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Che vergogna !!!!!!!!!!!

Si’,E’ PROPRIO UNO SQUALLORE .INFINITO.

NON SI HA NEMMENO IL PUDORE DI
RICONOSCERE CHE LA SENTENZA NON
NEGA L’ESISTENZA DI FATTI VERGOGNOSI
CHE CI HANNO COPERTO DI FANGO AGLI
OCCHI DI TUTTO IL MONDO !!!!!!!||!!!!!!!
CHE VERGOGNA!
Lo squallore morale di un’assoluzione
“Ius et lex. La silenziosa sacralità del diritto è stata soppiantata dalla verbosa esteriorità della
legge”. Era il venticinque giugno del 2003 quando Gustavo Zagrebelsky, vicepresidente della Corte
Costituzionale, pronunciava queste parole a Montecitorio. E aggiungeva: “Il mondo del diritto è
saturo di leggi. La legalità, quale corrispondenza alla legge, è rimasta sola unità di misura giuridica
e ha scalzato la legittimità, quale rispondenza al diritto”.
Queste altissime parole mi sono ritornate in mente mentre le mie orecchie ascoltavano, incredule, la
sentenza della Corte di Cassazione: non fu concussione per costrizione e non fu prostituzione
minorile. Non fu reato… Ma restano, comunque, i fatti delittuosi e vergognosi per uno statista. Così
come resta il ciarpame denunciato dall’allora moglie Veronica Lario: incontri sessuali con giovani
ragazze (minorenni e non) e telefonate abusive. E tuttavia mancano le prove della consapevolezza
dell’età minorile (come se le si dovessero declamare ai quattro venti….) e l’arma dell’intimidazione e
della concussione (come se una telefonata dovesse presentarsi armata di pistola).
Lo squallore di tutta la vicenda è altresì evidenziato dalle parole di plauso e di soddisfazione degli
avvocati dell’ex-Cavaliere e dalle lacrime di plastica dell’imputato. “La decisione dei giudici
cancella qualsiasi discussione, comprese anche quelle che si erano sviluppate dopo le dimissioni del
presidente della Corte di Appello (Enrico Tranfa, ndr). Si è trattato di una sentenza meditata, come
testimonia la camera di consiglio durata 9 ore. È una grande vittoria, siamo molto soddisfatti”, ha
dichiarato Franco Coppi, parlando anche a nome degli altri avvocati.
Da parte sua, Silvio Berlusconi confessa di “essersi tolto un macigno dalla coscienza”.
Evidentemente, per una coscienza formattata sull’onda breve dell’immagine più che sulla lunghezza
d’onda dell’essere non contano gli “atti” compiuti ma i “reati” riconosciuti.