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Clan Mallardo, la battaglia legale di Amicone: scarcerato e condotto di nuovo in cella

di Antonio Mangione

GIUGLIANO . I carabinieri hanno arrestato Giuliano Amicone, reggente “malato” del clan Mallardo. Durante una visita di controllo disposta dalla DDA è emerso che può scontare la pena in cella. Amicone è stato condannato in primo grado a 8 anni di reclusione per estorsione aggravata dal metodo mafioso accertata e commessa a giugliano nel 2012 e, successivamente, a causa di motivi di salute, sottoposto ai domiciliari. Ma una recente visita di controllo operata da un medico incaricato dalla direzione distrettuale antimafia ha fatto emergere una novità: le sue condizioni di salute sono compatibili con la carcerazione in istituto di pena.

I carabinieri della stazione di Giugliano in Campania hanno quindi dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal tribunale di napoli su richiesta della direzione distrettuale antimafia partenopea a carico di Giuliano Amicone, un 55enne del luogo già noto alle ffoo e ritenuto essere uno dei reggenti del clan camorristico dei “Mallardo”, operante per il controllo degli affari illeciti a giugliano e nei comuni limitrofi.

La battaglia degli avvocati di Amicone è iniziata oltre un anno fa, quando presentarono l’istanza di attenuazione della misura cautelare a causa delle condizioni di salute precarie dell’esponente del clan detenuto nel carcere di Opera, nel Milanese. Secondo i legali il carcere non avrebbe potuto garantire una corretta alimentazione al detenuto, affetto da una malattia ai reni. Il perito nominato dal tribunale aveva confermato tale ipotesi ed i giudici decisero così di scarcerare Amicone concedendogli i domiciliari presso la sua abitazione. Il Riesame, su richiesta del pm, aveva ribaltato la decisione ma gli avvocati fecero ricorso in Cassazione annullò la decisione e rinviato gli atti di nuovo al tribunale. Ora Amicone è di nuovo in carcere.

Il boss fu arrestato nel febbraio del 2013. Era ricercato da oltre un anno, fu rintracciato in casa di una donna di 38 anni. I carabinieri fecero irruzione in un appartamento al terzo piano in via Oasi del Sacro Cuore, dove trovarono Amicone e la proprietaria della casa, una 38enne del luogo. Al momento dell’irruzione l’uomo non oppose resistenza, lasciandosi pacificamente ammanettare. Amicone fu coinvolto già nell’operazione Lilium messa a segno dai carabinieri del Ros, dove finirono in manette 18 persone, accusati a vario titolo di associazione di tipo mafioso, estorsione aggravata e detenzione di armi da guerra

11/12/2017

fonte:http://www.internapoli.it