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”Caro estinto” a Roma.

I ras del caro estinto dietro l’appalto sulla polizia mortuaria del Comune”

Nell’ottobre 2013 il Comune di Roma indice una gara al ribasso per l’assegnazione del servizio di Polizia Mortuaria. L’appalto viene vinto con un rilancio talmente al ribasso da non coprire i costi del personale necessario per i turni 24 su 24: “Perché l’autorità anticorruzione o la commissione di gara, sempre che ce ne sia una, non fa dei controlli? Perché non verifica se le somme, al ribasso, che vengono proposte dalle ditte che si vogliono aggiudicare l’appalto sono credibili?”

di RORY CAPPELLI

"I ras del caro estinto dietro l'appalto sulla polizia mortuaria del Comune"

A L’Aquila i titolari dell’impresa di pompe funebri Taffo Gaetano & Figli snc, sono stati rinviati a giudizio dal gip Giuseppe Romano Gargarella per truffa aggravata ai danni dello Stato. A Roma i vari fratelli Taffo, titolari di diverse imprese funebri, sono indagati a vario titolo in due procedimenti per associazione a delinquere, concorso in corruzione, falso, truffa, turbativa d’asta, turbata libertà degli incanti. “Eppure proprio i Taffo per il comune di Roma hanno vinto un appalto delicatissimo” dice Ottorino Lorenzetti, consigliere di Assifur, Associazione imprese funebri romana. Un appalto che peraltro un’impresa di pompe funebri non potrebbe svolgere. Quello del servizio di Polizia mortuaria.

È l’ottobre del 2013, Ignazio Marino già sindaco, quando i Cimiteri capitolini gestiti da Ama per conto del Comune di Roma indicono una “procedura aperta per l’affidamento del servizio di prelievo trasporto delle salme al civico deposito di osservazione o all’obitorio comunale”. Durata: 24 mesi. Il bando è al ribasso. L’offerta iniziale è di 552mila euro. Partecipano 4 ditte. Vince la Taffo snc con un ribasso a 381.600 euro.

“Il servizio richiesto è h24: vale a dire, come è scritto nel bando, che la ditta deve fornire un minino di tre squadre composte di tre persone l’una per coprire le 24 ore su 24” spiega Lorenzetti. “In più deve avere un minimo di tre furgoni. Solo di personale, tra Tfr, ferie, riposi, contributi (Inps, Inail) si arriva, per squadra, a una spesa di 133.685,14 euro nel biennio dell’appalto. E dunque, solo come costo di personale “, conclude il consigliere di Assifur, “la spesa è di 401.055,42 euro: più di quanto guadagna”.

Secondo il bando la ditta dovrebbe recuperare e trasportare, nel biennio, almeno 2.400 salme: “A parte che bisognerebbe capire se sono 2.400, oppure se il numero viene superato e quanto, in questo caso, viene pagato ogni singolo servizio eccedente ” dice ancora Lorenzetti. “Ma poi: come è possibile fare di tutto per ottenere un appalto e poi rimetterci? L’interesse dove sta?”. Chi offre questo servizio, secondo le disposizioni del bando, dovrebbe, “rifiutare in via assoluta mance, regalie o atti di liberalità di qualsiasi forma che provenissero da parte di qualcuno (parenti o amici del defunto, imprese di onoranze funebri, altri operatore del settore funebre, eccetera), sia durante che al di fuori dello svolgimento del Servizio. L’impresa aggiudicataria, su motivata richiesta dell’Ama, dovrà sostituire o sospendere il personale inidoneo o che si sia reso responsabile di irregolarità o comportamenti non conformi”. Ma davvero succede così? Quando oltretutto a svolgere il lavoro è proprio un’impresa di pompe funebri? E poi quale sarebbe il vantaggio che ne ricava? “Non è difficile immaginarlo: basta moltiplicare il numero dei morti che la polizia mortuaria deve raccogliere per il costo di altrettanti funerali.

“E comunque io mi domando una cosa” continua il consigliere di Assifur. “Perché l’autorità anticorruzione o la commissione di gara, sempre che ce ne sia una, non fa dei controlli? Perché non verifica se le somme, al ribasso, che vengono proposte dalle ditte che si vogliono aggiudicare l’appalto sono credibili?”.

Oltretutto la Taffo snc annovera tra i suoi soci Piero Taffo, che detiene il 25% delle quote societarie, ed è stato rinviato a giudizio a L’Aquila perché insieme ai suoi soci, questa è la tesi del pm accolta dal gip, avrebbe presentato allo Stato una fattura di 20mila euro per servizi funebri mai forniti per le vittime del terremoto del 6 aprile 2009.