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C’è un problema Trapani: l’idea che politica e mafia debbano convivere. E riguarda anche il Pd

Erasmo Palazzotto – Ex deputato Pd e presidente Commissione d’inchiesta Regeni

10 MAGGIO 2023 – Il Fatto Quotidiano

C’è un problema Trapani per la politica tutta e purtroppo anche per il mio partito.
È l’idea che con quell’intreccio tra politica, massoneria e mafia così inestricabile in quel territorio si debba convivere. Il feudo del Senatore 
Antonio D’Ali, uomo forte di Forza Italia nella provincia di Trapani e amico di infanzia di Matteo Messina Denaro. Condannato oggi per concorso esterno in associazione mafiosa a cui ancora con riverenza si rivolge la classe dirigente locale.

Così accade che a Campobello di Mazara nonostante l’imbarazzante sistema di connessioni (seppur al momento non giudiziariamente rilevanti) tra l’amministrazione comunale e la rete di protezione della latitanza del capo dei capi di cosa nostra fosse da tempo noto, nessuno si è scandalizzato se il Pd, almeno fino ad oggi, è rimasto nella giunta del sindaco Castiglione.

Oggi un comunicato della segreteria regionale dopo la puntata di un’importante trasmissione televisiva annuncia l’uscita dalla maggioranza di Campobello: “la politica non può delegare alle sentenze il proprio ruolo” si legge nella nota della segreteria regionale. Verrebbe da aggiungere che non deve delegarle neanche a Report, ma assumerle per tempo e con coraggio.

A pochi chilometri da Campobello un’altra amministrazione comunale è coinvolta in una vicenda analoga: un consigliere e il presidente del Consiglio comunale di Petrosino sono indagati per voto di scambio politico mafioso (il primo è stato arrestato). Il Pd sosteneva un’altra candidata sindaca sconfitta per soli 16 voti (circostanza che rende il condizionamento mafioso del voto tale da alterare il processo democratico). Ma come spesso accade in piccoli Comuni i confini politici delle maggioranze sono labili e le relazioni di comunità piccole prevalgono sull’apparteneza politica. In questo caso quindi esponenti del Pd fanno parte dell’attuale giunta di Petrosino e di dimettersi non ne vogliono proprio sapere. Aspetteremo la prossima puntata di Report??

Infine Trapani: tra qualche giorno si vota e il Pd non si sa da che parte sta. O meglio non ha presentato il simbolo sperando che questo camuffamento non metta in evidenza il paradosso di sostenere, in un capoluogo di provincia, un candidato sindaco insieme alla Lega, anch’essa per l’occasione camuffata sotto forma di lista civica. Sostegno al sindaco di Trapani che in questi anni si è distinto per avere negato lo sbarco alle persone migranti che avevano finito la quarantena su una nave ormeggiata nel porto, per avere negato la registrazione di entrambi in genitori sui certificati dei figli di famiglie omogenitoriali e per avere finanziato e promosso con il comune di Trapani iniziative antiabortiste.

E quindi in quella città, dove “il male ed il potere hanno un aspetto così tetro”, bisogna fare di necessità virtù, scendere a compromessi per poter ambire a concorrere alle elezioni con qualche possibilità di vittoria. Che importa se questa idea della politica è proprio quella che ci condanna da anni a perdere anche quando vinciamo?

E allora sì, c’è un problema Trapani anche per il Pd che se non si candida a guidare un processo di autoriforma della politica finirà per contribuire irrimediabilmente alla sua crisi, e con essa a quella democrazia rappresentativa.
Un problema Trapani che va affrontato anche perché è la fotografia di 
un sistema politico malato ben oltre i suoi confini e che ha fatto del trasformismo e della gestione clientelare del consenso la normalità e di cui anche il silenzio opportunistico è uno strumento perverso.

Per questo oggi scrivo queste righe, perché non voglio rimanere in silenzio nemmeno quando i problemi riguardano la mia parte politica e perché penso sia arrivato il momento di affrontare questa sfida a viso aperto, perché anche su questo abbiamo ricevuto un mandato dal congresso del Pd che in molti vorrebbero far finta di non vedere sulle note di un vecchio adagio caro ai gattopardi di ogni tempo: “cambiare tutto perché nulla cambi”.

Fonte:https://www.ilfattoquotidiano.it/2023/05/10/ce-un-problema-trapani-lidea-che-politica-e-mafia-debbano-convivere-e-riguarda-anche-il-pd/7156852/