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Consip, al via il processo sul mega appalto truccato 

Il Fatto Quotidiano, Giovedì 11 Aprile 2019

Consip, al via il processo sul mega appalto truccato

GIANNI BARBACETTO

Il “più grande appalto d’Europa ” è arrivato davanti a un giudice. È in corso a Roma l’udienza preliminare per la gara Consip da 2,7 miliardi di euro. La centrale acquisti della pubblica amministrazione italiana, controllata dal ministero d el l ’Economia, nel marzo 2014 aveva bandito una mega-gara per la gestione di servizi, pulizia e manutenzione degli uffici pubblici in tutta Italia. È la Fm4 (Facility management 4), che nel 2016 arriva all’apertura delle buste, con una classifica provvisoria che premia la Romeo Gestioni (tre lotti per 609 milioni), Manutencoop (quattro lotti per 532 milioni), Cofely (quattro lotti per 582 milioni). Escluse Dussman e Siram, che alla fine conquistano quattro lotti, ma soltanto per l’esclusione dalla gara dell’azienda Manital.

A FINE 2016 parte l’inchiesta del pm di Napoli Henry Woodcock che porta all’arresto dell’imprenditore Alfredo Romeo, coinvolge il padre d el l’allora presidente del Consiglio, Tiziano Renzi (per il quale i pm hanno poi chiesto l’archiviazione) e svela le fughe di notizie attribuite all’al – lora ministro Luca Lotti e al comandante generale dei carabinieri Tullio Del Sette. Poi l’indagine passa per competenza a Roma e ora il procuratore aggiunto Paolo Ielo e il sostituto Mario Palazzi chiedono al giudice dell’u di en za preliminare di rinviare a giudizio per turbativa d’asta tredici imprenditori e manager delle aziende coinvolte. Tra questi Alfredo Romeo, amministratore della Romeo Gestioni, e i manager di Manutencoop, Cns, Cofely, Manital, Gestione Integrata, Siram e Sti. L’accusa è di avere stretto accordi sotterranei per vincere le gare, in spregio alla libera concorrenza. Gli imputati sono accusati di “collusioni consistite in accordi preordinati alla ripartizione” degli appalti. “Nel quadro di accordi complessivi intesi alla ripartizione di lavori di stazioni appaltanti pubbliche in generale e di Consip spa in particolare”. Obiettivo: mantenere le “quote di mercato preesistenti” e “impedire l’ingresso di altri competitors nel settore”. Per raggiungerlo, i vertici delle cooperative e delle aziende coinvolte, secondo l’accu sa, presentavano “offerte concordate in maniera tale da non realizzare sovrapposizioni competitive sui singoli lotti di gara” (le cosiddette “offerte a scacchiera”); presentavano “offerte finalizzate per ciascun lotto ad alterare le medie dei punteggi di gara”(le cosiddette “offerte d’a p p og g i o”); occultavano i “centri co-decisionali unici in relazione a diversi offerenti”, cioè la regia unica tra aziende in teoria concorrenti; condividevano in maniera sotterranea “inf ormazioni e dati sensibili tra diversi offerenti” che in pubblico erano in competizione tra loro. E promettevano subappalti ad aziende concorrenti (con “accordi compensativi”) per accontentare tutti.

LA VICENDA è stata sviluppata, per gli aspetti penali, dalla Procura di Roma, parallelamente all’indagine dell’Auto – rità antitrust che il 20 aprile dovrà decidere le eventuali sanzioni amministrative. L’ipotesi d’accusa è che Romeo abbia stretto accordi sotterranei con altre aziende (Manutencoop, Cns, Manital…) per spartirsi il mercato del “più grande appalto d’Europa” e tenere fuori aziende come Dussman, ma abbia anche subìto il “tradimento” degli “amici”, che su un lotto hanno stretto un accordo anche con Cofital. Tra le prove raccolte, intercettazioni, email e documenti. Molti raccolti dai pm e dalla Guardia di finanza, alcuni offerti volontariamente agli investigatori dai nuovi vertici di Cns, che non volevano essere coinvolti nelle manovre dei loro predecessori. Tra questi, il “bigliettino rosa”che riporta su un lato i nomi di tre manager (di Manutencoop, Cofely e Manital) che il 12 giugno 2017 hanno partecipato a un incontro riservato con Cns sulla gara Fm4. Agli atti c’è anche una lettera anonima arrivata alla Cns che ha per titolo: “Terzo messaggio al Cns del Gruppo di Amici che non vi lascerà soli”: spiattella i nomi di chi “organizzava quel gran popò di cartelli” (così è scritto), cioè chi preparava i giochetti per spartirsi gli appalti.