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Cartello carburanti, «Condannate Cosentino a 12 anni». Chieste pene alte anche per i suoi fratelli

Il Mattino, Mercoledì 1 Marzo 2017

Cartello carburanti, «Condannate Cosentino a 12 anni». Chieste pene alte anche per i suoi fratelli

di Mary Liguori

Dodici anni di carcere per Nicola Cosentino, sedici e unidici per i suoi fratelli, Giovanni e Antonio.
E’ la richiesta della Dda di Napoli che poco fa ha letto la propria requisitoria al termine del processo sul cosiddetto «cartello dei carburanti». I Cosentino, accusati di avere monopolizzato il settore oli, erano presenti in aula e accompagnati dai figli dell’ex sottosegretario all’economia. Non sono gli unici imputati a giudizio.
Il sostituto procuratore antimafia Alessandro D’Alessio, nel chiedere la loro condanna e la confisca dell’Aversana Petroli, affermando che «i Cosentino vanno messi in ginocchio» ha infatti chiesto anche quattro anni per l’ex viceprefetto di Caserta, Maria Elena Stasi, 14 per l’imprenditore Michele Sagliocchi, 9 per Bruno Sorrentino e Giovanni Adamiano, entrambi dipendenti della Kuwait Petroleum Italia, e 7 per Luigi Letizia, funzionario della Regione Campania. Per i dirigenti del Comune di Casal di Principe, Giacomo Letizia e Vincenzo Schivone sono invece stati invocati rispettivamente otto e due anni e mezzo di reclusione.
Il processo si sta definendo dinanzi al tribunale di Santa Maria Capua Vetere, collegio presieduto da Roberta Carotenuto. Tra i reati contestati, tutti con l’aggravante mafiosa, l’estorsione e l’illecita concorrenza.
Nel corso della giornata si è anche tenuta udienza per l’altro processo che vede imputato Cosentino, denominato «Il Principe e la scheda ballerina». Anche in questo caso, si è giunti alle battute finali e oggi, durante l’arringa, uno dei due difensori dell’ex sottosegretario all’Economia, l’avvocato Agostino De Caro, ha chiesto l’assoluzione per l’ex politico «perché il fatto non sussiste».
Per l’accusa, Cosentino si sarebbe impegnato per far ottenere alla società che doveva costruire il centro commerciale «il Principe» (mai realizzato), la Vian srl di Nicola Di Caterino (imputato nello stesso processo), un finanziamento di 5 milioni di euro dell’Unicredit. In questo processo, i pm Dda Alessandro D’Alessio e Fabrizio Vanorio, hanno di recente chiesto 9 anni di carcere per l’ex esponente del Pdl.