CASERTA, DANARI & MONNEZZA. Ecco come Carlo Savoia fece distruggere i file della gara da 116 milioni di euro che aveva truccato insieme a Carlo Marino. La visita “di cortesia” nella villa di Puccianiello
6 Gennaio 2022 – 12:52
Formuliamo ulteriori valutazioni utilizzando questa stralcio dell’ordinanza che rafforza il teorema accusatorio che però, a nostro avviso, si basa su una premessa erronea che finisce per alleggerire la posizione del sindaco, che invece, sempre a nostro avviso, c’era e c’è dentro fino al collo
CASERTA – (g.g.) La Dda si preoccupa di dimostrare che tra Carlo Marino e Carlo Savoia non ci fossero rapporti confidenziali. Si comprende ciò per qualificare alcuni eventi come la visita che lo stesso Savoia insieme a Pasqualino Vitale fa il 21 agosto 2018 alle 21.20, come elementi di una serie di eventi anomali che rafforzerebbero la struttura accusatoria. In poche parole, se Carlo Marino, Carlo Savoia e Pasqualino Vitale non hanno una grande confidenza e si vedono alle 9 e mezza o poco meno di sera a casa del sindaco di Caserta, vuol dire che stavano lavorando su qualcosa di losco. E siccome il losco rappresenta lo scenario descritto dalle intercettazioni e anche da diversi elementi documentali, la conseguenza è facilmente comprensibile.
Come abbiamo scritto più volte in queste settimane, affermare che Carlo Marino, Carlo Savoia e Pasqualino Vitale avessero rapporti di normale conoscenza e che si videro, si incotrarono più spesso nel periodo in cui truccarono la gara d’appalto per i rifiuti, è semplicemente inesatto.
Questi qua si conoscono dalla fine degli anni 90. Chi ha raccontato la politica a Caserta non ci deve pensare sopra più di tanto. Se i pm che stanno indagando su questa vicenda andassero a parlare con chi delle trame tra la politica e il malaffare si è occupato sempre in Dda nei primi anni 2000, ne troverebbero ampia dimostrazione.
Carlo Marino prima di tutto, Carlo Savoia con un ruolo differente erano dei colonnelli di Forza Italia e da Forza Italia venivano continuamente valorizzati. Carlo Savoia negli enti di gestione dei rifiuti, Carlo Marino come plenipotenziario di Nicola Cosentino a Caserta, come assessore ai lavori pubblici da 1.500 voti di preferenza personali della giunta Falco.
Pasqualino Vitale collezionava incarichi importanti, anzi importantissimi, quand’anche non dotati di grande visibilità, nelle direzioni generali dei ministeri, per esempio al tempo del secondo governo Berlusconi, quello venuto fuori dalle elezioni politiche del 2001. Vitale continuò a occupare posti di rilievo. Lo fece sempre e comunque in quota Forza Italia, al fianco dell’allora presidente del consiglio regionale Paolo Romano.
Per quel che conta e senza minimamente voler andare al di là di una semplice esplicazione di una nostra opinione, fallibile in quanto tale, noi rimaniamo convinti che se Carlo Savoia è l’elemento catalizzatore di un vero e proprio assalto al settore degli appalti pubblici dei rifiuti, nelle province di Caserta e nell’area nord di quella di Napoli, Carlo Marino non viene reclutato, così come la Dda, nella sua costruzione logica, vuol far capire, anche con questa sua valutazione sull’appuntamento del 21 agosto delle 9 e mezza di sera che poi, andrebbe detto, quell’orario, incastrato in quella data largamente estiva, vale qualcosa in meno, anzi, più di qualcosa in meno rispetto ad un appuntamento realizzato alle 21.20 del 21 novembre.
Savoia non ha reclutato Marino. D’altronde l’operazione che ha in testa è troppo grande, unica nel suo genere e senza precedenti. 7 anni, 116 milioni di euro. Una cosa del genere nasce comunque da ragionamenti in cui più persone costruiscono il pacchetto, l’occasione criminale. Noi che li conosciamo bene, vi diciamo che Carlo Savoia non poteva permettersi il lusso di cooptare Carlo Marino mettendoci addosso Pasqualino Vitale come mediatore dell’affare.
Non è così. A nostro avviso, i tre svolgono una funzione paritaria. Quanto meno la svolgono Carlo Savoia e Carlo Marino.
Abbiamo ribadito il concetto trovandoci di fronte a questa considerazione, esposta dalla Dda in merito all’appuntamento serale del 21 agosto a casa del sindaco di Caserta. Per il resto, la sequenza degli incontri, delle conversazioni e la relazione tra questi e gli atti amministrativi erogati, lascia poco adito a dubbi. Ci sono intercettazioni tra Savoia e Vitale. Ma anche se non ci fossero i fatti, almeno per noi sono evidenti.
Fortunatamente, noi siamo un giornale, non un tribunale. Per cui non dobbiamo porci il problema dell’esistenza o della non esistenza di un ragionevole dubbio. L’unico dovere che abbiamo verso gli indagati, l’unica garanzia liberale che dobbiamo concedere loro, è, infatti, rappresentata dallo sforzo durissimo che facciamo, in ogni articolo, per sviluppare ragionamenti mai privi di argomentazione e che partono da una conoscenza approfondita, da parte nostra, del profilo storico dentro al quale si incastrano le figure dei protagonisti di questa vicenda.
Poi, non abbiamo capito bene una cosa: i carabinieri si sono appostati vicino alla casa di Carlo Marino allo scopo di sorvegliare, anche di pedinare quelli che ci andavano, studiandone le mosse. Ma Carlo Marino, sindaco di Caserta, era controllato con strumenti elettronici? Nell’auto con cui girava erano state installate cimici così come era successo per l’auto o per le auto di Pasqualino Vitale e di Carlo Savoia? Perchè se non è così, torniamo al ragionamento di prima, al concetto di cooptazione, di affiliazione ad un piano criminale di cui Marino entrava a far parte, ma di cui non aveva strutturato l’elaborazione.
Il primo giugno 2018 viene pubblicato il bando e uno ora pensa che essendo diventato un atto ufficiale, sacramentato da una pubblicazione, questo non debba essere toccato. E invece, un sempre concitato Carlo Savoia dice ai suoi interlocutori che bisogna ancora vedere, modificare, ritoccare. Tanto è vero che la scadenza del 13 luglio per la presentazione delle offerte viene spostata al giorno 8 agosto. Questo giusto per confermare che il tutto era piegato all’obiettivo stabilito a monte di attribuire quella super gara all’ati formata da Energetica Ambiente e la ESI di Carlo Savoia.
Questi, si rivolge alla sua dipendente Anna Scognamiglio, messa pesantemente sotto pressione e i due, come fanno una coppia di ladri che dopo il colpo ha la necessità di cancellare indizi, tracce, prove, concordano la distruzione dei file presenti nelle pennette che il Savoia riceveva o andava direttamente lì a registrarsi negli uffici del comune. E anche questa, onestamente, è una prova evidente che quella gara fosse stata ampiamente taroccata.
Quello che è successo dell’8 agosto in poi riguarda le operazioni di definizione della commissione aggiudicatrice, del sorteggio truccato dei numeri e sopratttutto, lo ripetiamo per la centesima volta, dell’aggiudicazione provvisoria all’ati di cui sopra che effettivamente poi vince quella gara.
Carlo Marino lo annuncia personalmente ed è ripreso dal famoso video che abbiamo pubblicato più volte. Se questo grande ladrocinio, questa operazione criminale non è stata realizzata completamente è perchè, in minimissima parte CasertaCe e in “massimissima” parte la Dda hanno operato e già a novembre, cioè un mese dopo l’aggiudicazioone provvisoria avvennero quelle perquisizioni che poi costrinsero Marino, Biondi e compagnia…brutta, a trovare il modo per revocare definitivamente quell’esito.