Siamo “scomodi”.
Siamo “scomodi” e sappiamo di esserlo.
E vogliamo esserlo sempre di più perché un’antimafia seria, non parolaia e non di regime, deve essere “scomoda”.
Deve dire le verità che scopre, anche se queste cozzano con l’interesse ed il volere di molti.
E più è alta e rabbiosa la reazione e più significa che colpiamo nel segno.
Non ci interessano le reazioni e nemmeno le minacce perché ci siamo abituati.
Noi non siamo soliti “buttare fango” sulle istituzioni perché noi abbiamo senso dello Stato e delle Istituzioni.
Quelle con le lettere maiuscole.
Anzi, è il contrario.
Perché se ci sono pezzi di queste che non fanno il loro dovere, noi abbiamo l’OBBLIGO di denunciarlo, nell’interesse stesso delle Istituzioni, del loro prestigio e della loro immagine.
E’ quanto abbiamo fatto ieri durante l’audizione da parte della Commissione Sicurezza della Regione Lazio e faremo in ogni altra occasione.
Si rassegnino tutti.
TUTTI!!!
Si è discusso di mafie a Nettuno, ad Ostia, sul litorale romano e nella Capitale.
Si è discusso di mafie nel Lazio.
Noi ci siamo limitati a dire che, se c’è una presenza radicata nel Lazio, ciò si deve alla disattenzione delle istituzioni e della politica.
Una disattenzione, accompagnata da una sottovalutazione del fenomeno che è ancor più grave della prima, che proprio in questi giorni sulle colonne di Repubblica ha denunciato il giudice Lupacchini.
Che nel Lazio non si facciano indagini patrimoniali o che se ne siano fatte poche è un dato acclarato.
Come pure è acclarato il fatto che la maggior parte delle operazioni antimafia siano fatte da organi della magistratura di distretti giudiziari di altre regioni, Campania, Calabria e così via e quasi sempre da corpi centrali specializzati di polizia come DIA, GICO ecc. ecc.
Non da comandi territoriali, locali, fatta eccezione per la Squadra Mobile di Latina che è abbastanza attiva.
Chi non è informato, non parli di mafia!!!
Farebbe meglio se tacesse perché non stiamo parlando di bruscolini… ,…