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Continua l’attacco alla Magistratura. Siamo ancora in uno stato di diritto?

Caso Mills, cresce la tensione
Berlusconi ancora non ha scelto la data per intervenire in Parlamento, ma crescono i sospetti all’interno dell’opposizione. Il segretario del Pd Franceschini: “Berlusconi non ha trovato due minuti di tempo Caper venire in aula a parlare dei problemi degli italiani, ma vuole venirci per autoassolversi e sollevare un polverone politico”. Di Pietro annuncia la mozione di sfiducia, Ferrero chiede le dimissioni, Vendola chiede un vertice delle minoranze per concordare un’azione comune. L’Anm replica alle accuse

Non si placa la bufera sul “caso Mills”: il centrodestra compatto difende Berlusconi e il portavoce, Paolo Bonaiuti, parla di “attacco politico a orologeria” e poi alle opposizioni dice: “Abbiamo sentito tanti distinguo, ma quando arriva la sentenza politica, il Pd si dimostra giustizialista come Di Pietro”. Incognite, intanto, sull’ipotesi annunciata dallo stesso Berlusconi di riferire sulla vicenda in Parlamento. Le minoranze sono sospettose sulla circostanza, che potrebbe trasformarsi in uno spazio di risonanza per il premier impegnato nell’ennesimo attacco alla magistratura. Palazzo Chigi ancora non ha concordato la data. Ma l’avvocato – deputato Niccolò Ghedini suppone: “Immagino che verrà quando l’agenda glielo consentirà, compatibilmente con i lavori parlamentari”. Ghedini smentisce l’indiscrezione di stampa che parlava di un dossier, pronto da tre anni, che Berlusconi si preparebbe a presentare nel corso dell’intervento.

Il segretario del Pd, Dario Franceschini, dice che “Berlusconi non ha trovato due minuti di tempo per venire in aula a parlare dei problemi degli italiani, ma vuole venirci per autoassolversi e sollevare un polverone politico”. Più duro Antonio Di Pietro, secondo cui “sarebbe inaccettabile avere una sentenza parlamentare. Berlusconi come tutti gli italiani deve andare a difendersi in tribunale. Se Berlusconi viene ad accusare la magistratura in Parlamento è un attacco alla Costituzione e una violazione al principio della divisione dei poteri”. Il leader dell’Italia dei valori promette, all’arrivo del premier in Aula, una mozione di sfiducia e, dice l’ex pm, “sfidiamo a firmarla tutti coloro che hanno messo la legalità e la questione morale come tema prioritario”.

Il segretario di Rifondazione comunista, Paolo Ferrero, incalza: “Dopo la sentenza sul caso Mills, Berlusconi ha un’unica strada davanti a sé, quella delle dimissioni, perché non ha più l’autorità morale per fare il presidente del Consiglio”. Berlusconi, chiosa Pier Ferdinando Casini, non deve impegnare “tutto il tempo per parlare dei suoi problemi giudiziari. C’e il lodo Alfano, ora stia tranquillo”. Il leader di Sinistra e libertà Nichi Vendola chiede un vertice delle opposizioni per concordare “un’azione comune, volta a ottenere il ripristino della legalita’ e della democrazia reale”.

“E’ evidente che l’opposizione ha perso la testa – afferma Fabrizio Cicchitto, capogruppo del Popolo della libertà alla Camera – e, vedendo che non aggrega consenso nel Paese, punta tutte le sue carte su un attacco frontale e personale contro Berlusconi. Il centrodestra né si farà intimidire né accetterà provocazioni, ma darà una risposta sul terreno del governo del Paese”. Cicchitto aggiunge: “‘Oggi vale il lodo Alfano perché altrimenti subiremmo una destabilizzazione totale di tutto il sistema politico italiano in un momento delicatissimo’”.

Fuori dalle aule parlamentari prende posizione l’Anm: “E’ inaccettabile che da parte di esponenti politici e di rappresentanti del governo vengano rivolte invettive e accuse di carattere personale nei confronti dei componenti del collegio del tribunale di Milano. La critica dei provvedimenti giudiziari è sempre legittima, ma è grave che vengano messi in discussione, e con i toni denigratori utilizzati, non il merito del provvedimento, ma l’indipendenza e l’imparzialità dei giudici. In questo modo si minano fondamentali principi costituzionali”. A stretto giro di posta replica Daniele Capezzone, portavoce del Pdl: “Spiace dover constatare che, ancora una volta, l’Anm parli e agisca come una cellula politica, dedita a combattere una battaglia di parte contro quelli che considera avversari politici”. Ma l’Anm ha risposto soprattutto alla dura conferenza stampa del Cavaliere, dove ha rivolto pesanti accuse al tribunale di Milano (parlando di sentenza “scandalosa” e “contraria alla realtà” e giustizia “ad orologeria”), riprese da tutti i fedelissimi.

Interviene anche l’avvocato Mills, la cui condanna, e le successive motivazioni, hanno acceso le polveri: “Quando il caso sarà chiuso certamente parlerò. Sono deluso e sorpreso ma faremo appello, e l’appello ha un’eccellente prospettiva di successo, ma non voglio aggiungere altro oltre al fatto che sono deluso e sorpreso”.
Francesco Scommi

(Tratto da www.aprileonline.info)