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Come si insediano le mafie su un territorio: il “caso” Gaeta, Formia, Minturno (ma non solo)

Tempo fa personale della Polizia di Stato proveniente dalla Campania ha effettuato un blitz in via Madonnelle a Gaeta in un appartamento utilizzato – pare –come “casa di appuntamento”.

Corre voce che tale appartamento fosse di proprietà di soggetto campano arrestato in una recente operazione di polizia della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli.

Di tale personaggio parlò il pentito Carmine Schiavone nel 1996 durante una deposizione fatta davanti al S. Procuratore Nazionale Antimafia Dr. De Fichy per conto, appunto, della DDA campana.

La vicenda ripropone all’attenzione generale il discorso della presenza mafiosa a Gaeta e nel sud pontino.

Si interviene sempre quando i buoi sono scappati dalla stalla.

Abbiamo più volte suggerito a rappresentanti delle forze dell’ordine di non limitarsi a fare il loro lavoro con un’ottica da “ordine pubblico”.

Bisogna scavare più a fondo, individuando e colpendo gli investimenti che le mafie fanno su un territorio, prevenendoli e sventandoli, se possibile.

Un lavoro, insomma, di intelligence, preventivo, oltreché repressivo.

Ci è stato detto che ci sono stati soggetti “puliti”, professionisti con tanto di giacca e cravatta, provenienti per lo più dalla Campania (ma non solo), che, presentatisi nella agenzie immobiliari, hanno acquistato tanti appartamenti senza nemmeno chiedere di visitarli e pagando, come suol dirsi, a pié di lista, senza fiatare.

Lo stesso discorso vale, ovviamente, anche per esercizi commerciali, terreni e quant’altro: tutto ciò, insomma, che fa business.

Abbiamo, perciò, suggerito di acquisire l’elenco di tutti gli atti di compravendita stipulati da dieci anni ad oggi per appartamenti, terreni, ville, negozi; di indagare nel settore delle aste giudiziarie; di controllare presso gli studi notarili i passaggi di proprietà.

Dalla lettura di quegli elenchi sicuramente verrebbero fuori elementi di notevole rilevanza per l’individuazione di persone “sospette”.

Il lavoro serio comincerebbe “dopo” perché il denaro investito da tali soggetti, ovviamente “puliti” (prestanome), sarà stato già “ lavato “.

Bisogna risalire alle sue “origini”, alla sua “provenienza” e questo è un lavoro che non tutti sanno fare, purtroppo.

Ecco perché noi spesso critichiamo i Comandi locali della Guardia di Finanza che, più che dedicarsi alla repressione dell’evasione piccola (scontrini), dovrebbe dedicare maggiore attenzione alla movimentazione ed all’investimento sul nostro territorio delle montagne di capitali “ sospetti”.

Purtroppo non è così e, di conseguenza, poi tutti debbono correre quando intere strade-via Indipendenza a Gaeta, via Rubino e via Vitruvio a Formia, via Appia a Scauri, senza parlare di Itri, Sperlonga, Fondi, Terracina ecc. – saranno già state “invase” da attività passate nelle mani di gente… venuta da zone “calde” (senza voler parlare male di tutti i napoletani, casertani, siciliani e calabresi, fra i quali ci sono anche persone perbene).

Ed, allora, la domanda che riformuliamo è sempre la stessa: si vuole o no fare seriamente la lotta contro la criminalità organizzata??? La facciamo a Berlusconi, a Maroni, ma, a scendere, fino all’ultimo sindaco, all’ultimo segretario di partito, all’ultimo responsabile delle forze dell’ordine, all’ultimo cittadino…

A Fondi si è arrivati dove si è arrivati perché non si è intervenuti “prima” come si doveva intervenire…

Vogliamo che tutte le città pontine facciano la fine di Fondi? ci manca poco!

Non limitiamoci ad andare in giro a parlare di… ”legalita’”, quando sappiamo tutti che questa viene messa sistematicamente sotto i piedi da chi, invece, dovrebbe farla rispettare. Chi ha la memoria corta, si vada a rileggere le parole-pietre dell’ex Presidente del TAR di Latina Dr. Bianchi, ora Presidente del TAR del Piemonte…