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Champagne e fiction, feste e funerali: è sempre l’eccesso targato Casamonica

Champagne e fiction, feste e funerali: è sempre l’eccesso targato Casamonica

Bramano il potere, vivono al di sopra di ogni possibilità per sentirsi diversi come i divi del cinema. Vogliono stupire tutti, come con il funerale. Come quel compleanno di “zio” Vittorio, quando sorprese tutti arrivando alla festa in elicottero e scese come un magnate, un diplomatico, uno statista. E alla festa stapparono settanta bottiglie di Dom Perignon

A CURA DELL’ASSOCIAZIONE COSA VOSTRA

28 aprile 2021

Su Domani prosegue il Blog mafie, da un’idea di Attilio Bolzoni. Potete seguirlo su questa pagina. Ogni mese un macro-tema, approfondito con un nuovo contenuto al giorno in collaborazione con l’associazione Cosa vostra. Questo mese tocca al racconto dei Casamonica.

I Casamonica non hanno solo rapporti con gli amici napoletani e calabresi, ma sono un modello anche per altre famiglie rom. Come gli Spinelli e i Di Rocco in Abruzzo, i Ciarelli a Latina. Rapporti con la politica, l’imprenditoria, usura e droga tra i settori di business. Gli stessi Casamonica non disdegnano affari fuori città, nel Frosinate, ma anche nel Viterbese hanno messo le mani sugli stabilimenti balneari e investono.

La testimone di giustizia Cerreoni ha parlato dei Casamonica come «malati di potere». Nonostante la strategia comunicativa della lagnazione, del lamento, del pianto greco, sognano in grande

e copiano i loro modelli. Basta andare sui social per capire. Torniamo al video citato, all’interpretazione canora di Nardi e Manolo Casamonica. Mauro Nardi è generoso, chiede un applauso al giovane interprete e la sala, svogliata, lo asseconda.

Su YouTube ci sono decine e decine di video con le performance dei Casamonica tra esibizioni, ricevimenti, auto e sfarzo. A leggere i commenti c’è una ridda di insulti e di elogi, una contesa incivile a colpi di epiteti, offese e imprecazioni.

Un utente, con nome improbabile, scrive: «E’ stonato come una vomitata». Risponde a tono Giuseppe Casamonica, non sappiamo quale precisamente dei tanti appartenenti alla casata: «Invece de parla’ dietro a internet vie avanti kaketta solo dietro a internet xke’ se te pio te stacco pezzo pe’ pezzo merdina». Una gigantesca rissa verbale.

IL MITO DI BRIATORE

Bramano il potere, vivono al di sopra di ogni possibilità per sentirsi diversi come i divi del cinema. Vogliono stupire tutti, come con il funerale. Come quel compleanno di “zio” Vittorio, quando sorprese tutti arrivando alla festa in elicottero e scese come un magnate, un diplomatico, uno statista. Tutti si avvicinarono per omaggiare “il re”, ma lo “zio” non aveva tralasciato nulla, lui abituato alla bella vita, non volle sfigurare.

All’ingresso arrivò il pezzo forte della giornata. Sfilarono, come reginette del varietà, settanta bottiglie di Don Perignon. Settanta e francesi, non bollicine italiane, roba da discount, da accattoni, da zingari, ma una roba da signori. Perché i Casamonica, questo vogliono: essere signori. Hanno l’ansia perenne di apparire quello che non sono, viaggiando tra il modello Briatore e l’ultimo divo del cinema. Quel compleanno, nel clan, lo ricordano tutti. Allo “zio” non piaceva fare il poveraccio, anche se qualche giorno dopo il ristoratore scrisse agli avvocati del “re” per chiedere le spettanze. «Ma questi non ci hanno pagato niente?» «Sarebbe stato meglio pensarci prima», fu la telegrafica risposta. E anche quella volta, alla fine, pagare non fu la priorità.

I presenti si erano divertiti molto. C’erano professionisti di ogni ridda, oggi che Casamonica è un nome troppo abusato, non vogliono apparire, ma continuano a esserci. “Zio” Vittorio ne conosceva tanti: imprenditori, starlette, comparse e primi attori.

Anche le nuove generazioni coltivano i rapporti con il cinema. Guerino Casamonica e Ottavio Spada, detto Ciccillo, quelli del Rolex sul polso, pubblicano una foto in compagnia di Alessandro Roja, attore che in Romanzo Criminale ha interpretato il Dandi.

Inequivocabile il commento di Ciccillo: «Con i dandi i protagonisti siamo noi». In un’altra foto, Ciccillo e Pasquale Casamonica mostrano un Rolex, di ritorno da Formentera dove hanno trascorso le meritate vacanze come vip. E una grande passione il cinema, il mondo dello show business, lo spettacolo. Un altro Luciano Casamonica, nipote di “zio” Vittorio, per il cinema ha un trasporto fin da adolescente. “L’Espresso” pubblica la notizia che si sta occupando personalmente del casting delle comparse sinti di Suburra, serie televisiva che racconta il crimine romano. Luciano reagisce su Facebook: «Amico mio si devono lavare la bocca sono persone ignoranti dicono le cose e si nascondono sono persone che non valgono niente ma lasciamo sta’».

Così gli faccio una telefonata mentre a Roma fa un caldo torrido: «Io ho un amico con albergo, vado a Ischia, in vacanza. Cosa vuole?». Gli chiedo di Suburra: «Io sono sincero e te lo dico, sono una persona colta di cinema, un giorno vieni e ci parliamo a vicenda, ma devo avere un piccolo budget». Luciano, che vanta sul suo profilo foto con Claudio Amendola e Michele Placido, nella sua dimora dorata, chiede soldi per raccontarsi. Luciano vagheggia di amicizie durature: «Con Michele siamo amici da molti anni». Millanta, perché «Placido di foto ne fa a centinaia e non conosce questo signore», ci fanno sapere dallo staff del regista.

LA PASSIONE PER IL CINEMA

Per Luciano, precedenti per droga e truffa, una parte si trova sempre.

A Cattleya abbiamo chiesto perché hanno scelto lui, Luciano Casamonica. Ci rispondono confermando la notizia e dandocene un’altra: «In Suburra sono raccontati ambienti e personaggi sinti. Per ovvie ragioni di qualità e realismo della rappresentazione, alcuni degli attori e figuranti che hanno battute in sinti appartengono a quel gruppo». E Luciano: «Segnaliamo l’omonimia tra il sig. Luciano Casamonica, responsabile della selezione degli attori secondari e delle comparse sinti in Suburra, che è professionista noto nel cinema avendo lavorato, tra gli altri, con Scorsese, Tornatore, Zalone e Rubini, e l’altro Luciano, con cui lei probabilmente ha parlato, che è invece un figurante (fra i 3500 della nostra serie) e che ha lavorato su Suburra per soli quattro giorni». Il nostro Casamonica lavora da comparsa, l’altro, invece, fa il selezionatore.

Il nostro Casamonica è come una star, si fa chiamare Lucky Luciano. Ricorda quando fece la comparsa nel film con i suoi divi: «Se ci incontriamo, ti porto anche foto di quando ero piccolo, ero con Tomas Milian e Orson Welles, io ho fatto tv, pubblicità televisive. Purtroppo, per il nostro cavolo di cognome, ho avuto la carriera bloccata». Ma per i Casamonica una porta si apre sempre. Cattleya e Rai Fiction, servizio pubblico, però del cognome non si interessano e hanno scritturato Luciano: «Faccio anche una parte nella serie» rivela, « io lavoro onestamente che problemi devo avere? Allora chi ha il nostro cognome deve spararsi e morire? Altrimenti non lavoriamo più». In effetti ha pienamente ragione, se non fosse che non ha mai preso le distanze dalla famiglia, ha sempre negato la mafia.

Luciano, classe 1957, ha conosciuto anche il carcere quando e stato coinvolto in un’operazione antidroga insieme alla moglie. L’Ansa racconta cosi l’operazione: «Venti agenti in borghese supportati dai colleghi in divisa hanno fatto irruzione nella villa nel centro esatto del “triangolo della droga”: in manette per spaccio sono finiti Luciano Casamonica, del ’57, e la moglie Annunziata Spada, del ’54. La donna al momento dell’arresto ha accusato un malore, ma portata al più vicino ospedale è risultata perfettamente sana». La lagnazione non manca mai. «Nella villa sono stati trovati 80 grammi di cocaina e 530 grammi di sostanza da taglio, oltre a circa 500 euro, probabile proveniente delle vendite della mezza giornata. Un’attività redditizia: l’interno della villa è stato definito dagli agenti “principesco anche se un po’ pacchiano”. Attorno alla villa, vigilata giorno e notte da vedette, anche parecchie auto di lusso.»

QUELLA FAMOSA SERATA CON ALEMANNO E POLETTI

A quella cena, anno 2010, presso il centro Baobab, non c’erano solo Gianni Alemanno e Giuliano Poletti, ma anche il futuro deputato Pd Umberto Marroni, il padre Angiolo, allora garante per i detenuti, il futuro assessore alla casa del comune, in quota Pd, Daniele Ozzimo, il capo dell’azienda municipalizzata di rifiuti, Ama, Franco Panzironi. Ozzimo verrà condannato nel processo mafia capitale per corruzione, Franco Panzironi, invece, sarà condannato in via definitiva per lo scandalo parentopoli in Ama e in attesa del verdetto definitivo nel processo Mafia capitale, […].

Luciano Casamonica era li, pagato il suo conto con la giustizia, perché alla fine era uno che aveva sbagliato e si stava riabilitando esattamente come Salvatore Buzzi, in carcere per omicidio, e poi diventato riferimento di tutti a Roma, amico di politici, magistrati, del potere che conta prima di finire coinvolto, come capo, nell’inchiesta Mafia capitale. Insomma, il 27 marzo 2013 scrive: «Sono libero». E ha ragione lui: viene completamente assolto da quelle accuse.

Luciano è old syle, ama soprattutto la musica gitana: «Sono stato a una festa gitana bellissima indimenticabile con musica gitana e balli, con quattrocento persone». Musica gitana, ma anche i neomelodici che non possono mai mancare.

Il social di Luciano è una straordinaria vetrina. In una foto viene immortalato con una Testarossa e scrive: «Il mio giolielo (gioiello, n.d.a.) ferarri 458». Luciano pubblica video mentre mangia linguine con le vongole, ostriche e gamberi rosa. I crudi sono passione di famiglia. «Siamo in diretta, siamo personaggi del cinema.» Un altro, più datato, ritrae la casata in una festa di fidanzamento. A un certo punto arriva la fidanzata. Ad aspettarla c’è “zio” Vittorio con il cappello che benedice. In sottofondo un brano neomelodico: «Sei bella tu con quel visino dolce sei, mi piaci sempre piu». L’oro si spreca, la gioia è enorme. «Spuogliet con me inta ’stu liett (spogliati con me in questo letto).»

Tra i suoi amici su Facebook ci sono Giuseppe Bitalo Casamonica, Giuseppe Casamonica – quello del panino – e Domenico Spada: la famiglia. Insomma un vero Casamonica, lo zio era Vittorio, il cugino, invece, è Luciano, si chiama come lui, quello immortalato nella foto con il sindaco Gianni Alemanno e l’ex ministro Giuliano Poletti. Alemanno, l’ex sindaco, disse di lui che era un ex detenuto, un poveraccio. Ovviamente bastava consultare il profilo di Luciano Casamonica per capire che di solito si faceva fotografare con Ferrari e auto di lusso. Distrazioni, quelle della politica, di una certa magistratura, della città, che hanno fatto crescere i “nullafacenti” fino a farli diventare un potere criminale. Distrazioni alle quali abbiamo opposto fugaci risvegli, dopo un funerale, dopo una foto, dopo una testata, ma la lotta alle mafie si fonda su principi di consapevolezza, su visioni larghe, su lavoro quotidiano in ogni angolo, in ogni ganglio di una comunità. E mentre tutto stagnava, loro diventavano potere criminale. «Sono come i topi, tanti e mangiano tutto» ha raccontato il pentito. Tanti e hanno invaso Roma. Ormai.

Fonte:https://www.editorialedomani.it/