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Comunicato del comitato Malagrotta sul piano rifiuti di Marrazzo

Il piano rifiuti presentato da Marrazzo il 24 giugno, l’ultimo – si spera – di una lunga serie, ricalca sostanzialmente tutte le contraddizioni e i condizionamenti imposti da una scelta: quella di affidare al privato monopolista la responsabilità della gestione dei rifiuti nel Lazio.

Soprattutto non è un piano rifiuti, ma è un compromesso, una mediazione tra diversi interessi, tra i quali quelli dei cittadini contribuenti sono all’ultimo posto.

Le anticipazioni dei mass media dei giorni precedenti e uno studio pieno di tabelle e dati fatto circolare prevedevano:

ü      l’obiettivo del raggiungimento della Raccolta Differenziata al 44,5%(che precisione!) nel 2012;

ü      il gassificatore di Albano;

ü      l’innalzamento della discarica di Malagrotta e/o l’apertura di un’ulteriore discarica in località Monti dell’Ortaccio, a poche centinaia di metri da quella di Malagrotta e, di fatto, un allargamento della stessa.

Ma questo studio, che si presume abbia impegnato esperti e tecnici per settimane e mesi, ha trovato l’opposizione di una parte della maggioranza che governa la Regione Lazio.

E così la presentazione del piano di Marrazzo è prima stata spostata dalle 11.00 alle 14,30 per poi iniziare dopo le 16.00, nella spasmodica ricerca di un accordo, o meglio di un compromesso, con la Sinistra.

I numeri e le soluzioni sono allora cambiati, diventando:

ü      la Raccolta Differenziata al 50% nel 2011;

ü      del gassificatore di Albano non si è parlato, pur se si è fatto cenno ad un’ulteriore necessità di combustione per 160.00 tonnellate/anno;

ü      le discariche verranno ampliate e prolungate fino al 2012, fino all’entrata a regime degli impianti, ma senza fare nomi o indicare luoghi.

Ora c’è da chiedersi che credibilità possa avere un Piano Rifiuti che è stato studiato per mesi, e nel quale sono state elaborate le previsioni di produzione dei rifiuti e i mezzi e soluzioni con cui farne fronte; e che poi invece viene cambiato nel giro di poche ore per accontentare quei “rompiscatole” della Sinistra. Allora non era uno studio serio.

E c’è da chiedersi anche come i rappresentanti della Sinistra possano ritenersi soddisfatti solo perché hanno ottenuto qualche percentuale in più di Raccolta Differenziata, senza nemmeno la garanzia che sarà raggiunta; perché aumentare e anticipare la RD significa mettere in campo risorse diverse e maggiori di quelle previste nel Piano, e delle quali però non si è fatto cenno nell’esposizione di Marrazzo. Mentre per quanto riguarda l’inceneritore di Albano e l’apertura di nuove discariche con l’ampliamento di quelle esistenti per milioni di tonnellate, questa prospettiva non è stata affatto esclusa, anzi, si è solo preferito non parlarne in termini chiari, nascondendo la testa nella sabbia.

Una prova di forza, quella della Sinistra, che dimostra ancora una volta tutta la sua debolezza e la mancanza di una prospettiva coerente, e non improvvisata di volta in volta, di un progetto di gestione dei rifiuti che superi il mero smaltimento e la subalternità al privato monopolista.

In tutto questo dobbiamo ricordare che non si è detta una sola parola su Malagrotta, che oltre alla megadiscarica in predicato di ampliamento e innalzamento, vedrà tra breve l’avvio di un gassificatore che non ha garanzie di funzionamento, ma che anzi nelle sue precedenti esperienze haclamorosamente fallito; un impianto di cui non si conosce l’effettivatecnologia di costruzione, né dove né come saranno trattate le migliaia di tonnellate di scorie inquinanti prodotte. E questo in una Valle Galeria già piena di impianti inquinanti e a rischio di incidente rilevante, che però non ha mai avuto un sistema di monitoraggio ambientale, e dove stiamo assistendo anche alla penosa vicenda di una centralina mobile “rimediata”dopo 8 mesi dall’autorizzazione all’acquisto “urgente”. Una centralina mobile messa a disposizione dei pur volenterosi e meritevoli tecnici dell’ARPA, che non può però entrare in esercizio perché non funziona l’impianto di refrigerazione e, a quanto pare, mancano anche i fondi per acquistare un condizionatore portatile….E nulla si sa ancora sul monitoraggio del sistema di controllo specifico delle emissioni del gassificatore, e sul protocollo di accordo fra COLARI, ARPA e Provincia che abbiamo proposto per la trasmissione in continuo dei dati e la loro pubblica accessibilità.

Nel frattempo però veniamo a sapere che per la riduzione della tassa sui rifiuti ai residenti intorno alla discarica, quello che noi avevamo definito“L’obolo della vergogna!”, sono stati spesi 574.000 euro nel 2007 e ne sono stati stanziati 1.000.000 per quest’anno!

In conclusione: un NON Piano che NON dice, NON indica, NON indirizza, lasciando, di fatto, mano libera alla lobby dell’incenerimentoper scelte a favore dei soliti noti e contro gli interessi di tutti i cittadini. Ma che è coerente con il comportamento del Presidente/Commissario, che già pochi mesi dopo la sua elezione illudeva i cittadini della Valle Galeria dicendo di aver sospeso la costruzione del gassificatore; che nel 2006 proponeva la sceneggiata farsesca dei Tavoli di Confronto, e che nell’incontro in pompa magna del 20 luglio 2007 con i cittadini, dal Sindaco Veltroni, si guardava bene dall’informarli che 4 giorni dopo avrebbe ordinato un ulteriore prolungamento della discarica di Malagrotta.

Ma si evidenzia anche l’errore strategico che secondo noi è stato commesso dalla Sinistra in questi anni: di abbandonare, in fondo, il gassificatore di Malagrotta al suo destino.

Dopo una prima fase di resistenza attiva, infatti (“Sarebbe un fatto di una gravità inaudita se i lavori per il gassificatore fossero ripresi”, aveva dichiarato nel 2005 l’allora capogruppo Filiberto Zaratti, quando ancora vigeva la cosiddetta “sospensione” annunciata da Marrazzo…), l’opposizione al gassificatore si è progressivamente affievolita fino a scomparire del tutto. Creando, di fatto, una vera e propria frattura concettuale perché non si puo’ coerentemente sostenere una posizione anti-inceneritorista e un’alternativa seria e reale a sistema “cerroniano” di gestione dei rifiuti, se poi alla fine si approda ad una posizione di “real politik” in cui ci si riduce a dire, in sostanza, che “tre inceneritori vanno bene, ma quattro no…”

Un’ultima obiezione sul Piano Rifiuti, Marrazzo nella sua esposizione ha parlato anche di impianti di Trattamento Meccanico Biologico – evidentemente sotto la pressione delle Associazioni Ambientaliste e dei Comitati che spingono da tempo per questa soluzione per la chiusura del ciclo dei rifiuti – tentando però di spacciare per TMB anche gli impianti di preselezione dei rifiuti, già presenti a Malagrotta e Rocca Cencia e finalizzati alla produzione di Combustibile Derivato dai Rifiuti (CDR).

Poche idee ma ben confuse quindi; oppure una sola ma ben chiara: Non disturbare il manovratore !

Il quale esegue diligentemente gli ordini del “Partito Unico del CIP-6”, che unifica in una vasta coalizione tutto “l’Ambientalismo del Fare (Affari)”.

 

COMITATO MALAGROTTA

Roma 28 giugno 2008