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CONDIVIDO”,”CONDIVIDO” . E POI ?…………

E’ inutile piangersi addosso,scrivere “condivido”,formulare su Fb giudizi che pochi leggono o comprendono,se non si passa,poi,alle cose concrete,all’azione, ed anche all’individuazione e alla segnalazione delle singole criticità,ai problemi che non vanno,uno per uno ,denunciandoli, per ottenerne la soluzione.
Ma in gruppo,non individualmente,perché é l’associazione che ti dà forza e legittimazione a parlare con la certezza di essere ascoltato da qualcuno.
La guerra si fa in gruppo,con gli eserciti,non da soli,ben armati,perché il nemico che combattiamo -le mafie- è un esercito potente e ben armato che si può sconfiggere non di certo con le chiacchiere o con gli slogan
Ed é solo attraverso/e nell’associazione che si acquisisce quella visione d’insieme,il quadro,che ti consente di “capire” a fondo la drammaticità della situazione nella quale ci troviamo e,soprattutto,quali possono essere le metodologie ed i mezzi da usare per contrastarla.
Perché non basta diagnosticare il male senza,poi,far seguito con una cura adeguata.
Per combattere “o sistema” è necessaria l’organizzazione.
Un ‘organizzazione,però, non parolaia,ma,al contrario,che abbia capacità , voglia e libertà di individuare i punti critici dei piani di contrasto e di chiedere eventualmente le necessarie correzioni.
Le carenze ed i ritardi culturali,ad esempio, nella comprensione del fenomeno mafioso che abbiamo registrato talvolta in alcune settori della magistratura e delle forze dell’ordine in alcune aree del Paese,come il Lazio, hanno provocato e provocano un gravissimo nocumento all’efficacia dell’azione contro le mafie.
Giova ricordare al riguardo la sentenza del Tribunale di Roma che condannò i componenti della banda della Magliana solamente per associazione a delinquere e non ,invece ,per associazione a delinquere di stampo mafioso.
Quando noi parliamo di “qualità” delle indagini,un discorso che sentiamo,purtroppo, da pochi e che,invece,é vitale se si vuole fare EFFETTIVAMENTE la lotta alle mafie imprenditrici ,politiche ed anche istituzionali.
Se il maresciallo della tale stazione dei carabinieri o l’ispettore di tale commissariato della Polizia di Stato delegati a svolgere un’indagine di mafia non sono stati preparati,ad esempio, a comprendere l’importanza che hanno una visura camerale,un bilancio di un comune o di una società ,una variante urbanistica,un passaggio di proprietà,una variazione della destinazione d’uso e così via,di quale lotta alle mafie stiamo parlando ?
E quando poi ascoltiamo da un Procuratore della DDA che del contenuto di tale intercettazione sarebbe stato messo a conoscenza,come sarebbe avvenuto a Latina,l’intercettato ,quale speranza possiamo più nutrire che un’indagine possa portare ad un esito positivo?
Ecco,abbiamo voluto citare solo alcuni esempi di talune criticità,ma ne potremmo citare tantissimi altri.
Un’associazione antimafia seria ha il DOVERE di calarsi “dentro” i problemi.
Essa DEVE essere in grado di valutare se il tale Prefetto,il tale Questore,i tali Comandanti Provinciali della Guardia di Finanza o dei Carabinieri,i tali Comandanti di Compagnie,Stazioni,Brigate ecc. sono persone preparate,attente ed attive e,ove dovessero non esserlo,essa ha il DOVERE di farlo presente,con garbo e in un’ottica di collaborazione,nelle sedi ed alle persone competenti ,con le quali,ovviamente,bisogna avere dei canali di comunicazione.
Alcuni amici a volte ci chiedono “io voglio impegnarmi a combattere le mafie. Ma come si fa ?”.
La risposta é sempre la stessa:
” Intanto iscriviti ad un’associazione seria e che faccia la lotta in maniera disinteressata e senza fini di lucro o politici. E,poi,comincia a “guardarti attorno” partendo dall’assunto che oggi la mafia va sempre alla ricerca di una sponda politica ed istituzionale. Ed é,pertanto,nella politica e nelle istituzioni,oltre che fra i professionisti, che vanno ricercati i suoi sodali. Se vedi o senti qualcosa di sospetto ,segnalalo subito alla tua associazione perché bisogna intervenire PRIMA che i fatti succedano,non DOPO che sono successi , quando il danno é stato già fatto e la mafia si é insediata sul tuo territorio. Saranno i vertici della tua associazione a valutare “come” e “dove” intervenire”.
In questi giorni é stata pubblicizzata la pubblicazione di un saggio di Antonio Giangrande che ,parlando del Molise,si sofferma ad analizzare le metodologie di azione di alcune Associazioni antimafia ed antiracket.
Vogliamo concludere questa nostra nota riportandone,come abbiamo già fatto sul sito dell’Associazione Caponnetto,il link:

TUTTO SUL MOLISE, QUELLO CHE NON SI OSA DIRE.
Pubblicato 27 Dicembre 2014 | Da admin3
https://books.google.it/books?id=7BBW312qSjgC questo è il link su cui puoi trovare un illuminante riferimento all’Associazione Caponnetto oppure vai su: ASSOCIAZIONE CAPONNETTO MOLISE, poi su: IL MOLISE- RISULTATI DA GOOGLE LIBRI. E potrai trovare nelle prime 50 pag. del libro quanto l’autore scrive di alcune Associazioni antimafia,fra le quali la Caponnetto .