LE MANI SULLA CITTA’
E’ con questo titolo che da VENERDI’ 25 GIUGNO sarà in distribuzione a Civitavecchia e a Tarquinia il dossier che documenta l’intreccio perverso tra affari e politica nell’Alto Lazio e la presenza della criminalità organizzata nei comuni della costa tirrenica.
Il dossier,edito sotto la testata di “Tarquinia città” e “Civitavecchia città”,a seconda del rispettivo luogo di diffusione,chiama a raccolta i cittadini per un impegno civile a resistere ad un fenomeno che rischia di sconvolgere l’economia del territorio e le condizioni di vivibilità dell’intera zona.
” Con questo dossier vogliamo lanciare un grido di dolore per la nostra terra – sostiene Luigi Daga,vicepresidente regionale dell’Associazione Caponnetto. Qui ci sono le nostre radici,qui è l’avvenire dei nostri figli e non si può continuare a tacere. Il silenzio è complicità “.
Da terra degli Etruschi,l’Alto Lazio rischia,nella malaugurata ipotesi che vadano in porto alcuni progetti ideati da soggetti appartenenti ai cosiddetti “poteri forti” della nostra Regione,di diventare colonia di inquietanti gruppi italiani e stranieri.
“Vogliono cambiare il volto del nostro territorio – affermano i responsabili dell’Associazione Caponnetto -. Se passa questo progetto,4200 ettari a cavallo tra i Comuni di Civitavecchia e Tarquinia saranno riempiti di cemento,grattacieli,capannoni,aree di sosta,piste per aerei cargo,megabanchine container,con il forte rischio di investimenti di capitali di provenienza sospetta,magari della mafia cinese,come sostengono da tempo alcuni magistrati antimafia”.
La mafia esiste e vive,si radica e consolida su un territorio,perché fa affari e ha rapporti con il Potere, ricerca fondi pubblici e concessioni,licenze ed autorizzazioni per le sue aziende ” pulite”.
La lotta alle mafie non può,quindi,essere delegata alle sole magistratura ed alle forze dell’ordine,come sostenevano Falcone,Borsellino,Caponnetto e tutti i magistrati antimafia.
Unico,reale ed efficace strumento di contrasto per sconfiggere le mafie è l’assunzione di responsabilità da parte di tutti i cittadini onesti,della politica e dell’economia non corrotte.
” Forze dell’ordine e Magistratura vanno aiutate ,con atti concreti,facendo nomi e cognomi,citando fatti e situazioni specifici,considerata la gravità e la pericolosità della situazione in cui ci troviamo nel Lazio: tutto il resto è solo perdita di tempo!.E’ questo il nostro modo di fare antimafia”,conclude Elvio Di Cesare,Presidente regionale dell’Associazione Caponnetto.