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Caso Palamara: sequestro preventivo su beni dell’ex componente del Csm

Caso Palamara: sequestro preventivo su beni dell’ex componente del Csm

di AMDuemila

Indagato per corruzione anche l’ex membro laico Balducci

21 Marzo 2020

Un sequestro preventivo di beni pari a 66mila euro è stato disposto dal Gip di Perugia nei confronti dell’ex magistrato della Procura di Roma, ed ex componente del Csm, Luca Palamara (fino a un importo di 38mila), e dell’imprenditore Fabrizio Centofanti, entrambi accusati di corruzione. Il provvedimento del giudice è stato adottato anche per l’amica del magistrato, Adele Attisani, “obbligata in solido sino alla concorrenza” di circa 63 mila euro. I beni colpiti dal sequestro preventivo sono quei conti e beni ritenuti prezzo o profitto del reato a loro contestato. Palamara, secondo l’accusa coinvolto in alcune manovre occulte extra-Csm per le nomine ai vertici di alcuni uffici giudiziari, avrebbe “messo a disposizione” le sue funzioni di consigliere nei confronti dell’imprenditore e suo amico, Fabrizio Centofanti, in cambio di viaggi e regali. L’amica del magistrato è invece accusata di essere stata istigatrice delle presunte condotte illecite e in parte beneficiaria delle asserite utilità. Nell’inchiesta, condotta dal Gico della Guardia di Finanza, su Centofanti erano emersi “significativi” pagamenti nei confronti di strutture ricettive di prestigio in Italia e all’estero. Secondo gli accertamenti svolti erano quindi emersi svariati soggiorni, pagati dall’imprenditore o da una società a lui ritenuta riconducibile, di cui aveva usufruito Palamara insieme ai suoi familiari, e Attisani. Gli atti erano stati quindi trasmessi dalla procura di Roma, che inizialmente aveva condotto l’indagine su Centofanti, a quella di Perugia, competente a occuparsi di tutti i fascicoli che coinvolgono i magistrati romani. Per il Gip, che ha disposto i sequestri, l’inchiesta condotta a Perugia ha portato alla luce un quadro “delineato e preciso” delle presunte utilità che Palamara avrebbe ricevuto da Centofanti. Tra queste il pagamento del soggiorno, in diverse occasioni insieme alla Attisani, in diverse strutture. Come in un Hotel a Favignana nell’agosto del 2014 o a Dubai nel novembre del 2016. Ma anche il soggiorno di tutta la famiglia del magistrato in un hotel di Madonna di Campiglio o un viaggio a Madrid dell’ex pm romano con il figlio per assistere alla partita di calcio tra il Real e la Roma di Champions League.
All’interno dell’inchiesta sono finiti anche i lavori di 
Adele Attisani risultati a carico di Centofanti. L’amica del magistrato, secondo le indagini, avrebbe usufruito di autisti dell’imprenditore e del pagamento delle spese di un trasloco e di un trattamento di bellezza. In base alla ricostruzione del Gip, Centofanti avrebbe svolto attività di lobbing “per conto di importanti gruppi imprenditoriali”, mirando ad accrescere la propria capacità d’influenza. Il Gip parla quindi di “anormali rapporti” tra l’imprenditore e l’allora consigliere del Csm. Un quadro ritenuto idoneo per l’applicazione dei sequestri.
Nel frattempo l’inchiesta perugina seguirebbe anche altri filoni. Come riportato dal 
“Corriere della Sera” si sarebbe allargata fino a coinvolgere anche un altro ex membro del Csm: l’avvocata Paola Balducci (all’epoca “laica” in quota centrosinistra). Balducci sarebbe indagata per corruzione in un fascicolo sperato aperto dopo che sono emersi nelle carte presunte “utilità” dispensate dall’imprenditore Centofanti. La donna, già interrogata dai magistrati della procura di Perugia, avrebbe già dato i suoi chiarimenti. “Si tratta di un’iscrizione a nostro avviso eccessiva a seguito delle parole in libertà captate al dottor Palamara; – hanno commentato gli avvocati difensori dell’ex membro laico del Csm, Antonio Villani e Marco Franco al Corriere – riteniamo di avere già offerto ai pm ogni elemento di chiarimento tanto da attenderci una richiesta di archiviazione”.

Fonte:www.antimafiaduemila.com