Le motivazioni dei magistrati reggini nell’appello per la contestazione dell’aggravante mafiosa
REGGIO CALABRIA. “Non appare un azzardo affermare che Scajola e Matacena condividono interessi che vanno ben oltre l’aiuto, risultando inseriti in un circuito criminale ben più ampio visto il ruolo di Matacena in ambito ‘ndranghetistico ricostruito dalla sentenza di condanna”. Lo scrivono i pm di Reggio Calabria nell’appello al Riesame. Solo con “rapporti di cointeresse forti (Scajola), può rendersi protagonista dei colloqui” intercettati, “tra cui significativi quelli in cui sembra assumere le vesti di socio occulto di Matacena, viste le elargizioni da fare per la Rizzo”. Lo scrivono i pm nell’appello per la contestazione dell’aggravante di mafia. Claudio Scajola, con l’aiuto a Matacena, anche esercitando la “sua influenza su Berlusconi per ottenere la candidatura alle europee agevola una pedina indispensabile per il sistema criminale di cui la ‘ndrangheta fa parte” e “agevola la ‘ndrangheta in ambito politico imprenditoriale”, mettono ancora nero su bianco i magistrati reggini. Scajola, scrivono i pm nell’appello al Riesame per vedere riconosciuta l’aggravante mafiosa, è consapevole della condanna di Matacena per concorso esterno in associazione mafiosa, “presta consapevole contributo per agevolare la latitanza”, “intrattiene rapporti economico-imprenditoriali con la Rizzo e Politi”, “avvia con la Rizzo e Politi nuovi progetti imprenditoriali”, “esercita la sua influenza su Berlusconi al fine di ottenere la candidatura alle europee”, “promette il suo sostegno personale, finanziario ed economico, anche attraverso canali bancari privilegiati a Matacena tramite la Rizzo”, “consapevolmente agevola una pedina indispensabile (Matacena) per il sistema criminale di cui la ‘ndrangheta fa parte”, “consapevolmente agevola la ‘ndrangheta in ambito politico-imprenditoriale”.