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Comunicato DDA di Napoli 0perazione “Crash” nei confronti del clan camorristico Mallardo.

PROCURA DELLA REPUBBLICA PRESSO

IL TRIBUNALE DI NAPOLI

Direzione Distrettuale Antimafia

COMUNICATO STAMPA

OPERAZIONE “CRASH”

Nella mattinata odierna è stata portata a compimento una delicata indagine coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di Napoli ed eseguita dal G.I.C.O. della Guardia di Finanza di Napoli, nei confronti del clan camorristico MALLARDO, operante in Giugliano, nella Provincia settentrionale di Napoli ed in diverse altre Regioni.

Con l’operazione denominata “CRASH”, infatti, sono state eseguite cinque ordinanze di custodia cautelare in carcere, nonché il sequestro preventivo di beni ed attività economiche.

Tra le persone arrestate, oltre a MALLARDO Feliciano alias “‘0 SFREGIATO” – reggente pro-tempore dell’omonimo clan camorristico (già tratto in arresto dagli uomini del G.I.C.O. di Napoli nell’ambito dell’operazione “SFREGIO”), figurano, quali soggetti di riferimento e di primissimo ordine nell’ambito della citata consorteria camorristica, anche:

Ø MORACA Mauro – genero di MALLARDO Feliciano -, con funzione di organizzatore, specificatamente nel settore delle estorsioni e nel reinvestimento speculativo in attività imprenditoriali;

Ø AMICONE Giuliano alias “GiulianielloGiulianiello ‘o sicc” (affiliato e uomo di fiducia di MALLARDO Feliciano – latitante), soggetto attivo nell’esecuzione di una insistita ed articolata azione di matrice estorsiva nei confronti di imprenditori giuglianesi;

Ø D’ALTERIO Carlo Antonio (già tratto in arresto nell’ambito dell’operazione “CAFFE’ MACCHIATO”), nipote di MALLARDO Feliciano, in quanto figlio della di lui sorella MALLARDO Santa e di D’ALTERIO Pietro, morto nell’anno 1991 in seguito ad un agguato di matrice camorristica, soggetto attivo nell’esecuzione di una azione di matrice estorsiva in danno di un imprenditore giuglianese;

Ø DIANA Silvio alias “Dudu’ – Silviuccio“, con funzioni di organizzatore, uomo di assoluta fiducia del capo-clan MALLARDO Feliciano, per il quale teneva i contatti tra quest’ultimo ed il resto degli affiliati, addetto alla custodia della cassa del clan nonché addetto al settore delle estorsioni (in special modo per il c.d. “recupero crediti”).

I reati contestati ai predetti sono relativi all’associazione per delinquere di stampo mafioso, estorsione ed intestazione fittizia di beni, condotte realizzate con l’aggravante dell’art. 7 della Legge nr. 203/91 per aver agevolato il CLAN MALLARDO e/o utilizzato, per la commissione dei reati, metodologie tipicamente mafiose.

Gli indagati, sopra menzionati, risultano inseriti nel sodalizio camorristico denominato clan MALLARDO, nel cui ambito sono arrivati ad “acquisire in modo diretto o indiretto la gestione ed il controllo di attività economiche, di concessioni, di autorizzazioni, appalti e servizi pubblici realizzando così profitti e vantaggi ingiusti per sé e per altri”.

Le indagini che sono risultate particolarmente complesse a causa del particolare ambiente territoriale in cui si sono sviluppate, hanno coinvolto i personaggi criminali più vicini al boss ed hanno permesso di appurare il loro ruolo e quello indiscusso del leader soprattutto nella gestione degli affari illeciti del clan, come comprovato dalle intercettazioni telefoniche ed ambientali e dagli importanti contributi testimoniali dei collaboratori di giustizia.

Determinanti e cruciali sono risultate le intercettazioni ambientali condotte dagli uomini del G.I.C.O. della Guardia di Finanza di Napoli, che hanno svelato l’oggetto di numerosi ”incontri” in cui venivano discussi gli aspetti più riservati della vita dell’organizzazione criminale, nonché i pagamenti di tangenti estorsive e rendiconti sulle gestioni di imprese.

É stato cosi possibile captare in diretta conversazioni dal tenore inequivocabile ed attestanti lo specifico coinvolgimento del capoclan MALLARDO Feliciano, del genero MORACA Mauro, del nipote D’ALTERIO Carlo Antonio e di due importanti affiliati all’organizzazione criminale DIANA Silvio e AMICONE Giuliano in due diverse vicende estorsive perpetrate ai danni di altrettanti imprenditori edili giuglianesi.

Le indagini sono state articolate attraverso in attività di intercettazione, dichiarazioni di collaboratori di giustizia, acquisizioni presso pubblici uffici, accertamenti anagrafici, bancari e patrimoniali ed hanno consentito di ricostruire compiutamente il ruolo ricoperto da MORACA Mauro e da DIANA Silvio all’interno del clan MALLARDO.

Chiarissime, al riguardo, le dichiarazioni dei collaboratori di giustizia che riferiscono della loro diretta partecipazione all’interno del clan MALLARDO.

MORACA Mauro (genero di MALLARDO Feliciano) ha realizzato, nel tempo, per conto di detta organizzazione camorristica, svariate operazioni economiche ed imprenditoriali e stabilmente e reiteratamente ha realizzato la condotta illecita mediante l’uso delle proprie aziende.

DIANA Silvio ha ricoperto il ruolo di uomo di assoluta fiducia del capoclan MALLARDO Feliciano, che ha mantenuto e continuato a mantenere i contatti con il resto degli affiliati all’organizzazione criminale anche dopo l’arresto del boss.

D’ALTERIO Carlo Antonio (nipote di MALLARDO Feliciano), già tratto in arresto nell’ambito della precedente operazione della Guardia di Finanza denominata “CAFFE’ MACCHIATO” unitamente al fratello D’ALTERIO Giuseppe, è risultato componente di una cellula connessa al clan MALLARDO, con particolare riferimento alla gestione nella distribuzione del caffè SEDDIO, rilevatasi poi un’autentica imposizione di tipo estorsivo del Clan MALLARDO, nei confronti di esercizi commerciali presenti sul territorio giuglianese.

Nel corso dell’attività tecnica eseguita dal G.I.C.O. della Guardia di Finanza di Napoli è emerso il saldo vincolo tra i fratelli D’ALTERIO ed il boss MALLARDO Feliciano, al punto tale che, in alcuni dialoghi, si apprezza come questi eseguano alcune disposizioni circa la gestione dell’attività economica della commercializzazione del caffè.

Per l’impianto accusatorio nei confronti di D’ALTERIO Carlo Antonio, deve essere segnalato che, nelle more, sono intervenute sia le conferme da parte del riesame delle ordinanze cautelari sia il decreto che dispone il giudizio per le prime due operazioni convenzionalmente chiamate “CAFFE’ MACCHIATO” e “SFREGIO”.

Nell’operazione in argomento D’ALTERIO Carlo Antonio ha ricoperto il ruolo di “intermediario”, avendo intrattenuto rapporti preliminari con il soggetto estorto, finalizzati ad accelerare i tempi per un incontro con MALLARDO Feliciano, il quale doveva effettuare la chiamata estorsiva nei confronti del medesimo soggetto. In tale vicenda estorsiva, in più, sussiste un rapporto di parentela tra l’estorto (zio di D’ALTERIO Carlo Antonio, in quanto coniuge della sorella del defunto D’ALTERIO Pietro (alias Piripicci), padre di D’ALTERIO Carlo Antonio) e l’intermediario.

Attraverso tali condotte i predetti, indipendentemente da una vera e propria partecipazione organica al sodalizio criminoso, hanno fornito indubbiamente un contributo causale di eccezionale importanza o rilevanza ai fini del raggiungimento delle complessive finalità dell’associazione.

Uno degli indagati risulta, allo stato, latitante.

Infine, gli uomini del G.I.C.O. della Guardia di Finanza di Napoli hanno eseguito numerose perquisizioni locali, tra le quali anche presso gli uffici della ASL NA2 NORD –Sede di Giugliano in Campania (NA)- in quanto è stata accertata l’infiltrazione del Clan MALLARDO, attraverso personaggi referenti dello stesso clan nella pubblica amministrazione, che ha consentito lo sviluppo dell’espansione dello stesso clan in diversi settori, quali quello degli appalti presso gli ospedali, l’affidamento di servizi da parte di Enti Pubblici, le vendite di terreni effettuate da parte degli stessi Enti, la partecipazione di imprese “amiche” a gare pubbliche (tra cui: un appalto all’Ospedale Cardarelli di Napoli, l’affidamento del servizio di derattizzazione, la vendita di terreni di proprietà dell’ASL NA 2 NORD, l’inserimento di imprese amiche nell’elenco delle ditte accreditate dell’ASL NA 2 NORD), permettendo di procurare alla citata organizzazione camorristica ingenti profitti, da utilizzare per effettuare investimenti e per il reimpiego di provviste illecite economiche.

La rilevanza dell’operazione é desumibile dai provvedimenti cautelari reali disposti dal G.I.P. del Tribunale di Napoli, il quale, accogliendo la prospettazione accusatoria della D.D.A di Napoli, ha anche ordinato il sequestro di beni nella disponibilità degli indagati per un valore complessivo di circa 5 milioni di euro, così ripartiti:

Ø nr. 8 immobili;

Ø nr. 3 terreni;

Ø nr. 1 autoveicolo;

Ø nr. 1 motociclo;

Ø nr. 5 rapporti finanziari;

Ø quote societarie, beni strumentali, rapporti finanziari e beni immobili (nr. 20 unità immobiliari site in Giugliano in Campania), nella misura del 35%, della “DREAM HOUSE S.R.L.” con sede legale in Giugliano in Campania (NA).

Uno degli indagati risulta latitante

Napoli, 21 novembre 2012

Il Procuratore aggiunto

Direzione Distrettuale Antimafia

Alessandro Pennasilico