ESCLUSIVA. Questa è una notizia molto seria. Il comune di CASERTA e molti altri di questa provincia non usano la Consip, dunque, non è impossibile che decine di imprese di CAMORRA, capito bene, di CA-MOR-RA, prendano appalti sotto soglia. Anzi, ne siamo certi
Casertace deve fare un monumento alle marchette de La Marchetta, perché quando domenica mattina ci siamo messi a studiare le tabelle dei trasferimenti erariali al comune capoluogo, abbiamo trovato una notizia molto, ma molto significativa. Ora, la Dda indaghi su tutti. IN CALCE L’ELENCO DI TUTTI GLI ENTI
Nella foto Del Gaudio, De Lucia, Sagliocco e Di Muro
Poi è chiaro che le idee camminano sulle gambe degli uomini e gli uomini e le donne della pubblica amministrazione italiana non sono, ci riferiamo a buona parte di essi, degli stinchi di santo. Non a caso in tutti gli studi autorevolissimi, internazionali, ed anche per riconoscimento di molte nostre istituzioni si afferma che l’Italia è uno dei paesi a più alto coefficienti di corruzione nei processi che collegano l’erogazione della spesa pubblica nella relazione tra la pubblica amministrazione committente e il settore privato dell’imprenditoria fornitore di beni e servizi. Dunque, non è impossibile che quando la Consip svolge il suo ruolo principale, più importante, di grande centrale di committenza nazionale per i lavori pubblici o per i pubblici affidamenti di altri beni e di servizi, la costituzione di questo mega elenco delle ditte abilitate si connoti di momenti non del tutto trasparenti. Eppure di una cosa possiamo essere certi, altrimenti ci sarebbe veramente da chiudere a chiave per sempre Palazzo Chigi, Montecitorio, il Quirinale, Palazzo Madama e il Palazzo della Consulta.
Tra queste imprese non ce ne è alcuna formalmente infiltrata dalla criminalità organizzata. Non casualmente abbiamo usato l’avverbio formalmente, non associandolo all’avverbio sostanzialmente, perché le vie dei prestanomi, delle teste di legno e delle scatole cinesi, nel paese di Bisignani sono infinite. Però, diciamo che sul terreno di un contenimento delle infiltrazioni malavitose dei lavori pubblici, questa Consip, che pur non entusiasma, a qualcosa serve.
Domenica scorsa, prendendo a calci in culo, ovviamente in maniera rispettosamente metaforica, il sindaco Del Gaudio e i suoi corifei de La Marchetta, ci siamo imbattuti in una tabella del Governo italiano, in cui, facendo i conti agli enti dello stivale, all’interno del meccanismo dei trasferimenti delle risorse ordinarie, viene stabilità una cifra per ognuno di esso a titolo di contributo che i comuni hanno dovuto corrispondere per il contenimento della spesa pubblica.
Per non complicarvi molto la comprensione del fatto, diciamo che il comune capoluogo ha avuto una detrazione di 304.930 euro, con conto spedito dal sistema telematico Siope. Il Governo ha deciso di applicare su questa cifra una premialità o una penalizzazione in base a due parametri: la velocità con cui le amministrazioni liquidano i fornitori e, appunto, l’utilizzo dello strumento Consip.
Chi si mantiene sotto ai 60 giorni di media delle liquidazioni ha avuto un premio pari al 5% della cifra corrispondente al contributo anti-spesa pubblica. Un altro 5% è rappresentativo del premio o della penalizzazione riguardante l’utilizzo del Consip.
Comune di Caserta: 14 mila euro e rotti di penalizzazione perché i 60 giorni sono una chimera per i fornitori di pubblici servizi o di beni e servizi di altro genere del comune capoluogo. Un’altra penalizzazione , pure del 5%, di quasi 15 mila euro, riguarda la non utilizzazione da parte dell’ente della centrale di committenza per l’acquisto di beni e servizi al di sotto della soglia dei 50 mila euro, al di là della quale la procedura cambia radicalmente a partire, badate bene, dall’obbligo del certificato antimafia.
Assodato che il comune di Caserta è stato penalizzato perché non usa la concessionaria Consip, ma noi questo già lo sapevamo, e assodato pure che per gli affidamenti sotto soglia non occorre il certificato antimafia, chi ci garantisce che le ditte che lavorano per Caserta con somme urgenze, cottimi fiduciari, polpette e polpettine varie, siano tutte in ordine dal punto di vista delle infiltrazioni camorristiche?
Non ce lo garantisce nessuno. E se questo può essere tollerato, seppur senza entusiasmo, ad Aosta, a Treviso, a Mantova, dove, però, qualche dittarella dell’agro aversano, naturalmente mascherata, in quel territorio, pure è arrivata, non è assolutamente giustificato e giustificabile che un comune di Terra di lavoro, a partire dal comune capoluogo, possa non servirsi di uno strumento che il Governo ti mette a disposizione proprio per evitare intromissioni malavitose nei piccoli lavori o nelle piccole forniture.
Uno strumento, la Consip, che deresponsabilizza il sindaco, l’amministrazione comunale, i dirigenti, gli assessori, cioè tutti i motori, a titolo diretto o indiretto, degli affidamenti pubblici.
Se uno non si serve, in terra di camorra, della Consip, vuol dire che vuol tenersi le mani libere andando a gratificare anche imprese, le quali, chissà perché, non hanno intrapreso il percorso per entrare a far parte dell’elenco di quelle riconosciute dal Ministero dell’economia, attraverso la Concessionaria Servizi Informativi Pubblici
Nella tabella in basso, che ri-proponiamo, vi invitiamo a leggere soprattutto la colonna relativa all’utilizzo o alla rinuncia dei comuni ai servizi di questa concessionaria dello Stato.
Dove leggerete il segno meno prima della cifra, significa che si tratta di un ente che usa la Consip e che, quindi, ha avuto una detrazione sul taglio legato al contributo per il contenimento della spesa pubblica. Dove, invece, il segno meno non c’è, ed è il caso di Caserta, vuol dire che il comune è stato penalizzato ulteriormente nella misura del 5% del citato contributo.
Giusto per dire, lo Stato raccomanda al comune di aderire alla Consip, al punto che la mancata adesione deve trovare giustificazione in motivazioni molto serie.
Ci piacerebbe conoscere quelle presentate dal comune di Caserta e da tutti quei comuni la cui cifretta indicata dal Ministero non è indicata dal segno meno.
E ora “sgranocchiatevi” la tabella.
Gianluigi Guarino
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PUBBLICATO IL: 11 settembre 20