questo, per spiegarvi in concreto, perché ho criticato certe norme e rinnovo l’allarme, in difesa dello strumento delle interdittive antimafia”.

Fonte:https://internapoli.it/vincenzo-polverino/