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COMMOVENTE  COMMEMORAZIONE   DI FRANCESCO DE NOTARIS  ALLE ASSISI DI NAPOLI E DEL MEZZOGIORNO DA PARTE DELL’ON.RINA DE LORENZO

COMMOVENTE  COMMEMORAZIONE   DI FRANCESCO DE NOTARIS  ALLE ASSISI DI NAPOLI E DEL MEZZOGIORNO DA PARTE DELL’ON.RINA DE LORENZO.

L’ON.DE LORENZO ,PERSONA STIMATISSIMA  E PREPARATA,E’ COMPONENTE DEL DIRETTIVO DELLE ASSISI DI NAPOLI ED E’ ISCRITTA ALL’ALL’ASSOCIAZIONE CAPONNETTO.

Parlare di Francesco de Notaris costituisce per me motivo di forti emozioni.
La stima che avevo e che ho per Francesco, perché lui è ancora tra noi, probabilmente in una forma che i nostri sensi umani non riescono a percepire, mi impone di ricordare la Persona, che come granito faceva da fondamento al Senatore, senza ossequiosi commenti e senza inutili infingimenti.

Francesco quotidianamente dava concretezza al concetto della nobiltà d’animo oggi così poco “a la page”.

L’essere ed il dover essere nella sua persona coincidevano armonicamente.

Per Lui donare era più importante dell’avere.

Condividere un momento di sana spensieratezza con il prossimo; regalare un sorriso a tutte le persone che incontrava, anche a quelle moralmente più distanti,  era, senza scomodare Kant, quasi un imperativo categorico.
Per Francesco de Notaris la relazione umana dava senso e significato alla sua esistenza improntata ad un umanesimo militante e gentile che ricononosceva la sovranità nella relazione, nell’incontro con l’altro, secondo il pensiero di Benedetto Croce prima,  magistralmente affermato poi dai Padri costituenti nell’art. 1 della nostra Costituzione.

La lezione di Francesco de Notaris si magnifica nella straordinaria raccolta di scritti raccolti nel libro da lui curato per le Assisedi Napolie del Mezzogiorno d’Italia “Avere memoria, costruire il futuro”.
Un libro che racconta a più voci la storia della sua amata Napoli, i progetti, le attese, le speranze, i successi e i fallimenti di una città “smisurata” con uno sguardo sempre attento al futuro che Francesco si impegnava quotidianamente a rendere migliore.

Le date non sono mai casuali.
Oggi è il tredici novembre, la giornata mondiale della gentilezza e il nostro Francesco ne sarebbe stato autorevole testimonial.
Ruolo che forse avrebbe declinato perché la gentilezza la festeggiava, praticandola ogni giorno.
Era parte caratterizzante del suo essere, fisiologica manifestazione del suo amore per gli altri.

Profondamente convinto che questa società, sempre più edonista, sempre più piegata sull’Io, potesse essere salvata dalla forza dell’amore e dalla bellezza del Noi.

Molti, anche quelli meno prossimi ai suoi valori, trovavano in Lui un’opportunità. L’opportunità di un confronto e, a volte, anche un conforto, con un uomo che non sentiva le altrui ragioni con il dogma della certezza, ma le
ascoltava con il cuore aperto.

Tale ricchezza interiore lo ha accompagnato durante il mandato da Senatore della Repubblica Italiana e durante i lunghi anni di impegno civico con le Assise di Napoli e del Mezzogiorno d’Italia.

Per quanto riguarda l’esperienza parlamentare, quegli anni sono stati vissuti con lo spirito del civis che si mette al servizio della Res Publica. Non poteva essere diversamente per chi, come Francesco, riconosceva nel Parlamento la sede naturale per concretizzare il bene comune.

Testimoniare tale spirito di sacrificio lo rendeva poco compatibile con quanti vivono le istituzioni come occasione personale e non come servizio per la costruzione di un modello di benessere collettivo nella cornice dei principi costituzionali.

Tutto ciò lo rendeva impermeabile alla perniciosa autoesaltazione cui è esposto chi siede sul prestigioso scranno legislativo.

Di fronte al fenomeno populista riusciva con grande naturalezza ad assumere una postura correttamente dritta perché fermamente convinto che accanto ad una “politica bassa”, funzionale alla mera gestione del potere e alla costruzione di edicole votive per la devozione al clientelismo, ci fosse una “politica alta”,  strutturalmente impegnata nel migliorare le condizioni dei più deboli rappresentando le loro istanze, altrimenti inascoltate.

Amava spesso ripetere che la politica era un atto di amore verso i cittadini che vedeva come pietre su cui una comunità si basa.E migliorare queste pietre per rendere la casa comune più bella è stato il suo impegno costante.

La testimonianza valoriale di Francesco de Notaris continuerà ad ispirare chi ha ricevuto dalla vita il dono di averlo conosciuto.