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C’è chi vuole distruggere la Giustizia in Italia. Difendiamo la Magistratura, presidio di legalità e di democrazia!

Ruby, Anm: stop intimidazioni ai giudici. Vietti: alt processi su media e in piazza

Alfano: corporativismo blocca ogni tentativo di riforma giustizia. Formigoni: se faremo manifestazione non sarà contro i pm

ROMA – Un documento per tutte le cerimonie di inaugurazione dell’anno giudiziario. E’ quello dell’Anm. «Gli attacchi ai magistrati sono contro la giustizia e la costituzione. Sono contro la giustizia – si legge nel documento – insulti, le offese, le campagne di denigrazione di singoli giudici, le minacce di punizione, gli annunci di riforme dichiaratamente concepite come strumenti di ritorsione verso una magistratura ritenuta colpevole solo perché si ostina ad adempiere al proprio dovere di accertare la commissione dei reati e di applicare la legge imparzialmente e in maniera uguale nei confronti di tutti i cittadini».

«Assurda toria del complotto politico». E nella stessa direzione vanno «le strumentalizzazioni delle inchieste e delle decisioni giudiziarie e l’assurda interpretazione come complotto politico della semplice applicazione delle regole, dell’attuazione del principio di obbligatorietà dell’azione penale e del fisiologico funzionamento degli istituti di garanzia propri dei moderni Stati costituzionali di diritto». Cosi come «sono contro la giustizia gli attacchi alla Costituzione e ai principi di autonomia e indipendenza della magistratura, le iniziative legislative dirette esclusivamente a risolvere singole vicende giudiziarie e che hanno snaturato il processo penale» ed anche «i continui tagli alle risorse, la riduzione degli organici del personale amministrativo, la mancanza di investimenti e di progetti per la modernizzazione del sistema giudiziario, la mortificazione della dignità professionale dei magistrati».

Anm: non ci facciamo intimidire.
«L’inaugurazione dell’anno giudiziario è la sede più appropriata per ribadire con forza che i magistrati continueranno a svolgere il compito loro affidato, senza lasciarsi intimidire e avendo come unico riferimento i principi di legalità e di eguaglianza sanciti dalla costituzione italiana». È quanto scrive l’Anm nel documento letto in occasione delle cerimonie di inaugurazione dell’anno giudiziario.

Vietti: no processi mediatici o in piazza. Il vicepresidente del Consiglio superiore della magistratura Michele Vietti a Torino: «Una sede processuale non può essere sostituita da altre sedi a propria scelta, che siano mediatiche o di piazza. E’ nel processo che si incarna lo Stato di diritto. Ai giudici si deve rispetto. L’attività della magistratura non sottende disegni eversivi. L’amore per la giustizia deve accomunare giudici e governanti».

Formigoni: se ci sarà manifestazione non sarà contro i pm. Il presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, a margine dell’inaugurazione dell’Anno giudiziario a Milano, ha spiegato che non è ancora stato deciso se ci sarà o meno una manifestazione del Pdl il 13 febbraio prossimo e ha precisato che, qualora si facesse, non sarà una manifestazione contro i magistrati. «Non è stato ancora deciso se la manifestazione si farà – ha spiegato Formigoni – semmai decidessimo di farla, sarà a sostegno dell’attività di governo e per spiegare ai cittadini quello che ha fatto il governo». Alla domanda se sarà una manifestazione contro i magistrati di Milano, il governatore lombardo ha risposto: «assolutamente no. Non è nostro costume fare manifestazioni contro qualcuno, ma se ci sarà, sarà propositiva e positiva». A chi gli ha fatto notare che per quel giorno è stata organizzata anche una manifestazione da Michele Santoro a sostegno dei magistrati, Formigoni ha risposto che «la libertà di manifestare riguarda tutti», aggiungendo che «bisogna recuperare un clima più sereno nel nostro Paese e ognuno deve fare la sua parte con rispetto degli altri». Infine, il governatore ha fatto notare che in questi anni c’è stato «un eccesso di intercettazioni». E a chi gli chiedeva se il riferimento fosse al caso Ruby, ha risposto: «no sto parlando in generale».

«Resistenze corporative» che vengono da più parti «ostacolano qualsiasi tentativo di riforma del sistema giudiziario italiano». Lo ha ribadito il ministro della Giustizia Angelino Alfano alla cerimonia di apertura dell’anno giudiziario della Corte d’Appello di Roma. Il ministro ha garantito che «non ci sottrarremo al confronto delle idee» purché si tenga conto del richiamo del primo presidente della Corte di Cassazione secondo cui sul tema dell’efficienza della giustizia «nessuno può chiamarsi fuori limitandosi ad additare le colpe altrui». Alfano ha sottolineato come questa «regola», purtroppo, è rimasta spesso inascoltata anche per le resistenze corporative.

«C’è crescente consapevolezza che il sistema giudiziario per essere innovato e diventare più efficiente non ha soltanto bisogno di risorse umane e finanziarie ma deve prima di tutto essere riorganizzato con la diffusione di una cultura dell’organizzazione e della misurazione dei risultati». Lo ha sottolineato il Guardasigilli Angelino Alfano, all’inaugurazione dell’anno giudiziario alla Corte d’Appello di Roma. «Si tratta di una nuova cultura – ha osservato Alfano – che, non senza resistenze e con fatica sempre più si diffonde. L’obiettivo finale – ha aggiunto – è ridurre al minimo le differenze di efficienza che si riscontrano sul territorio».

Palamara: tutta la magistratura è idealmente a Milano. «La magistratura associata vuole parlare un’unica voce: idealmente e moralmente tutta la magistratura italiana è a Milano» ha detto il presidente dell’Associazione nazionale magistrati, Luca Palamara, rispondendo al videomessaggio di ieri sera del presidente del Consiglio. «Gli attacchi che ci sono stati in questi giorni – ha sottolineato Palamara – sono stati attacchi contro la giustizia e contro la costituzione».

«Al di là delle parole bisogna passare ai fatti: bisogna dare priorità a quello che chiediamo da tempo, cioè dare centralità al tema dell’efficienza del servizio giustizia. E purtroppo questo non accade» ha detto Palamara commentando la relazione del ministro Alfano in apertura dell’anno giudiziario alla Corte d’Appello di Roma. «Perdiamo tempo – ha detto Palamara – con gli insulti e le denigrazioni al singolo magistrato che sono in realtà insulti a tutta la magistratura e trascuriamo le problematiche attuali. ull’informatica basta annunci, e basta interventi tampone. Noi cooperiamo per primi, vogliamo rispetto e che si metta al centro dell’attenzione il vero tema: far funzionare meglio il processo, invece di strumentalizzare le inchieste giudiziarie e di ricorrere ad intimidazioni, di rispolverare addirittura fatti di 30 anni or sono per colpire il singolo magistrato».

Milano: tutti uguali davanti alla legge. Ha fatto riferimento alla «uguaglianza di tutti di fronte alla legge» il presidente facente funzione della Corte d’appello di Milano Giuseppe Tarantola, nella sua relazione di inaugurazione dell’anno giudiziario milanese, che risente anche delle polemiche politiche sull’inchiesta sul caso Ruby nella quale è indagato il premier Silvio Berlusconi.
Tarantola ha sottolineato il «costante ritardo» della giustizia sia civile che penale. «Un deciso miglioramento – ha proseguito – si avrà soltanto quando sarà compreso il vero valore della giurisdizione» e si daranno «mezzi adeguati perché il servizio giustizia venga reso in tempi ristretti nel rispetto dei principi di indipendenza e di uguaglianza di tutti di fronte alla legge».

Milano: diminuite le intercettazioni. L’utilizzo delle intercettazioni da parte della Procura di Milano è diminuito. Lo si legge nella relazione del procuratore generale della Repubblica di Milano Manlio Minale. «Con riguardo all’utilizzazione delle intercettazioni – si legge nella relazione del procuratore generale – va annotata la diminuzione, costante, da qualche anno, del dato relativo alle spese complessive come del dato relativo al numero dei decreti ed al numero dei bersagli». La Procura di Milano, si legge ancora, «nel periodo compreso tra il 1 gennaio 2009 ed il 31 dicembre 2009 ha fatto ricorso alle intercettazioni telefoniche soltanto in 477 procedimenti e ancora nel semestre 1 gennaio 2010-30 giugno 2010 in 216 procedimenti, dato assoluto di per sè significativo e che, se riferito al monte dei procedimenti iscritti per reati che consentono le intercettazioni e trattati nel periodo», restituisce «una percentuale compresa tra l’1,6 e 2,4%». Dato che rimane significativo, sempre secondo Minale, anche se letto in relazione «al numero assoluto dei decreti autorizzativi delle intercettazioni telefoniche disposte nell’anno 2009 pari a 4.934».

Palermo: non rispondiamo a insulti. «Nell’ultimo anno c’è stato un crescendo di insulti e di gravissimi attacchi all’indipendente esercizio della funzione giudiziaria, ampliati da inusitato clamore mediatico»: comincia il suo discorso di apertura della cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziario citando gli attacchi alla magistratura, il presidente della corte d’appello di Palermo Vincenzo Oliveri. «È stato preannunciato un progetto di riforma costituzionale ben definito – prosegue – il cui risultato, se dovesse avere successo, avrebbe l’effetto di frantumare i principi del costituzionalismo moderno, come la separazione dei poteri, l’eguaglianza dinanzi alla legge e il primato delle libertà fondamentali, a cui presidio sono posti gli organi di garanzia, tra i quali la Corte Costituzionale e la Magistratura».

Roma: profondo disagio dei magistrati. «C’è uno stato di profondo disagio che pervade oggi i magistrati nel delicato compito di amministrare la giustizia in questo Paese». È quanto afferma il presidente della Corte di Appello di Roma, Giorgio Santacroce, nella sua relazione nel giorno dell’inaugurazione dell’anno giudiziario nella capitale. Per il presidente il «disagio» è dovuto «alle condizioni tutt’altro che ottimali in cui si svolge il loro lavoro, ma soprattutto per il tenore e l’inusuale provenienza degli attacchi che subiscono con sempre maggiore frequenza e che vanno al di là della critica (legittima) dei provvedimenti giudiziari e del modo di lavorare, assumendo – prosegue – in crescendo toni gratuitamente denigratori». Santacroce parla di «estremismo verbale» che è «il lato oscuro della libertà di manifestazione del pensiero: oggi siamo più liberi di ieri solo che ciascuno fa uso di questa maggiore libertà come sa ed è portato a fare».

(Tratto da Il Gazzettino)