di Arturo Gnesi, sindaco di Pastena
Appare sempre più evidente la deriva della nostra provincia verso una profonda e strutturale meridionalizzazione sottolineata dai dati statistici riportati in questi giorni dalla stampa. Numeri piuttosto che opinioni, schede e schemi scientifici elaborati da studi sociologici, indagini bancarie, ricerche sui centri per l’occupazione e sugli istituti di credito che danno un’ immagine preoccupante della Ciociaria e del futuro dei nostri giovani.
Infatti è arcinoto che il posto di lavoro è diventato un miraggio e che le file dei disoccupati sono aumentate in modo impressionante ad indicare sia il rallentamento dell’economia italiana e sia a sancire l’arretratezza del sistema industriale che si era sviluppato negli anni passati.
Facile immaginare che il reddito pro capite degli abitanti dei 91 comuni della ciociaria sia diminuito erodendo i piccoli risparmi e facendo diminuire gli acquisti delle famiglie e gli investimenti delle piccole imprese commerciali a conduzione familiare. Ma oltre alla diminuzione della ricchezza e della disponibilità delle risorse finanziarie è aumentato il debito delle famiglie segno che non tutti hanno percepito da subito l’espansione della crisi economica e la sua durata.
Queste notizie che sono oggettivamente dimostrabili sia da una lettura della stampa locale che dall’ esperienza quotidiana degli amministratori pubblici che sentono in “”viva voce ” il disagio delle famiglie, le frustrazioni dei giovani e la frustrazione dei disoccupati.
Su questi dati e sull’ analisi sociologica e politica spesso sono scesi in campo illustri esponenti del mondo sindacale,politico, imprenditoriale, finanziario e di quella parte della Chiesa che ancora guarda la vita quotidiana della gente della periferia e del mondo rurale.
Tante le ragioni del rallentamento economico, molte le cause della crisi pochi i mezzi e le idee per venirne fuori e per realizzare una proposta di sviluppo del territorio.
A questa situazione preoccupante si va ad aggiungere un’ altra altrettanto inquietante e pericolosa saltata alla ribalta della cronaca dalla relazione della divisione investigativa antimafia che ha segnalato gli affari dei clan nella provincia di Frosinone.
Riciclaggio di denaro sporco attraverso l’edilizia, lo smaltimento dei rifiuti, le intermediazioni immobiliari, il commercio all’ingrosso di materiale da costruzione e la vendita di autovetture.
La Ciociaria è una sorta di “lavatrice ” che consente alle associazioni mafiose di agire in silenzio, di essere invisibili e di rafforzare il controllo del mercato finanziario e di condizionare la vita politica e le scelte degli amministratori.
Essere poveri e disoccupati è una condizione sociale che non promette nulla di buono per il futuro della nostra terra, ma essere nelle mani dei clan della camorra vuol dire essere condannati per sempre alla miseria e alla sudditanza psicologica e alla morte culturale.