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Chi fa le indagini contro le mafie economiche e politiche?

Chiacchiere, chiacchiere ed ancora chiacchiere.
Ma non vi rendete conto del fatto che ormai anche se dovete murare una finestra non c’è più in giro un’impresa locale?
Non sentite i dialetti che parlano i nuovi arrivati?
Ed avete mai fatto su ogni nuovo venuto una visura alla Camera di Commercio per capire qualcosa di “chi” si tratta, da dove viene ed a chi è collegato?
Ed avete mai tentato di avere il suo certificato penale o qualsiasi altra notizia in merito alla sua “pulizia”?
Ed allora di cosa andate parlando… di mafia e di antimafia?
Con quali elementi, con quali dati?
E lo sapete che anche le forze dell’ordine spesso non sono preparate ad indagare per bene e che le stesse istituzioni non indagano, non controllano e talvolta nemmeno VOGLIONO controllare?
Perché incapaci? in parte colluse? per altro motivo?
Non lo sappiamo.
Ma questa è la realtà.
Ed allora:
se nessuno indaga o, comunque, indaga come si dovrebbe, mi dite chi fa la lotta alle mafie?
Ve le dicono queste cose nei convegni, nelle riunioni e così via??? E’ giunta l’ora di passare dalla parole ai fatti e
non vogliamo che l’antico detto di Tito Livio ” Dum Romae
consulitur Saguntum expugnatur” finisca per diventare il motto
di un sistema imbelle e corrotto che parla e straparla ma che
non fa mai nulla di concreto, con la complicità soggettiva od
oggettiva di masse di elettori narcotizzati e malinformati da
un’informazione manipolata e deformata
, o, peggio, completamente ignoranti.
La storia ci insegna che sono sempre le minoranze, illuminate e
combattive, a svolgere un ruolo fondamentale nelle rivoluzioni.
Ovviamente, quando noi parliamo di rivoluzioni, non invochiamo
mai quelle violente ed armate, ma semplicemente quelle culturali
e pacifiche.
Non siamo, quindi, disponibili – perché non ci crediamo – ad
attendere che… “. maturino le coscienze e le intelligenze della
gente” per combattere le mafie, le quali, peraltro, si annidano
proprio fra… quella “gente”, definizione di cui molti si riempiono
la bocca a proposito e molto spesso a sproposito.
La “gente”, vile in larga parte e servile, ti distoglie, anzicché
invogliarti, ti scoraggia, ti deprime, ti blocca.
“Tengo famiglia”, “chi te lo fa fare?”, ti senti continuamente dire
dalla “gente”.
La cultura mafiogena entrata nelle menti e nel sangue di
popolazioni abituate ad essere suddite, a rispettare e riverire i
“Don” che ancora oggi dominano e stradominano molti paesi e
molte città, soprattutto nel centrosud del Paese.
I nostri appelli non sono mai rivolti a questa “gente”, ma alla parte
più nobile, pulita moralmente ed intellettualmente, delle
popolazioni.
Alla parte sana, non servile, non mafiosa.
Alla parte consapevole e libera da ogni tendenza
all’accattonaggio.
Ed è a quella parte che noi rivolgiamo le nostre preghiere
accorate, consapevoli della gravità della situazione in cui ci
troviamo tutti e del gravissimo pericolo che stanno correndo le
stesse istituzioni:
AIUTATECI, VENITE CON NOI ED IN MEZZO A NOI, MA NON PER
FARE CHIACCHIERE COME FANNO GLI ALTRI, MA PER
LAVORARE, SCOPRIRE I MAFIOSI E COLORO CHE LI
AIUTANO, DENUNCIARLI E MANDARLI IN GALERA E FAR LEVARE
LORO I BENI ILLECITAMENTE ACCUMULATI.
Un’Associazione antimafia seria questo DEVE fare:
la DENUNCIA dei soggetti, dei gruppi, di quelle parti di partiti
politici e delle istituzioni che sono conniventi con le mafie o esse
stesse mafie, oltre che la PROPOSTA per migliorare l’impianto per
combattere le mafie e le illegalità.