Cerca

Concessa anche l’autorizzazione integrata ambientale al gassificatore di Malagrotta

Qualche giorno fa segnalavamo che pressioni ultimative venivano esercitate per il rilascio dell’ Autorizzazione Integrata Ambientale al gassificatore di Malagrotta da parte dell’ ingranaggio di potere che vuole a tutti i costi il gassificatore a Malagrotta – quest’ area notoriamente già avvelenata della campagna romana a ridosso della città.

Così è stato e la Regione Lazio ha proceduto ieri alla bisogna nonostante che i controlli ambientali su tutta l’ area siano ancora in altissimo mare, nonostante che un’ esauriente e aggiornata indagine epidemiologica dell’ area non sia disponibile, nonostante che uno “studio di sicurezza integrato dell’ area vasta ” (ex Dlgs.334/99 – noto come Decreto Seveso II), formalmente richiesto dal Comune fin dal 2003, NON SIA MAI STATO FATTO, e nonostante che una missione indipendente di verifica delle emissioni e in particolare del controllo della diassina – pur discussa e approvata in Commissione Ambiente del Comune – non abbia mai potuto decollare.

Questa è la situazione. Una discarica che rappresenta un “mostro” ambientale assoluto a livello mondiale, con i suoi 50 o 60 milioni di tonnellate di rifiuti romani (equivalenti a tre volte la produzione annuale italiana di rifiuti… !) intasati in quest’ area fin dagli Anni 60, a detta dello stesso titolare dell’ impianto. E ora anche, dentro la discarica, e ad immediato contatto con la Raffineria di Roma e con depositi di carburante e di gas, con l’inceneritore dei rifiuti ospedalieri, con le decine di cave, la centrale elettrica ed altri impianti, ora anche a pieno esercizio il gassificatore, un impianto dalla tecnologia che non ha precedenti e malauguratamente CHIUSO nel 2004, dopo esser stato il modello nella procedura autorizzativa per il gassificatore di Malagrotta.

Per quanto riguarda la procedura dell’AIA, inutilmente (per ora), dati gli imperativi dall’alto, l’avv. Francesca Romana Fragale, a nome dei comitati di cittadini, ha inoltrato una diffida formale all’Amministrazione regionale richiamando l’attenzione sull’assurdità flagrante del rilascio dell’AIA mentre è ancora in pieno corso l’indagine – su diversi filoni – della Procura della Repubblica di Roma, che già ha dovuto procedere ad un primo sequestro dell’impianto, com’è noto, in clamorosa contemporaneità con l’inaugurazione dello stesso.

Da segnalare, infine, la posizione del prof. Paolo Togni, capo dipartimento X del Comune, che non si è opposto al rilascio dell’autorizzazione “fermo restando che il Sindaco, in qualunque momento, qualora lo ritenga necessario, può intervenire mediante l’ emanazione di ordinanze contingibili e urgenti per l’interruzione delle attività sull’intero sito di Malagrotta”

Vuol dire che se i controlli non ci saranno – o saranno la solita presa in giro – bisognerà arrivare all’ “extrema ratio” di chiudere tutto e trovare un altro sito.