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Concordiamo con il SIULP quando sostiene che non servono le chiacchiere

Concordiamo con il SIULP quando sostiene che dichiarazioni ed attestati di solidarietà alle forze dell’ordine ed alla magistratura in provincia di Latina non servono a niente se non supportati da atti concreti.

C’è troppa gente in provincia di Latina che si sbraccia nel dichiarare, nei momenti di alta tensione, la propria vicinanza a coloro che combattono contro il crimine, senza, però, far niente in loro sostegno.

Questa, purtroppo, è una provincia in gran parte omertosa e la gente non mostra quell’orgoglio dell’appartenenza che è la molla che fa scattare la reazione di fronte ad un drammatico problema qual’è quello del radicamento mafioso.

Va detto anche che c’è anche un’altra parte della società pontina, fortunatamente ancora minoritaria, che non prova alcuna vergogna nel collaborare, direttamente od indirettamente, con le mafie.

Abbiamo letto con un profondo senso di disgusto alcuni attestati di solidarietà al Questore ed agli altri poliziotti minacciati in questi giorni dalla mafia da parte di soggetti che noi riteniamo i primi responsabili della situazione in cui ci troviamo.

Non si è mafiosi solamente se organicamente si fa parte delle organizzazioni criminali.

Si è mafiosi anche –e, forse, soprattutto –se si assiste con indifferenza e senza reagire al processo di invasione di un territorio.

Non pretendiamo che tutti si trasformino in investigatori.

Ma è un dovere di ogni cittadino onesto collaborare con chi istituzionalmente è preposto al contrasto della criminalità, segnalando ogni suo pur minimo sospetto di insediamento o investimento mafiosi o anche di favoritismo, da parte di

esponenti politici o istituzionali, dei mafiosi.

Questo, purtroppo, finora non è mai avvenuto.

Come pure non è avvenuta una pur minima reazione, da parte della parte onesta della comunità pontina, al linciaggio subito da un Prefetto, qual’è stato Bruno Frattasi, che coraggiosamente si è battuto contro il crimine, senza fare sconti a chicchessia.

E di questo i cittadini onesti pontini dovrebbero vergognarsi perché, in un momento drammatico della storia della provincia di Latina, sono rimasti inerti di fronte alla barbarie mafiosa che sta avvelenando i tessuti anche sociali e culturali, oltre che quelli economico e politico.

Noi abbiamo fatto e stiamo facendo quanto possiamo, non limitandoci alla chiacchiere, rischiando e pagando anche alti costi, compresi anche l’ostracismo e l’isolamento ai nostri danni decretati da alcuni settori della politica ed anche di certa stampa.

Ciò, però, non ci ha mai scoraggiato nella nostra opera di contrasto della mafie, un contrasto fatto non di parole, come chi deve sapere sa molto bene.