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Civitavecchia: Il Porto dei miracoli che non ci sono

Il Porto dei miracoli che non ci sono

Di Marco Galice


CIVITAVECCHIA – Viene da sorridere, anche se la cosa è a metà tra lo scandaloso e l’imbarazzante, nel sentire oggi gli esponenti del centrodestra locale stracciarsi le vesti denunciando il calo dei traffici merci nello scalo. Meglio tardi che mai, verrebbe da dire, ma la sfacciataggine con cui oggi si denuncia il problema, addebitandolo peraltro alla gestione Ciani, supera i limiti della decenza. Va detto chiaramente una volta per tutte, ed è peraltro anomalo che non sia l’opposizione a gridarlo bensì l’editoriale di un giornale, che il calo del traffico merci nel porto di Civitavecchia ha un solo nome e cognome che rispondono a quelli di Gianni Moscherini. Per anni si è denunciato come la sua gestione del porto fosse improntata esclusivamente allo sviluppo croceristico, marginalizzando pericolosamente il settore merci. Una scelta sbagliata, si diceva, perché le ricadute occupazionali per la città erano minime: poche decine di posti di lavoro peraltro con contratti di lavoro precari: stagionali, part time, a progetto, a tempo determinato quando andava di lusso. Vere e proprie briciole in confronto ai 1200 miliardi delle vecchie lire piovute sul nostro scalo dal 1996 ad oggi. Queste cose furono gridate a gran voce nel momento in cui si discusse il nuovo Piano regolatore portuale, che disegnava per l’appunto uno scalo interamente fagocitato dal traffico croceristico. Si disse che occorreva puntare sul traffico merci se si voleva veramente creare occupazione stabile e consistente in città. Venne risposto da Moscherini e dai suoi sostenitori del centrodestra, ma anche da più di un esponente di sinistra, che quel Prg portuale era la miglior medicina per lo sviluppo della città, così come la gestione Moscherini andava sostenuta perché si stava dimostrando miracolosa; anzi, aveva prodotto un vero miracolo. Questa del resto è stata la motivazione principale per cui il centrodestra ha candidato Moscherini alla carica di sindaco: “Ha fatto il miracolo nel porto, lo farà anche nella città”. Ma oggi i nodi vengono al pettine e si sta svelando il bluff di una gestione portuale che ha creato briciole di lavoro e di ricchezza. Qualcuno obietterà dicendo: ma lo sviluppo del traffico merci era ed è previsto dal terminal Cina che però la solita sinistra ecologista e del no non vuole realizzare. Attenzione a cavarsela con tanta demagogia, perché non è più tollerabile. Il calo del traffico merci nel porto e la costante riduzione di posti di lavoro non sono dovuti alla mancata realizzazione del Terminal Cina, ma a scelte scellerate compiute negli ultimi anni proprio sotto la gestione Moscherini: lo smantellamento senza battere ciglio del servizio cargo Fs, lo smembramento della banchina 24 utilizzata per far posto alle navi da crociera, la svendita a privati stranieri, con concessioni secolari delle banchine, del porto di Civitavecchia. Queste sono le scelte scellerate che hanno ucciso il traffico merci nel nostro porto da parte di chi, ammesso anche che il Terminal Cina venga realizzato, doveva ben prevedere da buon manager quale era che i tempi di realizzazione, molto lunghi, andavano ammortizzati garantendo nel contempo almeno la sopravvivenza di quel poco di traffico merci che era rimasto. Ma non è stato fatto nemmeno questo e lo smantellamento del servizio cargo Fs è lì, drammaticamente, a dimostrarlo. Quando queste cose venivano denunciate a gran voce il centrodestra che oggi sostiene Moscherini taceva. Oggi, perchè l’evidenza dei fatti è lampante, finalmente se ne rende conto, ma anziché fare autocritica e ammettere i propri errori riversa le colpe sul Presidente Ciani alla guida dell’Autorità portuale da appena un anno. L’anello al naso ormai se lo sono tolto in molti. E’ bene che qualcuno inizi finalmente a rendersene conto ed abbia il pudore di dire le cose come stanno.

Marco Galice

 

(da centumcellae.it)