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Comuni a rischio. I dossier di Torre del Greco, Castellammare e Scafati sui tavoli dei Prefetti

Comuni a rischio. I dossier di Torre del Greco, Castellammare e Scafati sui tavoli dei Prefetti

Redazione

Tre dossier sui comuni di Torre del Greco, Castellammare di Stabia e Scafati, sono finiti sui tavoli dei prefetti di Napoli, Marco Valentini, e di Salerno, Francesco Russo. Nel primo caso, il lavoro della Procura della Repubblica di Torre Annunziata ha consentito di svelare i voti comprati durante le elezioni del 2018. Da quel giorno ad oggi sono già scattate tre misure cautelari nei confronti di altrettanti politici, ma c’è il sospetto che il sistema potesse essere più diffuso. A Castellammare di Stabia a sollevare il caso sono stati i parlamentari di centrosinistra, perché negli atti dell’ultima inchiesta sul clan D’Alessandro è spuntata un’intercettazione risalente alla campagna elettorale del 2018 in cui il boss Sergio Mosca discute con l’imprenditore Gerardo Delle Donne di voti da garantire a un candidato nella lista di Forza Italia.A Scafati, un corposo dossier del Pd, che denuncia sospetti sulla vendita delle farmacie comunali e su questioni urbanistiche, è stato inviato al Prefetto di Salerno.

Gli arresti a Torre del Greco

L’ultima tegola giudiziaria caduta sull’amministrazione comunale guidata dal sindaco Giovanni Palomba – arrestato l’ultimo arrivato in maggioranza, ai domiciliari per lo scandalo del voto di scambio alle elezioni del 2018 – ha convinto il prefetto Marco Valentini a raccogliere i ripetuti appelli partiti dalla quarta città della Campania per valutare l’opportunità di inviare una commissione d’accesso in municipio. D’altronde, a partire dal mese di marzo, l’ufficio territoriale del governo a Napoli è stato ripetutamente «sollecitato» a accendere i fari sulle attività politico-amministrative portate avanti a palazzo Baronale: «Sono tranquillo, non abbiamo nulla da nascondere – le parole del sindaco Giovanni Palomba durante l’ultima seduta del consiglio comunale -. L’invio della commissione d’accesso potrebbe servire a spazzare via qualsiasi ombra». Insomma, professione di assoluta serenità. Ma il numero di «guai» per la squadra di governo cittadino comincia a diventare preoccupante: già a inizio aprile del 2018, infatti, un consigliere comunale della sua maggioranza era stato arrestato per voto di scambio e un altro era stato sottoposto a divieto di dimora in città per favoreggiamento. E le indagini condotte dalla procura di Torre Annunziata hanno portato a galla un mercimonio elettorale e un substrato criminale su cui adesso il prefetto di Napoli vuole fare piena luce. E l’invio della commissione d’accesso potrebbe essere il primo step.

Le ombre su Castellammare

Una relazione dell’Antimafia, che fotografa la situazione a Castellammare di Stabia, è stata messa a disposizione del Prefetto di Napoli, Marco Valentini. Il contenuto chiaramente è riservato, ma a stilarla hanno contribuito le forze dell’ordine che hanno indagato e tuttora indagano sulla criminalità organizzata e sui presunti collegamenti con gli amministratori pubblici. Materiale necessario per avere un quadro della situazione a Castellammare e decidere se inviare o meno la commissione d’accesso al Comune. Su questo tema si è alzato forte il pressing dell’opposizione. Dopo i parlamentari di Italia Viva, domani toccherà ai rappresentanti degli altri partiti di centrosinistra e del Movimento Cinque Stelle confrontarsi con il Prefetto Marco Valentini. «Il M5S è da sempre attento a queste problematiche», ha detto la deputata Teresa Manzo, aggiungendo «se è presto per trarre conclusioni, anche il solo sospetto di una presunta permeabilità della gestione dei soldi pubblici da parte della criminalità organizzata deve essere motivo sufficiente per spingerci a porre la giusta attenzione sulla vicenda anche per far si che i cittadini non perdano fiducia e sicurezza nelle istituzioni e nella politica».Il sindaco di Castellammare di Stabia, Gaetano Cimmino, continua a ritenerle «strumentalizzazioni politiche». Il primo cittadino ieri s’è scagliato nuovamente contro i parlamentari: «Se avessero messo lo stesso impegno nel loro lavoro per la tutela del Sud o per dare impulso affinché fosse avviata un’adeguata campagna vaccinale, probabilmente ne avremmo beneficiato tutti. Invece hanno preferito attendere solo l’occasione giusta per improvvisarsi professionisti dell’Antimafia e diffondere false notizie e tensioni che non esistono».

I sospetti a Scafati

Avviata un’indagine conoscitiva dal Prefetto di Salerno Francesco Russo, in merito all’esposto presentato da Michele Grimaldi in cui vengono segnalati “sviamenti della situazione amministrativa”. Nel dettaglio, il consigliere comunale e segretario Pd chiedeva venisse fatta luce su presunte irregolarità nella gestione amministrativa delle farmacie comunali, della Scafati Sviluppo, dell’Acse e per i profili urbanistici relativamente a tre società collegate alla famiglia Scarlato. Nel suo lungo esposto Grimaldi si richiamava testualmente alle dichiarazioni rese in Consiglio Comunale sia dal sindaco Cristoforo Salvati che dal Presidente facente funzioni Mario Santocchio, in cui più volte venivano menzionati presunti “poteri forti” ingerenti nelle attività amministrativo istituzionali. «E’ evidente che quanto affermato dal Santocchio ha le connotazioni tipiche dell’arringa e del comizio politico. Il discorso era diretto a chi, di lì a poco, quella mozione di sfiducia avrebbe dovuto votarla, ed aveva un forte peso politico – si legge nella replica che Salvati ha trasmesso al Prefetto – i “poteri forti” cui si fa riferimento, lungi dall’essere potentati che in modo pervicace ed illegittimo vorrebbero sviare e/o condizionare l’attività amministrativa, altro non sono che le coalizioni venutesi a formare all’interno della stessa maggioranza che con la forza del voto loro attribuito vorrebbero cooptare la carica a Presidente del Consiglio». Entrando nel merito, il primo cittadino ricorda che la vendita delle farmacie fu disposta dalla commissione straordinaria, ad un prezzo pari alla metà circa di quanto la sua amministrazione ha poi rivalutato. La convenzione con il Consorzio è mancante perché in essere ancora una discussione tra le parti, e il bando è ritardato dall’emergenza pandemica e dalla carenza di personale. Tutto questo, doveroso però sottolineare, a quasi quattro anni dall’adozione del piano di rientro. Sulla vendita del suolo in area Ex Copmes, Salvati ammette di esserne venuto a conoscenza «a seguito dell’interpellanza del gruppo consiliare rappresentato dal Grimaldi, provvedendo senza indugio a proporre un esposto dettagliato alla Procura di Nocera Inferiore richiedendo gli opportuni accertamenti».

Fonte:https://www.metropolisweb.it/2021/04/11/comuni-rischio-dossier-torre-del-greco-castellammare-scafati-sui-tavoli-dei-prefetti/