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Ci piace riportare sul sito web e sulle pagine Facebook dell’Associazione Caponnetto la bella lettera di Walter Veltroni al Direttore del Corriere della Sera – pubblicata su questo quotidiano Giovedì 23 gennaio u. s. – a proposito del ruolo che la mafia (noi preferiamo dire le mafie perché c’é una mafia militare, una economica e l’altra politica, interconnesse fra di esse, anche se giocano su piani apparentemente diversi) svolge nel nostro Paese. Un ruolo importante, significativo, determinante diremmo, fino a riuscire a fatturare miliardi, a diventare la prima IMPRESA del Paese, a condizionarne la vita economica e politica, ad occuparne tutti gli spazi di vivibilità civile e democratica, senza che il PD, partito di Veltroni, abbia fatto un caxxo per contrastarla, pur avendo avuto per decenni nelle proprie mani ed avendo tuttora le redini del potere. Non va dimenticato che lo stesso Veltroni è stato Ministro, V. Presidente del Consiglio dei Ministri e, più recentemente, autorevole componente della Commissione Parlamentare Antimafia. Ci vuole una bella faccia tosta a scrivere le cose che egli ha scritto senza pronunciare una sola parola di condanna nei confronti di se stesso e degli altri suoi amici del PD. La stessa Commissione Parlamentare antimafia di cui Veltroni ha fatto parte e quelle precedenti e successive che hanno visto e vedono sedute sulla poltrona di Presidente uomini e donne del PD non ha mai prodotto un atto significativo, un provvedimento importante e capace di estirpare questo tumore – la mafia –che sta divorando il Paese e ne sta minando mortalmente le fondamenta. Bla, bla, bla, lacrime di coccodrillo per gli allocchi, che tentano di falsare la realtà e che sanno tanto del comportamento dei famosi ladri di Pisa che la notte vanno a rubare insieme e di giorno fanno finta di litigare. Deplorevole, poi, il comportamento di Veltroni allorquando egli sostiene “Mafia, la parola che la politica non ha il diritto di dimenticare”, come se egli non fosse stato uno dei più importanti esponenti della politica cui fa cenno e facesse, invece, parte di un altro mondo. L’ipocrisia del PD, la più sfacciata ipocrisia che offende le coscienze degli italiani ritenuti evidentemente un gregge di pecore (con tutto il rispetto di questi animali) ed una massa di idioti. Veltroni non ha speso una sola parola, nell’articolo che riportiamo, nel condannare quelle centinaia, per non dire migliaia, di amministratori locali del suo partito che sono stati e sono indagati e condannati per mafia. Come anche egli non fa minimamente cenno alla dicotomia fra il dire ed il fare del suo partito che non esita un attimo ad allearsi per spartirsi il potere con Berlusconi, il padrone dello stalliere di Cosa Nostra Mangano e l’amico dei Dell’Utri e Cosentino.

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