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CLAN DEI CASALESI. Antonio Iovine o’ninno accusa la politica. “Michele Zagaria mi disse che Lorenzo Diana e il sindaco Reccia erano d’accordo con la camorra sul super appalto Cpl Concordia”. E Nicola Panaro…

CLAN DEI CASALESI. Antonio Iovine o’ninno accusa la politica. “Michele Zagaria mi disse che Lorenzo Diana e il sindaco Reccia erano d’accordo con la camorra sul super appalto Cpl Concordia”. E Nicola Panaro…
Stamattina, il collaboratore di giustizia si è sottoposto al controesame della difesa

Giovedì 14 Aprile 2016

NAPOLI – Sono state depositate nuove dichiarazioni nel processo Cpl concordia da parte di Nicola Panaro, reggente per qualche tempo del Clan dei Casalesi e che lo scorso anno ha deciso di collaborare «Ricordo che nel 1999, poco prima che venisse arrestato, venne da me Antonio Schiavone detto ‘O Russo, a nome della fazione Schiavone e mi riferì che vi era un’impresa che si era aggiudicata i lavori di metanizzazione di sette comuni in provincia di Caserta. Schiavone mi riferì anche che la stessa impresa era disponibile ad affidare appalti e subappalti a ditte indicate dal clan riservandosi il solo comune di San Cipriano d’Aversa perché doveva accontentare un politico locale di centrosinistra, ossia Lorenzo Diana. Come sia andato non lo so, in quanto fui arrestato, in ogni caso so che i lavori per la metanizzazione furono eseguiti», ha detto Panaro, che a questo punto diventa protagonista del processo.

Nell’ultima udienza si è svolto anche il controesame in videoconferenza del boss pentito Antonio Iovine.

O’ ninno interrogato, tra gli altri, da noto avvocato Carlo Taormina ha detto: «Zagaria serviva alla Cpl Concordia e la coop serviva a lui, si cercavano a vicenda”.

Nel ricostruire i legami tra i politici e i costruttori, il collaboratore di giustizia all’udienza precedente aveva affermato che Zagaria avrebbe perorato la causa dell’ex senatore e componente della commissione parlamentare antimafia, Diana, indagato per concorso esterno in associazione mafiosa nell’ambito dello stesso procedimento. «Michele Zagaria ci spiegò che l’amministrazione di Angelo Reccia, di San Cipriano d’Aversa, e il senatore Lorenzo Diana erano d’accordo». La «contropartita», sempre stando a quanto ha riferito Iovine «era far inserire nell’affare metano un costruttore che fosse di riferimento di Diana e Reccia: si trattava di Pietro Pirozzi».

Alla sbarra, è noto, ci sono Roberto Casari, l’ingegner Giulio Lancia, Giuseppe Cinquanta, e due imprenditori dell’Agro Aversano, Antonio Piccolo e Claudio Schiavone, accusati di avere stretto un patto criminale per spartirsi il denaro pubblico destinato ai lavori di metanizzazione.

Il clan si assicurava una percentuale del 10 per cento su ogni subappalto che veniva affidato a costi maggiorati proprio per garantire la copertura di questi costi ”extra”», ha spiegato il pentito. Secondo Iovine, la scelta di Piccolo non fu casuale «perché – ha detto – stava a Modena già da anni e conosceva la Cpl Concordia».

«Tra Antonio Piccolo e Zagaria c’era un rapporto di stima reciproca e di fiducia derivante dall’interesse comune – ha aggiunto – tanto che quando a Piccolo bruciarono dei mezzi, a Modena, Zagaria era intenzionato a vendicarlo».

fonte:www.casertace.net