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Clan all’attacco a Monte San Biagio ed a Minturno. La mafia continua a sfidare lo Stato in tutto il sud pontino

FUOCO ALLE POMPE FUNEBRI A MONTE SAN BIAGIO, VICINO A FONDI E TERRACINA… ED INTANTO A MINTURNO SPUNTA IL CLAN CHE FA CAPO A BOCCHETTI!!!

Eccolo il quadrilatero di fuoco: Fondi, Monte San Biagio, Terracina, San Felice Circeo.

Un quadrilatero in cui le mafie spadroneggiano.

Appena un anno fa o poco più noi fummo derisi ed attaccati duramente, nel corso di un’assemblea pubblica svoltasi proprio a Monte San Biagio, dal Sindaco di quella cittadina.

Attaccati perché sostenevamo che sull’intero territorio c’è una presenza massiccia e radicata delle mafie e chiedevamo una maggiore attenzione al fenomeno e presenza da parte delle forze dell’ordine locali.

D’altra parte non è la residenza anagrafica dei mafiosi che può far testo. Non c’è bisogno che essi risiedano a Monte San Biagio, perché questa dista appena una decina di chilometri sia da Fondi che da Terracina. Anche se proprio a Monte San Biagio la Squadra Mobile di Napoli qualche anno fa venne ad arrestare un ricercato che vi aveva preso dimora stabilmente. I latitanti non si insediamo su un territorio per caso!…

Anche, inoltre, se il nome di Monte San Biagio ricorra pure negli atti dell’operazione “Damasco” per il ruolo svolto, anche se marginalmente, da una persona originaria della cittadina.

Comunque, a prescindere da tali considerazioni, c’è da tenere sempre in evidenza il fatto che tutto il territorio è invaso da un fiume di sostanze stupefacenti e ciò attesta la presenza dei gestori di tale traffico, di coloro, cioè, che sono i… padroni della piazza.

Oggi a venir preso di mira è stato il settore delle pompe funebri, un settore già attenzionato dalla criminalità organizzata, come, peraltro, risulta negli atti dell’inchiesta “Damasco” su Fondi e dintorni.

Dopo Terracina, anche Monte San Biagio.

A saltare in aria è stata l’agenzia funebre Di Crescenzo. Un botto che l’ha distrutta tutta.

Un segnale veramente inquietante.

La criminalità organizzata continua a sfidare lo Stato, incurante delle inchieste giudiziarie e dell’attività delle forze dell’ordine.

Ed intanto a Minturno spunta un altro clan, come se non ne mancassero altri.

E’ quello che fa capo a Bocchetti e Bevo.

La DDA di Napoli il 3 dicembre scorso, dopo accurate indagini, ha disposto il fermo di ben 13 soggetti che operavano sul territorio che si estende da Secondigliano a Minturno.

Ancora il sud pontino nella morsa dei clan.