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Colpo ai Di Cosola e voto di scambio

 

IL Corriere della Sera, Martedì 13 dicembre 2016

Colpo ai Di Cosola e voto di scambio

Arrestato factotum di un politico

Coinvolto nell’operazione un candidato alle Regionali dei Popolarti, lista che sosteneva Emiliano. Giove avrebbe partecipato a incontri fissando la cifra di 50 euro a voto

di Redazione online

I carabinieri hanno chiuso il cerchio intorno al clan barese dei «Di Cosola» nell’ambito dell’indagine sul presunto voto di scambio mafioso alle elezioni regionali del 2015 in Puglia. Sono decine gli arresti in corso dall’alba eseguiti dai militari del comando provinciale dell’Arma di Bari con 300 uomini impegnati a portare a termine una cinquantina di perquisizioni: si cercano armi e droga. In manette anche Armando Giove, di 47 anni, factotum del politico Natale Mariella, che si presentò alle elezioni regionali del 2015 in Puglia con la lista «Popolari» che sosteneva l’attuale governatore Michele Emiliano. Secondo la ricostruzione degli inquirenti il factotum, dopo aver partecipato a diverse riunioni con gli appartenenti al sodalizio, aveva concordato la corresponsione di 50 euro a voto.

Le accuse

Le accuse sono di «associazione di tipo mafioso», «scambio elettorale politico-mafioso» e «coercizione elettorale in concorso». Le indagini, condotte attraverso sofisticate intercettazioni ambientali e telefoniche, hanno consentito di documentare come il clan, dopo aver vissuto un difficile periodo dovuto a varie collaborazioni con la Giustizia e diversi provvedimenti cautelari che ne hanno minato la potenza militare, si stesse riorganizzando, stipulando alcune «comparanze» con tutti gli altri clan della zona, aventi come minimo comune denominatore l’ostilità verso il clan Strisciuglio.

I verbali

«Il voto veniva pagato 50-60 euro dal politico, 15-20 euro alla persona che doveva andare a votare e poi c’era il guadagnano su quel voto. A ognuno di noi sono arrivati dopo le elezioni 4-5mila euro a testa». Le rivelazioni fanno riferimento alle elezioni regionali in Puglia del 2015 e sono contenute nel verbale di interrogatorio di Michele Di Cosola, figlio dello storico capoclan barese, divenuto nei mesi scorsi collaboratore di giustizia. Il politico al quale Di Cosola è Mariella. «Secondo me al politico – dice il pentito – questa cosa è costata almeno centomila euro». Nel suo interrogatorio, reso agli inquirenti baresi nel maggio scorso, Michele Di Cosola spiega che «c’erano parecchi soggetti che hanno lavorato per questo politico, per portare il voto a questo politico in vari paesi», divisi per zone fra il rione barese di Ceglie del Campo, Giovinazzo, Bitritto e Valenzano, alle porte di Bari.